maternità surrogata

89 Associazioni non governative all’Onu: “Proibire la maternità surrogata”

utero in affitto

a cura della Redazione

Perseguire e prevenire la maternità surrogata a livello nazionale e internazionale, mettere fuori legge le agenzie, le cliniche e tutte le imprese che operano nel settore, vietare gli annunci pubblicitari che promuovono l’affitto di uteri. Lo chiedono all’Onu 89 associazioni provenienti da 17 Paesi. È una pratica “meschina ed egoista” che tende a formare un sistema di “domestiche riproduttive” e converte i minori in oggetti di acquisto su richiesta.

“Chiediamo a tutti i capi di Stato e di governo che partecipano alla 73esima sessione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite di dichiararsi pubblicamente a favore dei diritti umani di donne e bambini e del divieto globale di affittare uteri”. È quanto si legge in una dichiarazione, presentata all’Onu e sottoscritta da circa 89 organizzazioni senza scopo di lucro provenienti da 17 Paesi e molte di stampo femminista.

Tutte hanno aderito al movimento con il quale il gruppo spagnolo Recav (Red Estatal contra el Alquiler de Vientres: Rete statale contro l’affitto di uteri) ha invitato l’Onu e i governi di tutto il mondo a proibire la maternità a pagamento.

La petizione è stata presentata all’Assemblea generale, riunita in queste settimane a New York per il dibattito d’apertura della sua 73esima sessione. Si tratta di un’iniziativa partita da 134 donne spagnole che hanno già chiesto al loro governo di mettere fine a una pratica che: “Costituisce una grave violazione dei diritti umani e della dignità delle donne e dei minori, una forma di sfruttamento riproduttivo delle donne e che converte i neonati in un oggetto di transazione contrattuale e commerciale”.

In pochi giorni, alle promotrici spagnole si sono unite 28 organizzazioni francesi, altrettante argentine, 6 britanniche, 6 svedesi, 5 italiane, 3 messicane, 3 australiane e varie di Stati Uniti, India, Belgio, Germania, Olanda, Canada, Thailandia, Cambogia, Perù e Repubblica Dominicana.

Le firmatarie definiscono l’affitto di uteri come una pratica “meschina ed egoista” che tende a formare un sistema di “domestiche riproduttive” e converte i minori in oggetti di acquisto su richiesta. Il loro obiettivo è bloccare alla radice i tentativi di legalizzare la gestazione surrogata altruistica come un eufemismo per giustificare una pratica che potrebbe portare a un nuovo traffico di donne e di bambini.

Le organizzazioni firmatarie chiedono che i governi promuovano tutte le misure necessarie per perseguire e prevenire la maternità surrogata a livello nazionale e internazionale. E inoltre chiedono di mettere fuori legge le agenzie, le cliniche e tutte le imprese che operano nel settore della maternità surrogata. La petizione, diffusa in tre lingue, denuncia come la maternità surrogata rappresenti “una forma di sfruttamento riproduttivo delle donne che trasforma i neonati in un oggetto di negoziazione contrattuale e commerciale, mette a rischio l’integrità fisica e psicologica delle donne e mina il loro diritto alla filiazione e che viola il diritto dei bambini di conoscere la loro origine”. La dichiarazione richiede anche il divieto esplicito di tutti gli annunci pubblicitari in questo settore.

La petizione è stata depositata, in attesa che venga esaminata dalla presidenza dell’Assemblea generale e approvata per essere discussa e, possibilmente, votata. Il movimento e la sua pressione sull’Onu ricorda la mobilitazione di decine di Ong contro le armi atomiche, che è sfociata, poco più di un anno fa, nell’approvazione da parte dell’Assemblea generale di uno storico trattato che vieta lo sviluppo, la produzione, il possesso, l’impiego e persino la minaccia d’uso delle testate nucleari.




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