Odoardo sposo e padre che dona la vita

Il 15 giugno 2013 verrà beatificato nella diocesi di Carpi Odoardo Focherini. L’annuncio era stato dato il 10 maggio scorso, quando il bollettino quotidiano della Santa Sede aveva notificato l’autorizzazione da parte di Benedetto XVI a promulgare il decreto riguardante il martirio in odium fidei del Servo di Dio carpigiano Odoardo Focherini, ‘laico, nato a Carpi (Italia) il 6 giugno 1907 e ucciso, in odio alla Fede a Hersbruck (Germania) il 27 dicembre 1944’. Il vescovo di Carpi, mons. Francesco Cavina pone l’accento su questo importante momento: “Si tratta di un grande evento, sorgente di grazia e di consolazione per la nostra Chiesa locale. Il nuovo beato è segno indiscusso della fecondità della nostra Chiesa locale, ma è anche un forte richiamo a non lasciare inaridire le radici e a ritornare ad una testimonianza coerente, chiara, coraggiosa ed ecclesiale della nostra adesione a Cristo”. Sul prossimo numero di Punto Famiglia, intervista ai suoi familiari e al vescovo Francesco Cavina.

Odoardo Focherini nasce a Carpi il 6 giugno 1907. Cresce nella realtà ecclesiale carpigiana e dentro l’Azione cattolica, che lo forma ad una spiritualità solida. Nel 1930 sposa Maria Marchesi: tra il 1931 e il 1943 nascono i sette amatissimi figli. Nel 1934 viene assunto dalla Società Cattolica di Assicurazione di Verona come agente presso la sede di Modena; diviene poi ispettore e svolge il suo incarico nelle zone di Modena, Bologna, Verona, fino a Pordenone. Nel 1936 diventa presidente dell’Azione Cattolica Diocesana. Tra il 1929 e il 1942 Odoardo Focherini è regista e cronista di importanti avvenimenti diocesani, i Congressi Eucaristici, che segnano profondamente la vita religiosa e sociale del tempo. Nel 1939 assume l’incarico di amministratore delegato del quotidiano cattolico L’Avvenire d’Italia, con sede a Bologna.  Nel 1942 comincia l’attività di Odoardo Focherini a favore degli ebrei. Giunge a Genova un treno di feriti proveniente dalla Polonia e due ebrei vengono indirizzati, tramite il Cardinale di Genova, al direttore de L’Avvenire d’Italia, Raimondo Manzini. Egli, fidandosi di Odoardo, gli affida l’incarico di aiutarli. La sua opera in favore dei perseguitati, però, prende un deciso avvio dopo l’8 settembre 1943: con il consenso ed il sostegno della moglie Maria, Odoardo comincia a prendere contatti con persone di fiducia e a tessere quella tela di aiuti organizzativi che servono per assicurarsi carte d’identità in bianco, compilarle con dati falsi e portare i perseguitati al confine con la Svizzera. Trovato un fidato amico e compagno in don Dante Sala – parroco di S. Martino Spino (Mo) – Odoardo procura i primi documenti all’amico Giacomo Lampronti, di origine ebraica, e alla sua famiglia. La notizia di questa possibilità di salvezza, attraverso un passaparola sotterraneo quanto continuo, fa sì che più di cento persone si rivolgano a Focherini e a don Sala. Nel marzo del 1944, presso l’ospedale di Carpi, Odoardo viene arrestato mentre cerca di organizzare la fuga di Enrico Donati, l’ultimo ebreo che riesce a salvare. Viene condotto nel carcere di S. Giovanni in Monte a Bologna, dove rimane fino a luglio. Di lì viene trasferito al campo di concentramento di Fossoli. In agosto è trasportato al campo di Gries (Bolzano); da Gries viene deportato in Germania il 7 settembre, nel campo di Flossenburg e poi nel sottocampo di Hersbrück. Una ferita non curata ad una gamba gli procura una grave setticemia che lo porta alla morte. La sua fine è annoverata tra i 467 morti di Hersbruck del mese di dicembre 1944.




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