Tutta la verità

Mettere la Chiesa sul banco degli imputati, anzi come l’unica imputata, fa comodo, serve a distogliere lo sguardo da altre e ben più gravi responsabilità. Santoro ha il diritto di parlare di qualunque tema, ci mancherebbe! Ma ha il dovere di affrontare la problematica in tutto il suo spessore. Pretendere di trattare una questione delicata e complessa come la pedofilia a partire da un documentario che offre una sola prospettiva, e per di più viziata da un pregiudizio personale (l’autore di quel documento “giornalistico” da ragazzo ha subito violenza da un prete), vuol dire comunicare un messaggio molto parziale. E per quanto il conduttore all’inizio della trasmissione si affrettava a ribadire, con sospetta insistenza, che si trattava di “casi singoli”, rimane la sensazione che quell’operazione mediatica aveva lo scopo di presentare l’intera Chiesa Cattolica come un’istituzione inaffidabile, oggettivamente complice del comportamento pedofilo dei suoi ministri.

Invece di far fronte comune contro un dramma che accompagna da sempre la vicenda umana, si pone sotto accusa proprio la Chiesa, l’unica tra le grandi istituzioni che s’impegna per una seria educazione sessuale e lotta contro un relativismo etico che genera e giustifica ogni forma di abuso.

La pedofilia non è una piaga che alligna solo all’interno delle strutture ecclesiali ma un fenomeno ben più ampio che coinvolge ogni anno milioni di bambini, 158 milioni secondo don Fortunato Di Noto, che cita cifre ufficiali dell’Onu. Quali sono le cause di questo triste mercato che fa del corpo umano una merce, offende la dignità della persona e, quel che è peggio, calpesta l’innocenza dei piccoli? E perché tanta connivenza? Come mai nessuna indagine giudiziaria riesce a contrastare il fiorente turismo sessuale e a incastrare gli orchi in giacca e cravatta che lo usano come diversivo per le loro vacanze? Come è possibile che i siti pedo-pornografici possano prosperare sul web senza che nessuno alzi la voce scandalizzato? Come mai la prostituzione viene tollerata, pur sapendo che sempre più spesso coinvolge giovani minorenni provenienti dell’est e costrette a vendere il proprio corpo? E perché nessuno  è stato mai processato per questo reato?

Noi vogliamo la verità, tutta la verità. Se vogliamo davvero affrontare la problematica allarghiamo l’orizzonte. Siamo proprio sicuri che la pedofilia non abbia a che fare anche con una cultura della sessualità che esalta esclusivamente il piacere a scapito della relazione? Comportamenti aberranti come questi non possono nascere più facilmente in una cultura che in nome della libertà individuale chiude gli occhi sul male?

Queste domande non distolgono lo sguardo dal male commesso dai ministri della Chiesa; e non tolgono il dolore per quel “mistero di iniquità”, come lo ha definito Giovanni Paolo II, che ha trovato spazio anche nella Chiesa. Non vogliamo cancellare questa ferita con il silenzio imbarazzato, vogliamo che bruci sulla pelle e sia per tutti noi una memoria viva di quell’umana debolezza che accompagna la vita della Chiesa e dalla quale possiamo essere salvati solo dalla grazia di Cristo.




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