Novità editoriale La felicità costa, può trovarla solo chi è disposto a perdere tutto il resto Autore articolo Di Punto Famiglia Data dell'articolo 7 Marzo 2018 2 commenti su La felicità costa, può trovarla solo chi è disposto a perdere tutto il resto a cura di Emanuela Pandolfi Che senso avrebbe la vita senza la ricerca della gioia vera? A questa domanda cerca di rispondere Giovanna Abbagnara, autrice del testo “#Trova la perla preziosa” in uscita questa settimana per le Edizioni Punto Famiglia. Perché un libro sulla felicità? Viviamo in un tempo in cui su internet abbondano i consigli su come raggiungere la felicità attraverso alcuni passi vincenti. Più che altro sono indicazioni legate ad un’autodisciplina nelle relazioni, o nella forma fisica, o a tecniche di meditazione personale. Io propongo una ricetta che ho sperimentato per prima: l’incontro con Gesù Cristo. Solo Lui può cambiare la vita di una persona e ridare senso all’esistenza come alla morte. Detto così potrebbe sembrare una cosa semplice… Hai ragione. La mia affermazione è il punto di arrivo di un cammino, di una ricerca, di una disponibilità a mettermi in viaggio proprio per cercare quella perla preziosa di cui si parla nel titolo del libro. E la ricerca, comporta sacrificio e impegno ed essere disposti ad imparare l’arte dei piccoli passi. Quando ero giovane mi è stato insegnato il tempo del silenzio e della meditazione personale e ancora oggi nella mia giornata mi è essenziale dedicare spazio alla preghiera e all’ascolto della Parola di Dio. Senza questo tempo mi sembrerebbe impossibile affrontare le relazioni familiari e amicali, il lavoro, il volontariato e anche stendere la lavatrice a mezzanotte. Quali sono le motivazioni che ti hanno spinto a scrivere questo testo dedicandolo ai giovani? Ho un figlio che quest’anno diventa maggiorenne e affronterà la maturità, seguo da molti anni un gruppo giovani nel cammino di fede. Quando penso a loro mi chiedo se ho fatto bene tutta la mia parte come educatore. Penso che come adulti abbiamo nei loro confronti una grande responsabilità: abbiamo quasi completamente smesso di investire sulla loro felicità perché abbiamo rinunciato ad educarli, a trasmettere loro l’arte del silenzio, del sacrificio, della fedeltà, dell’impegno. Forse perché anche noi abbiamo smesso di crederci. Eppure la grammatica della felicità si declina proprio a partire da queste parole. Quando mi capita di incontrare i genitori nelle parrocchie faccio sempre loro questa domanda: “Volete che i vostri figli siano felici?”. E tutti mi rispondono sempre con la luce negli occhi: “Certo!”. Ebbene la mia risposta li spiazza sempre: “Dobbiamo consegnare loro il dono della fede”. A patto di viverlo in prima persona. Come è strutturato il tuo libro? Al centro c’è il brano del Vangelo (Mc 10,17-22) in cui un tale, definito giovane da un altro evangelista, va da Gesù per chiedere il segreto della vita eterna e cioè della felicità e purtroppo torna a casa triste perché il Maestro gli parla di rinunce, di libertà dai suoi beni, di capacità di amare i comandamenti e non subirli come una legge imposta. E perde il suo appuntamento con la gioia vera. Il commento al brano è arricchito da domande precise per aiutare il lettore a fare un percorso di verifica e di crescita. C’è anche per ogni capitolo una lettera indirizzata a Mattia, è un nome che mi piace molto e in cui rivedo il volto di tutti i giovani incontrati in questi anni. Quasi un modo per riallacciare con loro un rapporto epistolario. Una buona parte è dedicata anche ad alcune figure di giovani. Sì, per me è stata la parte più commovente di questo lavoro. Per ogni capitolo ho scelto di presentare la vita di cinque giovani che nella loro esistenza hanno trovato la perla preziosa: Rossella Petrellese, Carlo Acutis, Emer Mezzanotte, Carlotta Nobile e Jacques Fesh. Hanno incontrato Gesù e anche se hanno vissuto spesso indicibili sofferenze nel corpo, hanno custodito il tesoro prezioso della fede. Leggere le loro biografie e i loro scritti è stata un’immersione nella grandezza dell’amore di Dio che opera meraviglie con i suoi figli. Non sono molto conosciuti ma, secondo me la Chiesa fa bene a ricordarli perché i nostri giovani hanno bisogno di testimoni più che di maestri. La Chiesa quest’anno si prepara a vivere anche un Sinodo ad ottobre 2018 proprio dedicato ai giovani. Esatto, nel testo propongo infatti anche dei laboratori che possono aiutare la preparazione di questo importante evento ecclesiale. Faccio mie le parole di papa Francesco ai giovani del Bangladesh: “Assicuratevi di scegliere la strada giusta. La nostra vita non è senza direzione, ha uno scopo, uno scopo datoci da Dio”. I giovani vanno aiutati a trovare questo scopo che sappiamo essere l’incontro con Gesù di Nazaret, la perla preziosa. Puoi acquistare il libro cliccando QUI Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia Cari lettori di Punto Famiglia, stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11). CONTINUA A LEGGERE ANNUNCIO 2 risposte su “La felicità costa, può trovarla solo chi è disposto a perdere tutto il resto” La vita ha un senso se si sceglie la strada giusta,che è quella della fede in Dio. Il dono più grande di la fede x i giovani…vivere così con la vera libertà.. .riconoscendo di essere concepiti amati ed avere un identità come figli di un padre fonte di tenerezza e amore Lascia un commento Annulla rispostaIl tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *Commento Nome * Email * Sito web Per commentare bisogna accettare l'informativa sulla privacy. Ho letto e accettato la Privacy Policy * Ti potrebbe interessare: “Noi, portate in pellegrinaggio dai santi Martin”: quattro suore si raccontano “Volevo essere pura, ma non ci riuscivo per insicurezza. Poi accadde qualcosa…” Carlo Acutis e Piergiorgio Frassati: ecco le date della loro canonizzazione Causa di canonizzazione per Carlo Casini? 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Il dono più grande di la fede x i giovani…vivere così con la vera libertà.. .riconoscendo di essere concepiti amati ed avere un identità come figli di un padre fonte di tenerezza e amore