Il nostro impegno viaggia su tre binari

In questo anno liturgico l’ufficio di pastorale familiare della diocesi di Chieti – Vasto ha voluto concentrare il proprio impegno su tre binari che si ritengono utili percorrere: la comunione tra Sacerdoti e Sposi, la formazione e la cultura.
Sacerdoti e sposi, due chiamate per una missione comune, due pilastri della vita ecclesiale. È l’obiettivo prioritario della nostra attività pastorale: nel contesto storico in cui viviamo si avverte l’esigenza di mettere in reciproca collaborazione e comunicazione i presbiteri e gli sposi affinché si conoscano, apprezzino gli uni il carisma degli altri, lavorino in sinergia per il bene della comunità, del regno di Dio e della Chiesa stessa.
La formazione rimane il nostro imperativo. Non c’è crescita senza formazione, non c’è cammino, non c’è trasformazione. All’inizio dell’anno abbiamo avuto un incontro con tutte le zone pastorali della nostra Diocesi. Abbiamo ascoltato e accolto suggerimenti, provocato e consigliato e ancora non finiamo di ringraziare il Signore per quel contatto prezioso che ci è stato regalato con tanti operatori impegnati a diffondere nel loro territorio una cultura della famiglia e per la famiglia.
Per quanto riguarda la cultura il cammino resta ancora lungo. Come comunità cristiana incidiamo pochissimo. Gesù Cristo e il suo Vangelo incidono pochissimo nel modo di agire e di pensare della maggior parte di noi. Abbiamo la Parola ma non abbiamo la voce. Dobbiamo ritrovare gli strumenti del dialogo culturale, dell’essere nell’agorà, nella piazza, non per imporre il nostro pensiero, ma per presentare coraggiosamente il pensiero di Cristo.
Preparare al Matrimonio, la sfida della pastorale
Da qualche anno, il pellegrinaggio dei fidanzati al santuario di Loreto, nelle vicine Marche, rappresenta un momento atteso per centinaia di coppie che, insieme all’arcivescovo Bruno Forte, vogliono concludere in un clima di preghiera e di festa i corsi di preparazione al matrimonio nelle dieci zone pastorali. Attuando di fatto i recenti Orientamenti pastorali sulla preparazione al matrimonio e alla famiglia, racconta don Sabatino Fioriti, responsabile regionale della Pastorale familiare e animatore di uno di questi corsi: “questi percorsi vedono sempre meno esperti e sempre più compagni di viaggio dei fidanzati: sacerdoti e sposi partecipano numerosi, dando il senso di una compagnia vocazionale che inizia prima del matrimonio e poi dura nel tempo. La presenza di monsignor Forte, che dapprima incontra i fidanzati nelle zone pastorali e poi è pellegrino con loro a Loreto, è espressione di questa condivisione reale. La partecipazione e il protagonismo dei fidanzati, che esplode nella giornata conclusiva a Loreto ma anche durante tutte le varie tappe, è davvero coinvolgente: lo testimoniano gli interventi, i sorrisi, i rapporti belli che ne nascono, di amicizia e condivisione. Del resto, quando si toccano con passione temi come l’amore, innamoramento, progetto di vita, Dio nella vita di ognuno e della coppia, sacramento, vita matrimoniale, sessualità e procreazione responsabile, difficilmente si può rimanere passivi”.
Le persone ferite nella vita di coppia
Già nel mese di ottobre nella stupenda cornice di San Giovanni in Venere, si è svolto il primo dei due seminari previsti nell’agenda di Pastorale Familiare sulle “Persone ferite nella vita di coppia”. Guidati ed accompagnati dalla semplicità e profondità di mons. Emidio Cipollone, vescovo di Lanciano-Ortona, gli operatori di pastorale familiare hanno goduto di tempo prezioso per riflettere su quale accompagnamento la chiesa può dedicare a separati e divorziati risposati. La lettura del Vangelo di Marco (10, 2-16) ha messo subito al centro l’insegnamento di Gesù, che è fonte dell’approccio del Santo Padre su questo tema delicato e che rimette ai cuori capaci di ascoltare il compito di agire nella carità e nella verità, secondo il dono della sapienza che tutti dovremmo invocare.
Come troppo spesso accade tendiamo ad adattare quello che ci viene insegnato, ma bisogna avere la capacità di uno sguardo ampio che sia anche in grado di generare interventi ancor prima che le ferite si lacerino irrevocabilmente e di avvicinare questi nostri fratelli nel bisogno, con la delicatezza e la tenerezza necessari. Quelle che infatti sono definite irregolari o difficili sono le situazioni e non le persone.
Emanuele Scotti, il deserto e l’alba
Riportare un racconto è un’operazione estremamente difficile, perché la bellezza e la profondità di una storia non passa solo dalle parole, ma dagli sguardi, dalla voce che si rompe quando l’emozione riporta a gioie e dolori deposti in fondo al cuore.
Dalle implicazioni teologiche e pastorali offerte da S.E. Mons. Emidio Cipollone siamo passati alla testimonianza di Emanuele Scotti che è non solo una persona direttamente coinvolta ma anche il rappresentante dei separati nella Consulta Nazionale di Pastorale della Famiglia. Un racconto dalle mille sfaccettature e che cerchiamo di sintetizzare con due immagini: il deserto e l’alba.
Il deserto è quello della disperazione di un matrimonio che finisce, di un abbandono che non si riesce a comprendere, di un vuoto che sembra incolmabile e che invece si riempie di rancore. È il perdono che rompe la notte e porta verso l’alba. Per questo diventa prioritaria un’azione di discernimento in cui l’accompagnamento non può essere standardizzato ma coerentemente calato sulle singole esigenze di chi bussa alla porta della pastorale familiare con la speranza di essere traghettati dal deserto all’alba.
Generare la Vita vince la crisi
Sulla scia della Giornata per la Vita celebrata nel mese di febbraio, è significativa questa storia che vogliamo affidare alle vostre pagine. Quando hanno deciso di sposarsi, Matteo e Valeria, entrambi 26enni di Chieti, non si trovavano in quella che si potrebbe definire una condizione ottimale: lui, laurea in ingegneria elettronica, lavorava da pochi mesi in una piccola azienda, mentre la sua fidanzata, dopo mesi di impieghi precari e una causa di lavoro in corso, era disoccupata. Lo scenario economico era duramente segnato dalla crisi: la Val Pescara, fatta di microaziende in difficoltà e grandi gruppi in smobilitazione. «Ma non ci siamo lasciati intimorire. Abbiamo ristrutturato un piccolo appartamentino e ci siamo sposati l’anno scorso il 5 agosto». Matteo ricorda con precisione un particolare: «Quando il ristorante ci propose alcune date, tra cui il 5 agosto, ci accorgemmo che il vangelo di quel giorno era quello che dice “lo sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà più sete”. Per noi è stato l’ennesimo messaggio chiaro». La Provvidenza ha ripagato la fiducia: il 14 novembre scorso Valeria ha vinto la sua causa di lavoro e il giorno dopo ecco una notizia ancora più bella: l’arrivo del primo figlio.

Don Sabatino Fioriti, équipe Ufficio Pastorale  Familiare Diocesi di Chieti-Vasto




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