Il regalo non fa la festa
di Peppe Iannicelli
Con la Pasqua alle porte si riapre la gara all’acquisto dei regali. Una vera e propria sfida all’ultimo spicciolo con un concorrente quasi sempre vincente: il consumismo.
La festa è un momento importante della vita. Celebrare una festa aiuta a ristabilire le priorità esistenziali, affettive, professionali mettendo al centro le cose più importanti. Si celebra il giorno della nascita, il giorno del matrimonio, l’onomastico. Si celebrano anniversari collettivi come la fine di una guerra, una vittoria militare, l’entrata in vigore della Costituzione. Si celebrano feste religiose e patronali: il Natale, la Pasqua, il santo protettore del proprio borgo. L’uomo ha bisogno di “far festa” o meglio, vorrei dire, di “essere festa”. Ne ha bisogno per il proprio spirito ed il proprio morale, ne ha bisogno per le proprie relazioni umane, ne ha bisogno anche per rallegrare il proprio corpo gustando serenamente i piaceri della vita.
Purtroppo anche la Festa, nella deriva consumistica della nostra società, è stata stravolta e violentata. La festa ha perso la sua dimensione rituale e spirituale per diventare un’occasione ed uno strumento di corsa al futile, al superfluo, all’euforia sfrenata e priva di senso. E proprio questa deriva consumistica, abbondantemente sponsorizzata dai mass-media, ha moltiplicato le feste e le ricorrenze: San Valentino, la Festa della Donna, la Festa del Papà, la Festa della Mamma, la Festa dei Nonni, degli Zii e dei Cugini, Ferragosto, Halloween. Un calendario di celebrazioni scandito da regali, festini, pacchettini dono sempre più opulenti, ma sempre più privi d’affetto ed umanità.
Mi capita di ricevere tantissimi sms con gli auguri di Buon Ferragosto. Buon Ferragosto ? Ma il 15 agosto si celebra l’Assunzione in Cielo di Maria; ed è per questo che dovremmo farci gli auguri affidandoci alla protezione della Madre Celeste. Halloween rasenta poi la blasfemia; una festa importata da una cultura estranea al culto dei morti ed alla comunione dei Santi che trasforma il mistico legame tra la Terra ed il Cielo in una scorribanda mascherata di scherzetti e dolcetti. L’amore filiale ha bisogno di fiori, cioccolatini, cravatte e liquori per potersi manifestare? E le donne, custodi della vita, hanno bisogno di una mimosa per celebrare la loro compartecipazione al progresso dell’umanità? San Valentino è poi un tripudio di cioccolatini, orsacchiotti e promozioni telefoniche in un tempo nel quale l’amore viene sempre più spesso svilito a stolta ricerca del piacere egoistico e mortificante.
Cosa è diventato il Santo Natale? Una stressante sequela di acquisti compulsivi, di regali fatti per obbligo, per riconoscenza o in attesa di riceverne altri. Una trama micidiale conchiusa nella cerchia di amici, conoscenti o benefattori che non allarga lo sguardo e le braccia al resto del mondo.
Eppure il dono, per sua stessa definizione, è un’oblazione generosa la cui ricompensa consiste nella stessa donazione affettuosa. Il dono è un pezzo di vita che affidiamo al prossimo, non un pacchettino da spedire in serie. Così come la Festa è la celebrazione della vita vera e non uno stanco rituale pieno di cose che ne soffocano l’essenza spirituale.
Ci attende, adesso, la Festa delle Feste. Viviamo la Santa Pasqua, il Dono più grande di Dio all’Uomo. La Vita piena che trionfa sulla disperazione della morte. E’ l’appuntamento centrale del nostro anno liturgico. E’ il momento di tracciare un bilancio sulla nostra vita di fede. E’ un’opportunità da non sprecare per ristabilire le coordinate giuste nella nostra navigazione nella Città degli Uomini verso la Città Celeste. Altro che uova di pasqua, regalini, sms augurali da spedire in serie da perfetti sconosciuti a perfetti sconosciuti (capita sempre più spesso anche questo). Il regalo migliore che possiamo fare e possiamo farci è diventare, grazie alla Santa Pasqua, una vera Festa per noi stessi, i nostri cari, i nostri colleghi, coloro che da noi attendono un sorriso, una mano teso, un gesto di attenzione e solidarietà. “Tieni la faccia della festa!!” E’ una colorita espressione che ben sintetizza l’armonia tra corpo e spirito. Un’armonia contagiosa, frutto della Grazia di Dio, che diventa il più bel regalo di Pasqua che possiamo immaginare e vivere.
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stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).
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