Persecuzioni
Filippine, cristiani uccisi mentre intonavano l’Alleluia
a cura della Redazione
Due esplosioni, ottanta feriti, una ventina di morti: l’ennesimo bollettino di sangue ai danni dei cristiani. La fondazione Aiuto alla chiesa che soffre esprime cordoglio per le vittime e vicinanza alle loro famiglie.
Ottanta i feriti circa una ventina le vittime: questo il bilancio dell’esplosione delle due bombe nella cattedrale del Monte Carmelo nelle Filippine, sull’isola di Jolo. A confermarlo è il capo della polizia regionale Graciano Mijares.
La prima esplosione è avvenuta all’interno della chiesa durante la celebrazione eucaristica. Il secondo boato all’esterno della cattedrale. La maggior parte delle vittime erano fedeli ma anche soldati. Il portavoce del presidente Rodrigo Duterte ha condannato la strage come “atto di terrorismo e omicidio”.
L’isola di Jolo è nella provincia di Sulu, appartiene alla regione autonoma del Mindanao musulmano. “Perseguiremo fino ai confini della terra gli spietati perpetratori dietro questo crimine vile fino a che ogni assassino sia assicurato alla giustizia e messo dietro le sbarre – ha detto Salvador Panelo -.La legge non darà loro alcuna pietà”.
La fondazione Aiuto alla chiesa che soffre esprime cordoglio per le vittime e vicinanza alle loro famiglie. Come ha raccontato ad ACS Monsignor Lito Lampon, vescovo emerito di Jolo e arcivescovo di Cotabato: “È successo durante la Santa Messa. La prima bomba è esplosa mentre i fedeli cantavano l’Alleluia – ha continuato – la seconda mentre le autorità rispondevano al fuoco”.
L’amministratore apostolico di Jolo, padre Romeo Saniel, ha inviato un messaggio ad ACS: “La maggior parte delle vittime è composta da fedeli che venivano tutte le domeniche alla Messa delle 8 di mattina, Daisy Barade delos Reyes è stato il presidente del consiglio parrocchiale, Romy Reyes e sua moglie Leah erano miei amici. Tutti loro sono rimasti coraggiosamente a Jolo nonostante le minacce e l’alto livello di insicurezza”. Saniel è convinto che si tratti di un attentato anticristiano e che le vittime siano state uccise a causa della loro fede. Aiuto alla chiesa che soffre ricorda, in una nota, di aver più volte denunciato che “da anni, nella regione a maggioranza islamica di Mindanao, i cristiani subiscono attacchi orribili a opera degli estremisti islamici e separatisti di Abu Sayaf, affiliati ad Isis”.
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