Natale
Non tutti i giovani pensano ai regali da scartare e ai cenoni da consumare
di Elisabetta Cafaro
Il Natale è sicuramente una delle feste liturgiche più amate e attese dell’anno. Le città cambiano volto, si accendono di luci e di colori. Tutto invita ad essere più buoni. Ma quando è veramente Natale? Oggi la lettera di una ragazza che rivaluta il senso della nascita di Cristo e invita a vivere questo momento con maggiore coerenza.
Il Natale non è ancora passato. L’aria è tutta intrisa di un profumo speciale. Il Bambino sorride nella mangiatoia, ci si continua a scambiare gli auguri e il cuore è ancora pieno di gioia. Ma quando è veramente Natale? La lettera che vi propongo oggi sembra una risposta perfetta a questa domanda. A scriverla è Irene, 15 anni. I suoi grandi occhi, come finestre aperte sul mondo, offrono una visione chiara di ciò che il Natale è diventato per molti e, allo stesso tempo, invitano a rivalutare il senso di questo momento. Accogliere Gesù che nasce nel seno di una famiglia.
“Cara prof,
i cioccolatini su quel calendario dell’Avvento sono finiti. Il Natale è arrivato. Luci, addobbi, panettoni, renne di cartone e pupazzi di ogni dimensione sono disseminati dappertutto. È la festa che unisce, che diffonde gioia e calore, che dona speranza, che risveglia sentimenti di rinascita e di solidarietà. In fondo a Natale, siamo tutti più buoni, no? Beh, almeno in teoria dovrebbe essere così. Questo è l’unico periodo dell’anno in cui in cui sembra che pensiamo agli altri più che a noi stessi. Tutti corriamo a fare regali, anche perché a tutti noi piace farne e riceverne, ma veramente vogliamo limitare il Natale solo a questo?
Secondo me oggi abbiamo un po’ perso il vero significato di questo momento. Ci siamo allontanati da quelle che sono le sue reali radici e dai profondi principi religiosi che questa festività ci ha insegnato. Non dobbiamo dimenticare che questo giorno ci riporta alla nascita di Gesù, il Salvatore, che ha insegnato agli uomini, con il suo esempio, i valori che avrebbero costituito le fondamenta su cui edificare le proprie vite.
Credo fortemente che questi principi siano validi ancora oggi, ma probabilmente la società moderna e il continuo bisogno di avere delle giovani generazioni, hanno focalizzato l’attenzione sui beni materiali e le verità cristiane sono come nascoste. Non vorrei che la nascita di Gesù si riducesse ad una serata passata alla Messa di Natale a cui partecipiamo forse un po’ troppo distrattamente, trascurando il momento di riflessione che questa celebrazione richiederebbe dato che con la mente siamo già proiettati al pranzo da consumare con i parenti. Mi chiedo: è forse per questo che siamo considerati superficiali nonostante i regali che facciamo? Poco generosi verso gli altri e poco attenti verso gli insegnamenti cattolici? Certo non bisogna generalizzare. Non tutti hanno dimenticato il valore di questa festa. In giro c’è ancora chi crede e attende la nascita di Gesù Cristo, come l’inizio di una nuova storia. C’è ancora chi crede che essere più buoni, non è solo un fatto natalizio, e che i principi insegnati dalla Bibbia devono essere rispettati tutto l’anno.
Infine, non posso non spendere un ultimo pensiero che mi tocca il cuore maggiormente. Il Natale è anche la festa della famiglia. Quella di Nazaret e quella di tutte le famiglie del mondo che si riuniscono intorno al presepe e si scambiano gli auguri per la nascita del Redentore”.
Irene
Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia
Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).
3 risposte su “Non tutti i giovani pensano ai regali da scartare e ai cenoni da consumare”
In fondo, il Natale è fatto per questo: donare, donare se stessi, il proprio tempo ed il proprio affetto a cari e bisognosi. In questo modo non solo si compiono, nel proprio piccolo, gesti d’amore, ma si imita anche il sacrificio d’amore messo in atto da quel piccolo e dolce bambino che tutti dovremmo imparare ad amare a dovere e sempre più ogni anno che passa. Dovremmo tutti dire addio, come Irene, al concetto di Natale come qualcosa di consumistico o poco religioso. Solo così impareremo a vivere questa festività nel modo più cristiano possibile.
Brava Irene. Ti ringrazio dell’esperienza personale che hai voluto condividere. Sì, fare i regali non è tutto ma rinnovano nel profondo del cuore quello che tutti cercano e cioè la bellezza, la verità, l’amore, l’altruismo. In poche parole….Gesù. Anche le tante luci delle città in fondo in fondo sono accese per Lui. I ricordi famigliari di questi giorni rimarranno per tutta la vita e per questo è importante trasmetterli ai bambini e viverli con loro. Un augurio di bene per la tua vita.
E’ bello leggere che ci sono ancora giovani che credono
nel Natale semplice di Gesù e dei suoi valori. Se questo accade, vuol dire che ci sono ancora buoni educatori che sanno parlare ai ragazzi di oggi, di questi tempi, veloci e complessi. Rosa
e’