Solidarietà

“I miei ragazzi a lezione di solidarietà presso la Caritas di Pistoia”

di Elisabetta Cafaro

Lasciamo per qualche ora le mura della scuola per far visita alla Caritas di Pistoia. In un attimo il gioco è fatto: i ragazzi si lasciano interpellare dall’esempio di chi fa concretamente del bene e si mettono a servizio. Sono questi i giovani che l’Italia aspetta.

È stato bellissimo ed emozionante uscire fuori dalle mura scolastiche per vedere come la carità prende forma e diventa concretezza. Lo abbiamo fatto insieme ad alcune classi dell’Istituto Pacini, abbiamo visitato la struttura della Caritas di Pistoia, desiderosi di potere apportare il nostro piccolo contributo e di comprendere come ognuno di noi è una piccola, grande risorsa per l’umanità. Tra gli antichi borghi di una Pistoia primaverile sperimentiamo la gioia della comunione e della solidarietà verso il prossimo, camminiamo insieme, emozionati, a passi spediti…

Sara e Caterina, due tra i tanti volontari che si alternano alla Caritas, ci accolgono con un sorriso radioso, qualcosa che non si trova ordinariamente in giro né a scuola né per strada. È un sorriso speciale che lascia trasparire la gioia del cuore e che interpella i miei ragazzi. Li osservo mentre cominciano a farsi domande.

Sara, guardando l’orologio, ci racconta che tra un po’ arriveranno gli ospiti per la colazione. Spesso arrivano cornetti e vari dolci avanzati dal giorno prima, ma buoni e ben tenuti che alcuni gestori di attività nella zona offrono molto volentieri. “Questo è il posto dove se si perde qualcosa non è facile che la ritrovi – ci racconta Caterina con un sorriso – ma è anche il posto dove c’è chi in una borsa di plastica conserva tutto il suo mondo o chi pur avendo una casa ha perso il lavoro e pur avendo un cellulare all’ultimo grido, una borsa firmata, non ha più come vivere dignitosamente. Questo è il luogo dove bisogna sostenere sia psicologicamente che materialmente”.

Ogni giorno sono serviti circa 70 pasti nella sala mensa. Un’aria di accoglienza che offre un servizio insostituibile. Un pasto caldo non soddisfa solo un bisogno fisiologico, ma in questo caso diventa anche occasione per scambiare qualche parola e trovare un po’ di conforto, come ci spiega Sara. Oltre al servizio mensa, la struttura offre agli ospiti anche la possibilità di farsi una doccia, lavare i propri vestiti e fra non molto, ci comunica felice Caterina, sarà inaugurato anche un altro dormitorio, utile nella stagione fredda quando l’emergenza raggiunge il picco.

Mentre visitiamo la struttura, il nostro sguardo si sofferma su un tovagliolo di carta bianco tra le mani piccole e delicate di una giovane volontaria, mentre avvolge con cura le posate che serviranno per il pranzo. Gesti semplici di chi è abituato a concedere qualcosa di sé; gesti che sono messaggi d’amore e di carità, messaggi di cui nessuno parlerà.

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Noto negli occhi di qualcuna delle mie ragazze qualche lacrime di commozione. Gli altri compagni non piangono, ma sono contenti e si sentono “eroi” per il piccolo contributo che hanno dato. Con pochi euro a testa siamo riusciti a fare un’enorme spesa, facendoci così ultimi con gli ultimi come ci insegna il Vangelo. Subito dopo la visita, mi accorgo che un gruppetto di ragazzi è acceso da una conversazione animata. Li raggiungo e mi metto ad ascoltarli: sono i ragazzi di quinta Dsc (scienze applicate), parlano animatamente delle leggi, del governo e di come costruire ponti che uniscono. Quel semplice viaggio nel mondo dei poveri, sembra aver offerto breccia nei loro cuori. Li ha scossi e ha offerto loro motivazioni valide ad offrire sostegno in tutti i sensi anche con il volontariato. Sorrido soddisfatta e mi convinco che sono questi i giovani che l’Italia aspetta.

Nel ricordare a tutti che la speranza è la forza che sorregge il mondo e che un sorriso apre nuove pagine d’amore; vi invito a leggere la riflessione di una mia giovanissima alunna di appena 15 anni che mi ha scritto poco dopo la visita.

