Vita nascente Allattare al seno come Maria con il piccolo Redentore… Autore articolo Di PUNTO FAMIGLIA Data dell'articolo 27 Agosto 2019 Nessun commento su Allattare al seno come Maria con il piccolo Redentore… di Gabriele Soliani Allattare al seno riduce “il rischio di malattie per il bambino e la madre” e anche “i costi dell’assistenza medica”. Da qui la certezza che quando una madre allatta, tutti ne beneficiano. Chi lo dice? L’Onu, l’Unicef ma soprattutto… la Vergine Maria. Non sempre l’Onu lancia messaggi e iniziative in difesa della vita nascente e delle donne ma la Settimana mondiale dell’allattamento al seno indetta appunto dall’Onu è proprio una bella notizia. Si è svolta dall’1 al 7 agosto (in clima vacanziero) in tutto il mondo. Allattare al seno è un gesto semplice e naturale che potrebbe prevenire le morti ogni anno di 823 mila bambini sotto i 5 anni per patologie evitabili con l’assunzione del latte materno e di 20 mila mamme per l’insorgenza di tumori al seno. La Settimana rilancia ogni anno la Dichiarazione degli innocenti, firmata nell’agosto del 1990 dall’Oms e dall’Unicef, insieme ai governi partecipanti al meeting organizzato a Firenze presso l’Ospedale degli Innocenti per un’iniziativa globale in favore dell’allattamento al seno. Tuttavia solo il 40% dei bimbi è allattato solo al seno. L’Oms raccomanda l’allattamento esclusivo al seno a partire da un’ora dopo la nascita fino al compimento dei 6 mesi di vita del bambino. Dovrebbero poi essere aggiunti gli alimenti nutrienti complementari, continuando l’allattamento fino a 2 anni o oltre. Ma ad oggi, come riporta l’Unicef, solo il 43% dei bambini sotto i sei mesi, nel mondo, si nutre esclusivamente di latte materno. Una percentuale cha sale intorno al 50% nei Paesi meno sviluppati e diminuisce a meno del 24% negli Stati a medio e alto reddito. Il latte materno è la miglior medicina. L’allattamento dà ai bambini – ricorda una nota dell’Unicef – il miglior inizio di vita possibile perché promuove lo sviluppo cognitivo e rappresenta il primo vaccino di un bambino, in quanto lo protegge da malattie e morte. Il contatto immediato pelle a pelle e un inizio precoce dell’allattamento mantiene il bambino al caldo, costruisce il suo sistema immunitario, favorisce il legame, stimola la produzione di latte materno e aumenta le possibilità di continuare ad allattare. Il latte materno – spiega ancora l’Unicef – è molto più di un semplice alimento per i bambini: è anche una potente medicina per prevenire le malattie, fatta su misura delle esigenze di ogni bambino, sempre disponibile e gratuito. L’allattamento al seno ha grandi benefici anche per la salute delle madri, poiché riduce il rischio di emorragie post partum, di osteoporosi dopo la menopausa e l’insorgere di tumori al seno e alle ovaie, diabete di tipo 2 e malattie cardiache. Leggi anche: Vale la pena sacrificarsi per un figlio? Allattare riduce dunque non solo “il rischio di malattie per il bambino e la madre” ma riduce anche “i costi dell’assistenza medica”. Da qui la certezza che quando una madre allatta, tutti ne beneficiano. Per questo l’Oms e l’Unicef in questa Settimana dell’allattamento 2019 sollecitano gli Stati a dotarsi di politiche sociali che sostengano le famiglie con figli e madri lavoratrici. Ad oggi nel mondo, solo il 40% delle donne con un neonato gode di agevolazioni per la maternità sul posto di lavoro. Questa disparità si allarga tra i Paesi dell’Africa, dove solo il 15 per cento delle donne con neonati ha qualche beneficio per continuare ad allattare. L’Unicef ricorda che per supportare l’allattamento sono necessari tempo, risorse e politiche a misura di famiglia che prevedano congedi retribuiti per le mamme – minimo di 18 settimane – e per i papà al fine di incoraggiare la responsabilità condivisa, l’accesso a “cure di qualità” per l’infanzia, pause per l’allattamento e spazi adatti per allattare nelle prime settimane e mesi di vita. Tutto ciò è fondamentale per il benessere delle famiglie e della società intera. Senza dirlo apertamente sembra che l’Onu sottolinei con decisione che un bambino ha bisogno della madre, cosa che l’utero in affitto con la cessione del neonato alla coppia “committente” impedisce brutalmente! Per confermare questi concetti ci vengono in aiuto le tante immagini sacre dove si vede la Santa Vergine allattare il neonato e bambino Gesù. Un gesto degnissimo che i cristiani ammirano e venerano tanto. Vedere raffigurata la Madre del Signore che mostra il seno mentre allatta non desta imbarazzo e, anzi, la rende ancor più vicina alle donne, alle mamme e ai bambini che la guardano come se fosse la loro madre. Anche noi uomini, dopo un primo moto di pudore, allarghiamo il cuore e ci commuoviamo nel vedere la Madre Maria nel gesto bellissimo di nutrire il Redentore che è stato neonato e bambino come tutti, e rivela la sacralità del corpo, oggi così svilito. Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia Cari lettori di Punto Famiglia, stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11). CONTINUA A LEGGERE Tag Allattamento al seno, maternità, ONU, Settimana mondiale dell’allattamento al seno, Vergine Maria ANNUNCIO Lascia un commento Annulla rispostaIl tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *Commento Nome * Email * Sito web Per commentare bisogna accettare l'informativa sulla privacy. Ho letto e accettato la Privacy Policy * Ti potrebbe interessare: La preghiera sincera ti salva il matrimonio: la storia di Anna e Filippo “Noi, portate in pellegrinaggio dai santi Martin”: quattro suore si raccontano “Volevo essere pura, ma non ci riuscivo per insicurezza. Poi accadde qualcosa…” Carlo Acutis e Piergiorgio Frassati: ecco le date della loro canonizzazione Causa di canonizzazione per Carlo Casini? 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