Dribblare i rischi e i pericoli del web? È possibile…

Il web fa parte di noi. Eliminarlo è impossibile, come fare allora per insegnare ad abitare lo spazio digitale? La condizione ineliminabile è educarsi per educare.

Cari genitori,

dai messaggi che ogni giorno ricevo, mi accorgo che è sempre più urgente affrontare in maniera sintetica ma efficace l’educazione all’uso del web.

A quanti si domandano se davvero i devices digitali hanno cambiato il volto delle famiglie, rispondo che certamente la diffusione pervasiva del web ha influenzato e trasformato la dinamica genitori-figli. La rete ha il potere di creare modelli di comportamento sociale non perché sono eticamente validi ma solo perché sono i più cliccati. L’umanità che ne scaturisce è spesso fragile, insicura, succube e spesso dipendente. Basta un problema con la wireless o la batteria scarica del cellulare per mandarci in tilt.  Nella maggior parte dei casi la fascia più colpita è quella dei ragazzi, ma anche gli adulti non sono esenti. Cari genitori, è necessario riprendere in mano la situazione. È urgente educarsi per educare.

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La prima regola è: non demonizzare il web. I media non sono nemici dell’educazione, anzi, offrono grandi possibilità. Spetta però al genitore definire il valore e il ruolo che devono avere nel progetto educativo. E a questo punto mi chiedo e vi chiedo: i genitori di oggi hanno un progetto educativo? Oppure tutto è affidato al caso? Il web contiene rischi e pericoli ma anche tante risorse. I ragazzi vanno aiutati a capire che con la tecnologia si può andare oltre la mera dimensione ludica e affettiva ed entrare in territori formativi molto interessanti e produttivi. Di fronte all’invadenza del web spesso i genitori reagiscono in vari modi: ci sono quelli restrittivi, quelli permissivi, quelli che lasciano fare senza porsi il problema lasciando al figlio il compito di autoregolarsi. Ahimè nessuno di questi approcci è quello giusto. L’intervento educativo è significativo quando favorisce l’interazione tra genitori e figli, e quindi vi è uno stile genitoriale capace di controllo ma al tempo stesso capace di favorire la responsabilizzazione del figlio.  

Smartphone e social sono risorse preziose se potenziano e rinforzano la relazione, altrimenti sono pericolose. Usare la tecnologia per stimolare e sviluppare il senso critico dei propri figli è un ottimo e intelligente modo di trattare la tecnologia. Isolarsi con lo smartphone, tenerlo accanto al piatto al momento del pranzo o della cena, consentire ai figli di consultare il cellulare anche poco prima di addormentarsi o, peggio ancora, durante la notte, è decisamente qualcosa di negativo che inquina anche le potenzialità della rete oltre a creare una serie di disturbi sulle capacità cognitive del ragazzo/a. Ci sono momenti della giornata o della vita familiare in cui è necessario silenziare la tecnologia.

Abitare la rete. I genitori sono giustamente preoccupati dell’alienazione dei loro figli. L’unico modo per interrompere questa alienazione è non farsi chiudere fuori dalla porta delle stanze digitali dei propri figli. Navighiamo insieme a loro, impariamo a condividere il loro spazio digitale e se non lo sappiamo fare, impariamo. Non è difficile, la vostra intelligenza è superiore a quella artificiale. La coabitazione della rete offre ai genitori la possibilità di intessere un dialogo fatto di domande e suggerire criteri di giudizio su quello che si vede e si pubblica. Tutto questo significa trasmettere un codice etico che a lungo andare forma la coscienza dei figli.

Il progetto educativo deve tendere verso un uso autonomo della rete. Ovvero aiutare i figli a sviluppare il senso critico che lo porterà a visitare un sito piuttosto che un altro. La navigazione in rete chiama in gioco la libertà e la responsabilità, valori che i figli devono imparare a conquistarsi. E così se divieti e regole rigide sono utili e necessari quando ci si accorge che i figli non sono in grado di fare un uso consapevole e cosciente degli strumenti digitali, ad un certo punto, bisogna lasciare lo spazio necessario perché il figlio impari a muoversi da solo. In questa fase è opportuno che i genitori optino per soluzioni negoziali che ci permettono di costruire insieme ai figli, un sistema di criteri che descrivano e delimitino i tempi di utilizzo e la scelta dei contenuti.

A questo punto rimane solo una domanda a cui rispondere: quanti genitori sono educati all’uso del web?




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Giovanna Pauciulo

Sposa e madre di tre figli, insieme al marito Giuseppe è referente della Pastorale Familiare per la Campania, ha conseguito il Master in Scienze del Matrimonio e della Famiglia presso il Pontificio Istituto Teologico Giovanni Paolo II. Conduce su Radio Maria la trasmissione “Diventare genitori. Crescere assieme ai figli”. Collabora con Punto Famiglia su temi riguardanti la genitorialità e l’educazione alla fede dei figli. Con Editrice Punto Famiglia ha pubblicato: Vivere la Prima Eucaristia in famiglia (2018), La Prima Comunione di nostro figlio (2018).

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