“Cara prof, abbiamo sperimentato che i poveri ci sono ancora oggi, spesso a pochi metri dalle persone benestanti in senso spaziale, ma molto lontani dal punto di vista sociale, economico, affettivo, esistenziale, culturale, etc. La vera fame non è solo rappresentata dalla solitudine, dalle dipendenze, dalla vecchiaia disprezzata, dalla mancanza di amore in generale… ma esiste ancora la fame di cibo. Grazie per averci fatto fare questa bella esperienza! Abbiamo toccato con mano l’amore sperimentando nel nostro cuore e nella nostra anima le parole della dolce Santa di Calcutta; “Chi nel cammino della vita ha acceso anche soltanto una fiaccola nell’ora buia di qualcuno non è vissuto invano.”

Camilla




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4 risposte su ““I miei ragazzi a lezione di solidarietà presso la Caritas di Pistoia””

Buonasera ragazzi,mi fa molto piacere che vi siete messi con tanta gioia e speranza in cammino verso la carità. La carità io l’ho paragonata sempre come un fiore che sorge vicino all’erba cattiva,nel senso che molte volte anche le persone più buone si fanno trascinare da gruppi negativi, ma la vera persona io credo che deve continuare quello che si sente di fare e mai farse trascinare da pensieri o comportamenti altrui. Mi è piaciuta molto la definizione di carità interpretata dalla volontariata,Sì la carità non è solo spirituale ma anche materiale,carità è quando c’è il poveretto per strada che vuole,che cerca aiuto e noi come grande gregge di Dio dobbiamo aprire il nostro cuore,e donare la pace: stendergli la mano,regalargli un sorriso,digli non ti preoccupare. Non è detto che le persone ricche hanno tutte la felicità,anzi forse il contrario,sono solo felici materialmente e non spiritualment,spesso invece il più povero è il più felice. Sono contentissima che vi siete messi in cammino alla scoperta di questo dono:scoprire e donare la carità,la vera ricchezza della vita. Vi saluto.

Aiutare chi è in difficoltà significa sostenere delle persone sia materialmente che psicologicamente. Chiunque si sente meno solo e meno dimenticato, così da far capire come la vita possa continuare nonostante la povertà. Centri come questo dimostrano come aiutare faccia bene sia alla persona in difficoltà, sia all’anima di chi è volontario. È giusto lasciare anche solo un piccolo barlume nella vita buia di qualcun altro. Solo così saremo tutti più felici e sereni!

Questa mattina in classe abbiamo letto l’articolo,siamo i ragazzi della 5D ed ognuno di noi vuole dire qualcosa in merito a questa esperienza. Io, Sofia, personalmente penso che sia stata un esperienza utile per farci comprendere e vivere problematiche sociali di cui a volte siamo spiritualmente lontani. Lorenzo, invece pensa che l’importante sia, con piccole azioni, aiutare il prossimo. Alessio invece pensa che sia utile contribuire alla costruzione di una società più benefica e umanitaria, Matteo pensa che è importante toccare con mano i disagi sociali perchè spesso se ne parla dall’alto senza capire realmente quali sono i veri bisogni e interagire realmente. Per Luisa è importante vedere che sono molte le persone che aiutano e sostengono questa associazione e anche noi nel nostro piccolo siamo riusciti a dare una mano. Per Anastasia è stato importante fare un piccolo gesto per poter dare un contributo a chi sta peggio di noi. Per Davide è stato un bel gesto che molte persone dovrebbero fare. Infine Leonardo pensa che questa esperienza sia stata molto toccante perchè grazie a questa uscita ci siamo avvicinati ad una realtà diversa dal solito. Un caro saluto dalla clase 5D scienze applicate.

Che emozione!Questa mattina vedere la nostra foto di classe sul giornale online punto famiglia.net. La visita alla Caritas di Pistoia ha dato a tutti noi nuovi slanci;

Xhanmarko: questa esperienza è stata molto interessante e ci ha aperto una realtà a noi in parte sconosciuta.

Matteo: sinceramente l’idea di andare a fare servizio lì mi ha colpito e sicuramente la prenderò in considerazione. E’ stata una bella esperienza e spero di fare altre uscite del genere con la professoressa.

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