Quando la scuola è una preziosa alleata

di Giovanna Abbagnara

Claudio Marcellino è il Segretario Generale dell’ Associazione Famiglia e Scuola, nata nel 1974 a Milano per iniziativa di un gruppo di genitori e insegnanti. È sposato e ha sette figli. Quarantatré anni, docente di Filosofia e Storia in un Liceo milanese, da anni si occupa di Orientamento scolastico e universitario. Lo abbiamo incontrato per farci raccontare la sua esperienza come genitore e insegnante nelle scuole del FAES.

Le scuole FAES a Milano sono nate per iniziativa di un gruppo di genitori e di insegnanti. Perché come genitori avete sentito la necessità di aderire a questo progetto? 
Nei turbolenti anni ‘70 si sentiva l’esigenza di assicurare un’educazione in linea con la tradizione ancorata ai valori cristiani secolari. Oggi la sfida educativa si è fatta più complessa: la famiglia si trova isolata e molte volte dispersa. Abbiamo sentito l’esigenza di una scuola a misura di famiglia, dove la famiglia ha voce e soprattutto dove possa trovare un alleato nella formazione e nell’educazione dei figli. L’alleanza Famiglia e Scuola è infatti uno dei pilastri delle Scuole FAES.

I suoi figli hanno sicuramente seguito il percorso scolastico suggerito dal FAES. Quale esperienza hanno avuto? 
Ho sette figli. E tutti hanno frequentato e frequentano le Scuole del FAES. Dall’a- silo nido al Liceo. Molti sono gli episodi che potrei raccontare. I ragazzi sono molto legati alla loro scuola, ai compagni, ai tutor e agli insegnanti. Vivono la scuola serenamente e anche nei momenti difficili, non hanno mai smesso di voler andare a scuola. Per loro è la seconda casa. Sanno che i maestri, i prof. li vogliono bene e per questo pretendono da loro il meglio. A tavola spesso mia moglie ed io li invitiamo a raccontare la loro giornata scolastica: puntualmente i nostri figli grandi rifiutano… e subito si mettono a parlare dei compagni, dell’in- tervallo e alla fine senza accorgersene, parlano – con semplicità – del loro star bene a scuola, dei progressi e delle difficoltà, del tutor: il tutto con battute, tra il serio e il faceto. E quando qualche interrogazione o verifica non è andata come ci si aspettava, qualcuno di loro ritorna mesto a casa. Parlando la sera a tu per tu, mi colpisce la capacità di autocritica e di giudizio: “Papà, mi dice, “il prof. ha fatto bene a darmi quel voto, potevo fare di più e meglio…”. Lo incoraggio e lo sprono ad andare avanti in questo suo intento.

La sua scelta pone l’accento sul protagonismo della famiglia nell’ambito della scuola. Come si esprime questa soggettività nel cammino proposto dalle scuole FAES? 
I genitori sono i primi e principali educatori dei propri figli. In questo senso la scuola non si sostituisce mai a loro. La scuola riveste un importante compito di alleata della famiglia, in continuità con essa. La sua peculiarità è quella di istruire e formare culturalmente i ragazzi attraverso l’insegnamento delle diverse discipline in linea con il progetto educativo familiare. Nelle scuole FAES, le famiglie partecipano intensamente alla vita della scuola – da genitori! – in vari modi. Aiutando la scuola a organizzare attività culturali e ricreative; svolgendo compiti di “facilitatori” all’interno delle famiglie della classe; fornendo tempo e professionalità per svolgere incarichi e mansioni tecniche e specialistiche. Tutti sono coinvolti in qualcosa, per il bene degli altri, per far sì che gli altri possano vivere serenamente e in armonia l’esperienza educativa e scolastica. I genitori collaborano anche con la direzione della scuola nella programmazione delle attività e partecipano alle decisioni dei direttori e dei presidi. Nelle nostre scuole dunque si respira un clima di amicizia e di accoglienza che è un vero toccasana per la famiglia di oggi.

E qual è il ruolo dei tutors? 
Il tutor è normalmente un docente della classe al quale vengono affidati alcuni alunni. Il tutor è un orientatore e anche un amico del ragazzo. Le nostre scuole sono omogenee – ovvero le classi a partire dalla scuola Primaria sono solo maschili e o solo femminili, proprio per facilitare la formazione della personalità delle nostre ragazze e dei nostri ragazzi. Il tutor segue da vicino l’evoluzione e la crescita del suo tutorato e attraverso interventi continui e mirati aiuta la ragazza/il ragazzo ad affrontare le difficoltà e a misurarsi con la realtà. Il tutor incontra di frequente entrambi i genitori per fare il punto sull’andamento didattico e for- mativo dello studente. È un aiuto formidabile che l’alunno riceve e un imprescindibile sostegno per la famiglia.

I genitori come rispondono a questo coinvolgimento molto impegnativo? 
Alcuni all’inizio appaiono frastornati. Ma ben presto comprendono che quanto viene loro richiesto non è un impegno gravoso ma un “dolce peso” che deriva dalla responsabilità di essere genitori in un mondo ricco di opportunità ma anche di pericoli e di sfide difficili. Quando capiscono che vale la pena impiegare del tempo per formarsi e per aiutare la scuola e le altre famiglie, sono più felici e meno preoccupati per i propri figli.

La FAES propone un’educazione di tipo personalizzata. Come si realizza? 
Abbiamo già parlato del ruolo e dell’importanza della figura del tutor. L’educazione personalizzata è un altro degli aspetti peculiari e innovativi del Sistema educativo delle Scuole FAES. Il presupposto è che ogni alunno possiede una ricchezza umana e delle peculiarità cognitive ed emotive uniche e irripetibili, che sta a noi famiglia e scuola – ciascuno in virtù del proprio ruolo -, scoprire, valorizzare e inverare. Tirar fuori il meglio da ogni alunno è la grande sfida della scuola. Come si fa però a realizzare un obiettivo tanto arduo? Nelle nostre scuole ci proviamo – e i risultati pubblicati di recente dalla Fondazione Agnelli ci confortano – attraverso l’educazione e la formazione dell’intelligenza e della volontà di ogni singolo alunno. Ciascuno di loro ha una meta mensile che viene stabilita insieme al tutor in modo da rafforzare i punti di debolezza, progredire in quelli già positivi ed eccellere in quelle discipline e virtù nelle quali si hanno particolari disposizioni. Si predispone un piano d’azione e si scelgono gli strumenti, le metodologie più consone per raggiungere insieme l’obiettivo fissato. Nell’educazione se è possibile nulla al caso… Anzi, agire sempre con metodo.

Quante scuole avete fondato e quanti alunni avete avuto in questi anni? 
Una ventina in tutta Italia: a Milano, Roma, Palermo, Bologna, Bari, Napoli, Verona. Migliaia sono gli alunni che frequentano le nostre scuole. Normalmente i nostri Centri scolastici non sono molto grandi: due o tre sezioni per ciclo.

Ci sono novità in programma? 
A Milano apriamo due nuovi licei: Il Liceo Classico presso il Centro Scolastico Argonne di Via Melchiorre Gioia; e il Liceo Scientifico, presso il Centro Scolastico Monforte. Corsi di metodologia di studio per alunni della Primaria e Secondaria e un corso di scrittura audiovisiva per i liceali.




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