castità
Cara Nicole, sei sicura di mettere in vendita solo la tua verginità?
di Giovanna Abbagnara
Nicole, nome di fantasia, una ragazza di 18 anni, modella, decide di mettere all’asta la sua verginità, venderla al migliore offerente. Da donna so che questo viaggio spegnerà per sempre la luce che ha nel cuore. Da madre ho bisogno di parlarle.
Cara Nicole,
hai l’età di mio figlio, permettimi di parlarti come una madre. Da qualche giorno sei nei miei pensieri. Sei davvero una ragazza molto bella. I tuoi occhi grandi e spaventati mi rincorrono senza sosta. Da quando ho visto il video in cui hai messo all’asta la tua prima notte d’amore su un sito internazionale di escort di lusso per pagarti gli studi a Cambridge, mi interrogo dove e come abbiamo sbagliato come adulti per consegnarti un presente così triste e un futuro con queste prospettive.
Lo so è difficile parlarti senza passare per bacchettona e moralista. Tu sei maggiorenne e puoi disporre del tuo corpo come vuoi ma quelle tue parole rilasciate in un’intervista all’Huffpost in cui spieghi la tua scelta, mi rattristano tantissimo: “Avevo 16 anni quando l’ho deciso e stavo con un ragazzo che aveva qualche anno più di me. Gli dissi che consideravo la mia verginità molto importante e che la volevo perdere con qualcuno che per me fosse speciale. Lui mi rispose che desiderava vivere con me, fare una famiglia insieme: mi spaventai, del resto avevo solo 16 anni. Per lui, che era più grande, era normale pensare a sistemarsi, ad avere dei bambini, ma per me no. L’ho lasciato. Ho poi deciso di vendere all’asta la mia verginità trovando su internet storie simili: io cercavo dei modi per finanziare la mia formazione e mi sono imbattuta nelle storie di ragazze che vendevano se stesse per delle cifre enormi. Quindi ho scelto di provare anche io una volta compiuti i 18 anni”.
E sospinta dal giornalista che ti chiede qual è il tuo obiettivo, aggiungi: “Innanzitutto vorrei comprare una casa ai miei genitori, perché viviamo in un appartamento in affitto: penso al loro futuro, a quando invecchieranno, e desidero che possano trascorrere la loro vecchiaia in serenità. Poi mi piacerebbe aiutare mia sorella a studiare, a frequentare un’università prestigiosa all’estero. Io invece spero di poter prendere lezioni di business a Cambridge”. Quanta tenerezza mi fai cara Nicole. Non ti ascolto con il cinismo di chi snobba le motivazioni che esponi. Troppo facile per noi adulti liquidare i nostri giovani con frasi del tipo: “I tempi sono cambiati!”. Ti guardo come in questi mesi sto guardando mio figlio. Anche lui frequenta come te l’ultimo anno del Liceo e nella bisaccia ha tanti sogni che vorrebbe realizzare: andare a studiare fuori, lavorare per rendere più pulito il nostro pianeta, avere una famiglia. Proprio come te quando dici: “Spero però di avere un buon lavoro, di poter costruirmi una famiglia e di riuscire a mantenerla, di far studiare i miei figli in buone università”.
In fondo i vostri sogni non sono affatto diversi, grandi e forti come solo un cuore giovane può avere. Questi progetti sono buoni e sei chiamata a lottare per realizzarli ma i mezzi che hai scelto per arrivare alla tua felicità, figlia mia, ti daranno una grande tristezza e ti consegneranno una immensa amarezza. Perché nel momento in cui ti concederai ad un perfetto sconosciuto che non conosce ciò che ti porti nel cuore, che non conosce le tue abitudini, il tuo modo di sorridere o di toccarti i capelli quando sei nervosa, che non se ne frega nulla di quello che farai l’indomani mattina, decidi di slegare la tua anima e il tuo cuore dal tuo corpo. E questa frattura di una notte, ti accompagnerà per tutta la vita.
All’asta non hai scelto di mettere solo la tua verginità fisica come un gioco all’ultima offerta, hai messo in vendita il candore e l’ardore dei tuoi anni. Sul patibolo non stai sacrificando solo il tuo imene ma mercanteggi un cuore esposto alle brame del piacere del riccone di turno. Difficile pensare che non ricadrai più in questa spirale nonostante oggi pensi il contrario.
C’ è una armonia che siamo chiamati a custodire, un’unità fatta di carne e di cuore, una pienezza che si raggiunge solo tentando di tenere unite queste due parti di noi. Quelle ragazze che tu guardi con ammirazione e che l’hanno fatto prima di te, sono felici? Sì, forse apparentemente riuscirai anche a pagarti gli studi e a comprare una casa per i tuoi genitori ma a quale prezzo? Sei sicura di mettere in vendita solo la tua verginità?
Hai paura Nicole. Lo so. Ad una madre puoi dirlo. Questo gioco ti sfuggirà di mano, tu lo sai e ti consegnerà ad un futuro privo di luce. Il rapporto sessuale che consumerai con un perfetto sconosciuto che godrà più del piacere di averti vinta all’asta che per la notte che trascorrerà con te, spegnerà per sempre la luce che ti porti dentro. Quella luce un giorno Dio te l’ha donata. A noi la responsabilità di custodirla. Che ne dici allora se per un attimo chiudi gli occhi e riprendi il filo di quel discorso che il tuo cuore, quando avevi solo 16 anni, ha deciso di mettere da parte per paura? Perché non sognare, come quel ragazzo che ti amava e voleva con te costruire un futuro, una famiglia, avere dei bambini? Sì, perché non sognare la gioia di affidarti cuore e mente, anima e corpo a chi ti ama e non solo ti guarda per averti, perché non pensare che l’amore, quello vero non dura una notte, ma una vita intera? In nome di questo amore che è pienezza, siamo chiamati anche fare sacrifici immensi ma salvando la nostra dignità.
Perdonami, cara Nicole. Queste parole non le vorrei affidare uno schermo ma te le vorrei dire guardandoti nei tuoi grandi occhi blu e stringendo le tue mani tra le mie come faccio con mio figlio, quando vuole decidere da grande della sua vita, ma poi, riscopre quanto sia importante condividere e confrontarsi con i propri genitori prima di una scelta importante.
Un giorno, una ragazza del mio gruppo giovani venne da me e tra le lacrime mi confessò di aver avuto il suo primo rapporto sessuale in un auto di sera, in un posto isolato. Aveva sentito dolore, e subito dopo invece di essere felice aveva sentito una profonda amarezza. Le lacrime e l’affetto sincero hanno con gli anni lenito quella ferita. Un nuovo amore, la castità nel fidanzamento, la pienezza esplosa nel matrimonio, hanno fatto di lei oggi una donna felice. Le sue lacrime le ho raccolte nell’otre del mio cuore. Le conservo come perle preziose. Mi ricordano la sacralità del nostro corpo, di un corpo che nessun sogno e nessun compratore può e deve deturpare.
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Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).
1 risposta su “Cara Nicole, sei sicura di mettere in vendita solo la tua verginità?”
Ci sono ferite che l adolescenza non considera che avranno voce Chiara in futuro…tanta tenerezza in Micol e in tutti questi giovani che nella vita hanno tanto bisogno di quel cuore genitorial che solo guide sane come i genitori ed educatori sanno trasmettere…Amiamoli custodiamoli e ascoltiamoli i nostri ragazzi affinché sappiano costruire la loro vita di salde fondamenta