La speranza di un futuro diverso

di Carmela Memoli

La storia di un’affido difficile in un’Oasi di accoglienza dell’Associazione Progetto Famiglia.

Angela e Marianna arrivano all’Oasi Betlemme nel 2000, sono due sorelle di 14 e 10 anni con diversi problemi alle spalle. Provengono da una famiglia molto numerosa, ultime di otto figli, il padre completamente assente la madre, una donna molto fragile, succube del marito, con gravi difficoltà psicologiche che le impedivano di prendersi cura dei figli più piccoli. Dopo alcuni anni i servizi sociali intervengono per allontanare le figlie più piccole dal contesto familiare e collocarle presso una casa famiglia.  Le due minori all’inizio hanno molte difficoltà ad adattarsi ed inserirsi nella loro nuova casa. Angela è un’adolescente che si ribella alle regole, non si fida di nessuno, e per questo si chiude in se stessa. Marianna, invece, è una bambina piena di gioia e di voglia di vivere, ed è una grande chiacchierona, s’inserisce subito all’interno della casa  a differenza della sorella Angela, che non accetta l’allontanamento dalla sua famiglia. La ribellione a questa situazione si manifesta palesemente, quando alla notizia del trasferimento in una casa famiglia, le due sorelline scappano dal centro educativo, in cui trascorrevano le ore dopo la scuola. Si mobilitano i Servizi Sociali e la Polizia, e dopo alcune ore di ricerca Angela e Marianna sono ritrovate presso una  zia, che ignara dell’accaduto, le aveva ospitate per qualche ora.

L’inserimento nella casa famiglia è stato molto difficile, le bambine vengono ricoverate in ospedale per alcuni problemi sanitari. Dopo le cure, e la guarigione, finalmente rientrano ma tutti sanno che il lavoro sarà molto duro. Angela si presenta come una ragazza troppo cresciuta per la sua età, molto truccata, fuma, è ribelle e non accetta alcuna regola. Marianna, invece, è molto docile, va accompagnata in ogni cosa. Oltre a questi problemi, si aggiunge anche l’incomprensione tra le due sorelle: Angela si vergogna della sorella Marianna, del suo aspetto e dei suoi modi di fare, un po’ inopportuni, tanto che non vuol far sapere agli altri che quella bambina è sua sorella. Ma i problemi non finiscono qua. Dopo alcuni mesi di permanenza nella casa famiglia, si scopre che la piccola Marianna aveva subito, quando viveva con i suoi genitori, degli abusi da parte di un vicino di casa. Immediatamente vengono presi i provvedimenti necessari e l’uomo viene condannato a scontare la sua pena.  Nell’estate dello stesso anno,  Angela scappa insieme al suo fidanzato; ma la loro fuga d’amore non dura a lungo, dopo poco più di ventiquattrore i due ragazzi fanno ritorno a casa. Le cose sembrano migliorare, con un duro lavoro e l’amore dei coniugi Pandolfi, responsabili della casa famiglia, le due sorelline s’inseriscono molto bene. Angela in seguito alla sua bravata estiva, mette la testa a posto, decide di continuare gli studi, dopo la licenza media s’iscrive all’istituto alberghiero. Marianna che appena arrivata sembrava un maschiaccio, ha fatto crescere i capelli ed indossa con disinvotura vestiti e gonne da ragazzina.

Entrambe hanno recuperato il livello scolastico, hanno recepito le regole della buona educazione, ma la cosa più bella è che piano piano hanno riallacciato i legami con la loro famiglia, superandone l’abbandono e la non cura. Dopo due lunghi anni di vita all’Oasi Betlemme Angela e Marianna hanno assaporato la bellezza di avere una famiglia, ed hanno imparato a conoscere ed amare la propria.

E’stato un cammino lungo e faticoso, fatto di cadute e di insucessi, ma i passi in avanti ed i progressi sono stati tanti. Quando finisce un percorso di accoglienza non si contano i risultati ma si guarda al tratto di strada che si è fatto insieme, ai cuori, ai volti  e alle vite che si sono incrociate lasciando a ciascuno un pezzo dell’altro. Vivere un’esperienza di accoglienza ti cambia la vita, ti coinvolge e ti impegna, ma ti lascia nel cuore la speranza che anche il più piccolo gesto d’amore e di solidarietà costruisce un futuro diverso e possibilmente migliore per tanti bambini e ragazzi.




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