Onore al merito

di Silvio Longobardi

Non appare ma c’è, eccome! I mass media ignorano la famiglia o ne parlano solo quando eventi di cronaca costringono ad entrare nella casa, a scrutare con morbosa curiosità nelle pieghe delle relazioni. Sui fatti di Cogne e sul rapporto tra la Franzoni e il piccolo Samuele sono state fatte le più svariate ipotesi, sono intervenuti esperti e tuttologi, quella vicenda è stata rimestata da cima a fondo, letta con lenti di ingrandimento. La famiglia normale, invece, quella che ogni giorno vive e lavora, rimane sconosciuta, abbiamo quasi l’impressione che non esiste. E, se esiste, è del tutto marginale. Ma siamo proprio sicuri di poter fare a meno di questa presenza discreta, che compie una silenziosa ma feconda opera educativa? Pensiamo davvero di poter costruire una società degna dell’uomo senza quel surplus di umanità che la famiglia semina a piene mani nel tessuto della convivenza?

Un attento osservatore della vita culturale e politica italiana, Ernesto Galli della Loggia, ha scritto mesi fa sulCorsera che la famiglia appare agli occhi dei più come la quintessenza della mediocrità. Ed è vero, ha aggiunto, che spesso al suo interno nascono drammi che pesano per tutta la vita. “Eppure, continua il professore, nei grandi disastri delle biografie personali e della storia collettiva, in tutti gli 8 settembre della vita, è a quella zattera sconnessa che finiamo ogni volta per aggrapparci disperatamente, inevitabilmente, per cercarvi un momento di respiro o l’ultimo aiuto possibile”.

Non intendo nascondere il disagio in cui vivono tante famiglie. Conosco i limiti e la fragilità di tante coppie. Ma so anche che sarebbe sbagliato negare la vitalità della famiglia e il ruolo che di fatto esercita ne contesto di una società sempre più sfilacciata sul piano relazionale.

La nostra rivista ha cercato quest’anno di presentare il volto normale di tanti sposi impegnati nella quotidiana opera educativa e attenti alla questione sociale; famiglie che vivono la fede come una sfida quotidiana e altre che sono partite per testimoniare il Vangelo negli angoli più dimenticati della terra; famiglie che accolgono con generosità la vita e altre che s’impegnano nei vari sentieri del volontariato. È emerso un quadro inedito, un dinamismo insospettato e un’ansia di protagonismo che i media non registrano, impegnati come sono a seguire le vicende del Palazzo.

Onore al merito per queste famiglie che sono costrette ad andare controcorrente per rimanere fedeli alla verità del loro amore. Onore a quegli sposi che sperimentano tutta la fatica di volersi bene ma non rinunciano a camminare insieme. Onore anche a quelli che non si nascondono dietro la debolezza per giustificare i loro sbagli. Onore a quanti sono capaci di ricominciare, mille volte se necessario, per amore dei figli che hanno tutto il diritto di crescere in una famiglia normale, dove il padre e la madre possono litigare ma sanno chiedersi perdono.

A noi non interessa la famiglia del Mulino Bianco, tutta baci e sorrisi. Ma la famiglia dove la convivenza è una faticosa conquista, un’avventura sempre nuova. È questa la famiglia che abbiamo cercato di raccontare e che, a Dio piacendo, cercheremo di fare anche il prossimo anno. Non fateci mancare il vostro sostegno.




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