Estate in famiglia

L’estate, metafora della vita

di suor Daniela Cristiana Galletto

È tempo di vacanze. Siamo tutti pronti a partire alla scoperta di un mondo sconosciuto, ma in fondo, la vita non è forse un meraviglioso viaggio di scoperta?

Dopo un anno di lavoro, l’inizio dell’estate segna per molti l’ingresso nel tempo delle vacanze: allora il pensiero vola veloce al mare o alla montagna che ci aspettano, ai biglietti del treno o dell’aereo da prenotare, all’hotel o alla casa in affitto in cui pernottare, all’abbigliamento dello scorso anno da rinnovare. In realtà, se ci pensiamo bene, l’estate è un po’ una metafora della vita, perché tutta la nostra esistenza è un viaggio, alla scoperta del mondo meraviglioso che il buon Dio ha creato, ma ancor prima alla scoperta di noi stessi… di chi siamo veramente.

Ma per molti le vacanze sono ancora troppo lontane e per affrontare con entusiasmo il tempo che ci separa da esse, possiamo farci accompagnare da una frase che mi ha sempre colpito molto, magari restando comodamente seduti sulla poltrona del nostro salotto: “La vera casa dell’uomo non è una casa, è la strada” (B. Chatwin). È verissimo. A prima vista sembra che la cosa più bella per chi ha l’agenda strapiena di impegni sia dedicarsi un po’ di tempo durante le vacanze per rallentare il passo, fermarsi un po’ e stare finalmente tranquilli a godersi innanzitutto la propria casa. Ma in realtà la vita non si fa fermare così facilmente, perché ha un ritmo tutto suo, ed è un continuo cammino. La vera immagine della vita non è la casa, ma la strada. Vivere significa camminare. Perché ogni mattina partiamo per una nuova giornata e ci aspettano scelte, incontri, fatiche, attese, delusioni, vittorie… Anche rimanendo in casa.

Ogni istante è un istante in movimento: dobbiamo scegliere come viverlo e come attraversarlo, per gustare gli attimi di felicità che ci vengono donati dalle persone che amiamo, per risolvere i problemi che portiamo nel cuore e per rispondere alle domande che la vita ci offre. Anche quando siamo in casa camminiamo sempre, prima con i nostri pensieri e solo dopo con i nostri piedi. Lo facciamo tutte le volte che ci chiediamo cosa possiamo cucinare per pranzo o per cena, o se siamo in grado di affrontare nostro figlio che è tornato tardi sabato sera, o se abbiamo la forza di chiedere scusa a nostro marito/moglie, o come riusciremo a trovare un po’ di tempo da dedicare ai nostri genitori ormai anziani. Ecco i nostri passi quotidiani: ecco le salite, le discese, i tratti in piano, le curve e le fatiche di ogni giornata, che nessuno può fare al nostro posto… La vita non funziona come nelle pubblicità. Non ci sono scorciatoie o treni ad alta velocità a rendere più leggero e veloce il cammino. Non ci sono gregari davanti a noi ad aprirci la strada, come accade nelle gare di ciclismo. La vita devi percorrerla tu, in prima persona. E devi crederci. Il segreto di un cammino riuscito non è l’aver raggiunto velocemente la meta sognata, ma l’aver imparato a gustarne ogni attimo, allargando il cuore per accogliere le sorprese inaspettate che sono preparate per noi, giorno dopo giorno.

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Sarà capitato a tutti, almeno una volta nella vita, di trovarsi a camminare a piedi sotto il sole cocente d’estate, sull’asfalto rovente: per continuare il cammino devi davvero crederci, anche perché vedi le auto che sfrecciano scattanti e in un attimo arrivano là dove tu, a piedi, impieghi molto più tempo. In quei momenti essere a piedi ti sembra davvero inutile. Così è nella vita: ogni inizio è segnato dall’entusiasmo, ma quando il tempo si fa sentire, per restare dentro alle scelte fatte bisogna continuare a crederci davvero, altrimenti la tentazione di fermarsi e di mollare tutto diventa molto forte. Chi studia sa che per motivarti a restare sui libri quando non riesci a superare gli esami, devi credere in te stesso, anche se ancora non hai le prove che un giorno ci riuscirai davvero; chi ama sa che per resistere quando un amore si affievolisce e la sua fiammella sembra essere troppo debole per durare e vincere nelle battaglie della vita, devi scegliere tu se continuare ad alimentare quella luce, contro ogni evidenza. Chi è genitore sa che per educare i figli a ricominciare dopo un fallimento o una sconfitta, bisogna credere in loro ancora più di prima, e per farlo non servono tante parole…

Ma per tutti c’è una buona notizia. Per “durare” quando tutto sembra troppo difficile da affrontare abbiamo una carta in più da giocarci… Non siamo soli. Dobbiamo imprimere nella nostra mente la certezza che Dio è un camminatore che non molla, che non ci molla mai, per tutto il cammino della nostra vita, anzi per sempre. Per questo motivo possiamo fare nostre le parole di Paolo Coelho: “Quando le tue gambe sono stanche, cammina con il cuore”. Quando fatichiamo di più, camminiamo nella certezza che il Signore è il nostro fedele compagno di viaggio, che prima ci solleva e ci porta in braccio, per tenerci al sicuro e poi ci insegna a continuare il cammino con fiducia, con gli occhi spalancati su un futuro che deve ancora venire, ma che, di certo, porterà con sé tanta bellezza.




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1 risposta su “L’estate, metafora della vita”

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