Vita

In Francia la statua di una Madonna chinata su sette bambini mai nati provoca lo “sdegno collettivo”

a cura della Redazione

Sono sette bambini di bronzo mai nati ai piedi di una Vergine che sembra volerli accogliere in un abbraccio materno. Questa l’immagine che ha mandato in visibilio le attiviste pro life. Il motivo? È stata esposta in un luogo pubblico, fa sentire le donne in colpa per l’aborto e quindi va rimossa.

Si chiama Notre-Dame des Innocents, è stata installata sul piazzale dell’Hotel des Ambassadeurs a Mentone, dove si svolgerà fino al 31 ottobre la prima Biennale di Arte Contemporanea Sacra (Bacs). E fin qui nulla di strano. Il problema è che l’opera sacra, istallata in uno spazio pubblico e scelta anche per la copertina del catalogo, rappresenta la Madonna inchinata verso sette bambini mai nati, alcuni ancora attaccati al cordone ombelicale, altri intenti a proteggersi il volto con le mani.

Immediata la reazione delle attiviste pro aborto del sud della Francia che stracciandosi le vesti hanno organizzato un picchetto dimostrativo per chiederne l’immediata rimozione al grido Mon corps, mon choix. Un gruppo di signore si è schierato intorno alla Vergine: «Questa scultura ha lo scopo di far sentire le donne in colpa per l’aborto», ha dichiarato Claire Morracchini, coordinatrice della pianificazione familiare di Mentone, scioccata dalla didascalia a corredo dell’opera rivolta a donne che hanno interrotto le gravidanze, coppie che hanno difficoltà ad avere figli, famiglie che hanno problemi con la prole perché trovino «in questa Vergine ascolto, affetto e perdono». Una protesta a cui ha aderito l’immancabile centro Lgbt di Nizza che ha partecipato allo «sdegno collettivo» ricordando che impedire il diritto all’aborto «può essere punito dalla legge».

«Volevo semplicemente dare una testimonianza della bellezza che la vita rappresenta – si è difesa l’artista olandese Daphne du Barry, autrice dell’opera -. Quanti bambini non ancora nati avrebbero potuto essere dei geni?». 

Ma questa domanda non può trovare risposta in un paese come la Francia che già punisce il “reato di intralcio all’aborto” e punta all’abrogazione di ogni dato statistico relativo alla pratica dell’interruzione volontaria di gravidanza (oltre 200 mila ogni anno). In questo Paese tanto laico e modernista, la vista di sette bambini di bronzo mai nati basta per gridare allo scandalo e scatenare immediate richieste di rimozione e censura da parte di ogni tipo di associazione. La risposta, laicissima, del presidente della Biennale, non si è fatta attendere: «L’opera resta lì, e ci resterà per sempre».




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