Frammenti di vita familiare

di Emanuela Pandolfi

Chi si avvicina alla vita di Zelia Guérin, così come a quella dello sposo Luigi Martin, resta affascinato dalla loro fede. Testimoni umili ma forti di quanto l’amore coniugale benedetto dal Signore possa essere fecondo. Nella recente pubblicazione “Frammenti di vita familiare” troviamo una selezione delle Lettere di Zelia affidata ad un gruppo di giovani sposi, tutti alle prese con la vita familiare e i doveri della professione. Abbiamo intervistato due dei cinque autori.

Giovanna Pauciulo
Madre nella gioia e nel dolore. Come potrebbe tracciare la dimensione materna vissuta da Zelia?
La maternità in Zelia completa e compie la sua femminilità. Ella è madre per vocazione e per scelta. Nel focolare domestico Zelia eccelse nella sua missione di evangelizzazione e santificazione. Contrariamente a molte mamme del ventunesimo secolo che rifiutano la maternità biologica, per- ché avere un figlio significa rinunciare al tempo per sé, alla realizzazione professionale, alla vita sociale, Zelia trova la sua realizzazione piena nella maternità. La sua esperienza si avvicina a quella di tante donne di oggi che sono divise tra i tempi familiari e quelli lavorativi. Zelia accetta la fatica, ma tutto resta sempre e comunque subordinato al primato della maternità. L’apice della maternità lo svela nel modo di affrontare la morte di 4 dei suoi 9 figli. È contro natura che una madre sopravviva ad un figlio, Zelia lo ha fatto 4 volte, custodendo intatta la sua fede verso Dio, continuando a vivere la sua missione procreatrice accogliendo con immensa gioia ogni nuova maternità.

Zelia nella malattia, nel matrimonio, nelle amicizie e nei rapporti familiari svolge un continuo esercizio: l’offerta di sé.
Zelia non accetta nulla passivamente. Ella combatte, chiede coraggio, trova nella preghiera e nella Vergine Maria conforto e consolazione. Ma poi dopo aver fatto tutto, si arrende e, come Maria, pronuncia il suo fiat. Eroicamente ella si offre. Per Zelia Guérin, l’offerta di sé non era la forma ma il contenuto della sua esistenza. Consapevole di essere “stata comprata a caro prezzo” (1 Cor 6,20) fa della sua vita un’offerta gradita a Dio: prende la sua croce, sopporta la mortificazione, umilmente accoglie i disegni di Dio, vive il dolore e la sofferenza per la morte dei suoi figli, accetta la malattia che la consuma prematuramente, sceglie di morire a se stessa in serenità di spirito tutta protesa verso il Cielo.

Cosa le piace di Zelia? 
Mi piace il suo carattere: determinata e docile, umile e abile, capace di ricostruirsi. Mi piace l’amore per la vita. Zelia si prende cura di tutti e di ciascuno in modo delicato e rispettoso. Ella ha responsabilmente vissuto i suoi giorni terreni custodendo lo sguardo fisso al Cielo, per questo ha piena- mente risposto alla sua vocazione ed è divenuta modello di virtù.

Alfredo Cretella
Zelia donna-imprenditrice conquista la fama d’atelier prestigioso e rispetto dai collaboratori e dai clienti. È il sogno di ogni donna in carriera. Cosa ha Zelia di diverso? 
Zelia non sacrifica sull’altare della carriera né la famiglia, né la fede. Anzi sono proprio queste due componenti predominanti della sua vita, che paradossalmente le consentono di arrivare al successo, nonostante le sue iniziali diffidenze e incredulità. In verità, il successo di Zelia non ha niente a che vedere con quello di cui parlano sempre più frequente- mente i rotocalchi di oggi, riferendosi alle donne moderne in carriera. Zelia visse il suo lavoro con grande abnegazione e capacità, vedendo però in esso sempre e solo un mero strumento per dare il pane alla propria famiglia e a quella delle sue operaie. Né il successo, né la ricchezza furono delle chimere da cui fu mai attratta; questo fu possibile perché al primo posto, lei e il suo Luigi, nel loro cuore, misero sempre Dio.

Lo stile di povertà che ha contraddistinto la famiglia Martin oggi verrebbe confuso con la taccagneria.
La famiglia Martin scelse la sobrietà, tendente all’essenzialità, come via di perfezione; a Luigi e Zelia, infatti, non sfuggì mai che la ricchezza e l’agiatezza potevano costituire un ostacolo e non un viatico nel cammino verso la salvezza; così tennero ben distinta la capacità reddituale, dalla capacità di spesa: la prima era espressione del loro duro lavoro e dei continui sacrifici e andava amministrata in vista di ciò che il futuro avrebbe riservato alla loro numerosa famiglia; la capacità di spesa misurava, invece, più con- cretamente, ogni giorno, ciò che per i coniugi Martin era necessario e cosa no nella ricerca di Dio. Quanto al fatto che il loro stile di vita possa essere confuso con la taccagneria, va precisato come l’oculatezza con cui i coniugi Martin amministrarono il loro patrimonio, non rappresentò per loro mai un impedimento concreto per far del bene a tutti coloro che li cir- condavano; anzi, è proprio il caso di dire che l’agiatezza rappresentò in quel caso una cassa di risonanza della loro generosità. Il loro esempio dovrebbe spingere tutte le famiglie di oggi a fare lo stesso, nella convinzione che il benessere, quando c’è, va ben utilizzato per il raggiungimento del Regno di Dio e non sprecato alla ricerca di false ed effimere soddisfazioni terrene.

Cosa le piace di Zelia? 
Zelia come la santa figlia Teresa scelse tutto, senza accontentarsi di singole parti. nScelse di essere madre generosa, moglie amorevole, lavoratrice indefessa, rimanendo sempre anzitutto cristiana autentica, dandosi ad ognuno di questi ambiti, senza mai sacrificare gli altri. Lo potette fare non perché fu wonder woman, ma perché capì e mise in pratica, in maniera mirabile, questa frase del Vangelo “cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta” (Mt 6, 34).




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stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

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