Giovani

Più unite le famiglie, meno depressione tra i giovani

di Gabriele Soliani

I giovani cresciuti in famiglie più coese, che sono entrati meno in conflitto con i genitori, hanno meno probabilità di manifestare sintomi di depressione. Lo rivela uno studio pubblicato sulla rivista di pediatria americana JAMA Pediatrics.

La prestigiosa rivista di pediatria americana JAMA Pediatrics ha pubblicato uno studio molto interessante e che conferma quanto sia importante per i giovani avere alle spalle famiglie sane, cosa che il Magistero della Chiesa cattolica dice da sempre.  “La coesione familiare e pochi conflitti tra genitori e figli non solo proteggono i giovani dalla depressione durante un periodo particolarmente sensibile e vulnerabile della loro vita, l’adolescenza, ma promuovono anche la salute mentale durante la giovane età adulta e la mezza età”. A dirlo è Ping Chen, ricercatore dell’University of North Carolina a Chapel Hill e co-autore dello studio pubblicato da JAMA Pediatrics.

Il professor Ping Chen e colleghi hanno valutato, in una serie di sondaggi, le dinamiche familiari e l’insorgenza di sintomi depressivi in 18.185 volontari. All’inizio dello studio l’età media dei partecipanti era di 15 anni; sono stati seguiti fino ai 32-43 anni. L’analisi dei sondaggi ha rivelato che i giovani cresciuti in famiglie più coese, che sono entrati meno in conflitto con i genitori, avevano meno probabilità di manifestare sintomi di depressione. I risultati variano tra uomini e donne. Le donne sembrano trarre un beneficio maggiore dalle relazioni familiari positive nel corso dell’adolescenza, soprattutto verso i vent’anni. Un basso livello di conflitti con i genitori sembra invece avvantaggiare gli uomini per un periodo più lungo rispetto alle donne.

Per valutare le dinamiche familiari i ricercatori hanno chiesto agli adolescenti quanto spesso si sentivano capiti dai loro familiari, quanto spesso si divertivano con la famiglia e con quale frequenza la loro famiglia prestava loro attenzione. I ricercatori hanno anche chiesto con quale frequenza gli adolescenti litigavano seriamente con i genitori per il loro comportamento. I ricercatori hanno sottolineato però di non aver preso in considerazione le dinamiche familiari negli anni precedenti l’adolescenza, che avrebbero potuto avere un impatto sulla salute mentale.

Fra i commenti allo studio c’è quello di Rebecca Dudovitz, ricercatrice presso la David Geffen School of Medicine dell’UCLA, che non ha partecipato allo studio e che afferma: “Questo studio non è in grado di determinare se le relazioni genitore-figlio causino depressione o meno e non spiega l’associazione osservata tuttavia si potrebbe immaginare che le relazioni familiari positive forniscano un supporto sociale e gettino le basi, mentali e fisiche, per una risposta sana alle situazioni stressanti”. In ogni modo, commenta l’autore dello studio il professor Chen, “I risultati dello studio suggeriscono che vivere in un ambiente familiare favorevole con genitori comprensivi, che prestano attenzione ai loro figli, possa aiutare gli adolescenti a superare più facilmente gli alti e bassi della vita. Le capacità di adattamento sviluppate durante l’adolescenza restano nelle fasi successive della vita, aiutando i giovani a gestire ulteriori fattori di stress nell’età adulta”. I giovani che non godono del supporto familiare, invece, potrebbero non sviluppare queste capacità, e al contrario sviluppare sentimenti negativi e scarsa autostima. In questo modo entrano nell’età adulta meno preparati a far fronte agli stress”. La famiglia rimane e rimarrà sempre al centro dello sviluppo dell’essere umano ed è insostituibile. Chi la vuole manipolare usando le solite ideologie laiciste non incontrerà il favore della gente comune che è la stragrande maggioranza, la quale anzi vede nella famiglia un segno del Cielo.




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