Vita

Lia, la “Greta” dei bambini non nati, ma nessuno lo sa…

di Gabriele Soliani

“E se vi dicessi che in questo momento qualcuno sta scegliendo se morirete o vivrete, indipendentemente da quelle che fate, abbiate fatto o possiate fare in futuro? E se inoltre non poteste fare nulla per evitarlo?”. Così, Lia appena 12enne, difendeva la vita nascente alcuni fa. Ma la sua causa purtroppo non sembra essere nobile quanto quella di Greta.

Nel 2009 Lia, una 12enne di Toronto, è diventata, come si dice oggi una “stella di Youtube” per aver presentato un discorso sull’aborto in un concorso scolastico. Il suo intervento di cinque minuti è stato totalmente pro-vita, cioè “politicamente scorretto” nel Paese in cui risiede, il Canada. Per questo motivo i suoi professori hanno cercato di orientarla verso la scelta di un altro tema “meno controverso”, ma, fatto meraviglioso, la madre ha deciso di sostenerla e dieci anni dopo la sua lotta è ancora in vigore.

“E se vi dicessi che in questo momento qualcuno sta scegliendo se morirete o vivrete, indipendentemente da quelle che fate, abbiate fatto o possiate fare in futuro? E se inoltre non poteste fare nulla per evitarlo?”. Sono state queste le domande con cui Lia ha iniziato il suo discorso. E così continua: “Compagni e insegnanti, migliaia di bambini si trovano ora in questa situazione. Qualcuno decide, senza che loro lo sappiano, se vivranno o moriranno. Questo qualcuno è la loro madre, e questa decisione si chiama aborto. Ogni giorno, 115.000 bambini muoiono a causa dell’aborto. 115.000 bambini. Ciò vuol dire che ogni ora muoiono 5.000 bambini. Tutte queste vite sono state stroncate. Tutte le possibilità sono svanite, per loro è finita qualsiasi speranza. So che alcuni potranno pensare che non si tratti di un omicidio perché il feto non è un bambino, vero? E visto che un feto non può parlare o fare quello che fate voi non è un essere umano? La parola feto deriva dal latino e significa giovane. Alcuni bambini nascono dopo appena cinque mesi di gestazione, e forse non sono umani? L’aborto non si realizza solo a cinque mesi, ma è permesso in ogni momento. E allora, siamo esseri umani solo se siamo desiderati?

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No, i feti sono esseri umani, uniti alla loro madre. Esseri che il loro Creatore conosce per nome. Alcuni dicono che visto che l’aborto è legale non è una questione che ci interessi, non importa, ma è ingiusto. Non deve essere illegale per avere ripercussioni su di noi, e purtroppo questo diritto ha un grande impatto sulla società. Nel 1997 c’è stato più di un milione di aborti solo negli Stati Uniti. Nel 2008 nel mondo ce ne sono stati più di 42 milioni. È un grande impatto. Alcuni dicono che la madre ha il diritto di abortire, alla fine è la sua vita che cambia per via del bambino. Ma pensate ai diritti non riconosciuti del piccolo. Il fatto che la madre abbia dei diritti non significa che possiamo negare quelli del bambino. Parlando di diritti della madre, questa può aver scelto di non avere rapporti sessuali responsabili. I nostri diritti comportano delle responsabilità. Non ci sono diritti che evitino le nostre responsabilità. È qui che emerge l’eterna domanda: e se la madre non ha voluto avere rapporti sessuali? Se è stata violentata? Vediamo ad esempio cosa accade negli Stati Uniti. Solo l’1% degli aborti che vi si realizzano sono casi limite che includono la violenza, l’incesto e il pericolo di vita per la madre. Un 1%, che giustifica difficilmente la preoccupante quantità di aborti che si effettuano. E che dire del fatto di definire l’aborto la via d’uscita semplice? È difficile comprendere gli effetti di un aborto sulla donna. Non c’è tempo per enumerare tutte le conseguenze negative, ma menzionerò alcuni effetti fisici:

— Il 17% delle donne che hanno abortito ha complicazioni nelle gravidanze successive.

— Alcune possono anche diventare sterili.

— Le donne che hanno abortito hanno un rischio maggiore di sviluppare il tumore al seno.

Gli effetti peggiori, però, sono forse quelli emotivi. La donna che abortisce ha disturbi psichici, al punto da arrivare anche a farsi del male, e ha il quintuplo delle possibilità di avere problemi con droghe e alcool. L’aborto lascia nella donna una sensazione di perdita e di incertezza sul suo futuro. Quasi 1/3 delle donne che abortiscono non è soddisfatto della sua decisione. Non è sicuramente la soluzione migliore…”.

Di fronte alla storia recente di Greta Thunberg e del suo discorso a favore della protezione dell’ambiente, ci vorrebbero testimonianze come quella di Lia che lottano per difendere altre cause nobili (forse più nobili) come la protezione degli esseri umani fin dal ventre materno.




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