Tradimento

“Non riesco a odiarlo”. Storia di un amore ferito

tristezza

di don Silvio Longobardi

Sembra che vada tutto bene e invece all’improvviso scopri che c’è un’altra donna. Il mondo crolla come nel peggiore dei terremoti. Perché tutto questo accade? Don Silvio: “Talvolta la relazione coniugale è come un campo lasciato incolto per lungo tempo. Anche il terreno più fertile rischia di inaridirsi o di non produrre tutti i frutti sperati”.

Il volto scavato, bianco come un lenzuolo. “Non riesco ad odiarlo”, dice con un’amarezza che svela l’amore per il marito. Un amore che non viene meno anche se ha scoperto che l’uomo, al quale ha donato la vita, coltiva da tempo un’altra relazione. E non pare affatto disposto a chiudere questo capitolo doloroso che ferisce a morte il patto coniugale e inquina la vita familiare. Il suo è un amore autentico anche se spezzato dal dolore. La scoperta del tradimento l’ha fatta piombare nel buio più totale ma le ha permesso anche di rileggere con occhi nuovi i diversi tasselli del mosaico. Oggi riconosce di aver fatto un grande errore che, alla luce dei fatti, appare in tutta la sua oggettiva gravità: non si è impegnata a coltivare una relazione di coppia, non ha saputo rivestire la comunione con tutte quelle attenzioni e quegli spazi di dialogo che danno forza e visibilità ad un legame. Ha dato per scontato. 

Una donna ama attraverso i gesti della quotidianità, faticando nella casa, curando il cammino dei figli, lasciando al marito gli spazi della sua realizzazione. Si dice che l’amore è cieco. Non so se questo è vero ma so che spesso l’amore fa diventare ciechi, non fa vedere il male che, poco alla volta, si annida nella casa, all’inizio in piccole dosi di cui nessuno dei protagonisti si rende conto. Nessuno degli sposi fa caso al fatto che non ci sia più tempo per parlare, sembra quasi normale fra tanti impegni. L’iniziale distanza costruisce un muro invisibile che impedisce alla coppia di guardarsi negli occhi. Il male conquista spazi, diventa sempre più invadente. Ma gli sposi ancora non capiscono, non hanno tempo per leggere gli eventi. Protesi a migliorare le condizioni della vita, non fanno attenzione alle cose che davvero contano. Continuano la vita di sempre, come se tutto andasse bene. D’altra parte, nessuno avvisa gli sposi che sta per arrivare una tempesta.

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In questi casi, la donna tende a sottovalutare gli eventi. In fondo, una persona che ama tanto, senza nulla chiedere, non capisce come sia possibile che l’altro non faccia altrettanto né pensa che possa tradirla, almeno fino a quando l’evidenza non si rivela con tutta la sua brutalità. È quello il momento in cui il muro crolla e ti accorgi che la casa, costruita con i sogni, è sconsolatamente vuota. Tra le mani restano solo le ceneri di quello che una volta era un fuoco scoppiettante. 

Perché tutto questo accade? Diversi sono i fattori culturali e, ovviamente, diversissimi i motivi esistenziali. Ma vi sono anche elementi comuni. La relazione coniugale è come un campo lasciato incolto per lungo tempo. Anche il terreno più fertile rischia di inaridirsi o di non produrre tutti i frutti sperati. È sempre più facile, purtroppo, vedere crollare la casa dell’amore. 

Non esiste un manuale per imparare ad amare. Vi sono però alcune regole valide per tutti, una fedele e più scrupolosa osservanza potrebbe forse impedire almeno il naufragio. La prima, tanto per cominciare, ce la offre un poeta di lingua tedesca vissuto tra Otto e Novecento. Scriveva Rainer Maria Rilke: “L’amore è un’occasione per maturare, per diventare in se stessi un mondo per la persona amata”. Una verità semplice e in apparenza fin troppo scontata. Ed è invece quella che più facilmente viene accantonata: l’amore è una sfida da accogliere ogni giorno, una sfida impegnativa perché coinvolge tutta la persona in ogni suo aspetto. È solo la premessa ma se questo è lo stile, le difficoltà invece di essere ostacoli insormontabili diventeranno gradini di un’avventura che conduce gli sposi a migliorare se stessi. Non è una bella utopia ma la storia concreta di tante coppie. Anche di quella da cui sono partito. Anche loro hanno saputo rimettersi in gioco. Ed oggi continuano la loro corsa. 




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