Autolesionismo
Fumano, si tagliano: perché? Come posso aiutarli?
di Elisabetta Cafaro
Non posso raccontare il mondo dei giovani senza passare attraverso le stanze più buie del loro cuore. Droga, autolesionismo, alcool, sesso: tra i banchi, purtroppo, c’è anche questo. Diamo uno sguardo dunque al dolore nelle sue varie espressioni
Se lo guardo dall’esterno il mondo degli adolescenti mi appare come un collage di ritagli di giornale. Ci sono tanti colori talvolta accozzati in maniera disordinata. Spesso la costante che come una trama tiene unito ogni pezzo, è la perdita del rispetto per la vita, uno dei segnali più allarmanti ed evidenti nella nostra società. Da cosa dipende questo vuoto interiore che distinguo chiaramente nei miei giovani? Il sesso, l’alcool e la droga non debbono forse intendersi come segnali d’allarme? Non indicano, forse, una grande solitudine, una fame d’amore che il mondo degli adulti ripiegato su se stesso e distratto, non riesce a quietare?
Sono domande che mi sono fatta dopo aver letto la tua lettera cara Angelica. Ovviamente uso un nome di fantasia perché hai solo 15 anni e sento il bisogno di tutelare la tua privacy. “Spero non giudicherà le mie parole, ma le accarezzerà con lo stesso sguardo e la stessa dolcezza di una madre e di un’insegnante – mi scrivi – sono consapevole della gravità di quello che le dico e non è facile per me. Ho iniziato a fumare canne nell’ estate dopo la fine della terza media. Ho smesso per un po’ ma poi ho ripreso. Il fumo mi fa stare bene, è quello che pensano gli altri che mi uccide. Loro credono che chi fa queste cose è una persone cattiva, senza cuore, violenta, una drogata. Io sono tutt’altro. Voglio solo sentirmi tranquilla. Ho bisogno di un po’ di pace!”.
Penso a cosa risponderti. Potrei dirti mille cose, strutturare frasi magnifiche, ma forse non ti arriverebbero. Quello che mi colpisce è che tu chiedi un po’ di pace come se fossi già stanca e io sento sulla pelle il tuo bisogno di fuggire lontano dalla vita. Ma non puoi farlo. Nessuno può fuggire dalla propria esistenza. La tua pace è esattamente lì, in quella vita che tenti di abbandonare. È lì che devi cercarla per trovare il tuo equilibrio. Una canna, lo sballo di qualche ora, cosa sono? Una bugia, un’illusione che passa via troppo in fretta e che lascia solo il pericoloso desiderio di farlo ancora.
Cara Angelica, questa vita non ti aggredisce. È la tua! Sei tu a dettare i tempi, a guidare l’orientamento. Scegli il bene. Puoi farlo, io mi fido di te, mi fido di voi. Mi fido sì, di tutti i ragazzi e le ragazze che ho conosciuto, che conosco ogni giorno e che mi passano davanti agli occhi mentre scorro le lettere che mi sono arrivate. Lo sguardo si ferma su una pagina, assalito da parole dure e dolorose. “Prof – leggo – forse lei non sa che per alcuni adolescenti tagliarsi è un modo per percepire di esistere ed essere vivi: meglio un dolore fisico che non sentire niente o sentirsi vuoti e inutili. Tagliarsi è un sollievo, una gioia. Dai tagli fuoriescono le emozioni negative come la disperazione, la tristezza, la solitudine, la rabbia che diventa odio verso se stessi e la propria incapacità di gestire una situazione”. A parlare questa volta è una ragazzina appena adolescente, che ha iniziato a tagliarsi perché non riusciva ad accettare la malattia della madre. Non è la sola, anche Noemi lo fa. Appartiene ad un’altra classe, veste altri abiti, ma la musica è più o meno la stessa. “Ogni segno, ogni cicatrice simboleggia una sofferenza non raccontata – scrive – i cambiamenti fisici spesso non vengono accettati. È difficile diventare grandi, è una fatica e sento di non farcela”.
Infine c’è la lettera di Annarita, 16 anni che scrive così: “Una ragazza autolesionista non è una che si taglia i polsi per tentare il suicidio. A loro tagliarsi le fa sentire meglio semplicemente perché capiscono di essere ancora vive. Capiscono che in loro scorre qualcosa. Hanno bisogno di ricordarselo ogni tanto. Loro trovano nel ferirsi una sorta di punizione. Loro trovano nel ferirsi, una sorta di vita. Si uccidono per capire di essere vive. Si autopuniscono. Sono molto severe con loro stesse, e soprattutto sono forti. Non pensate mai che siano ragazze troppo deboli per affrontare i problemi. Loro sono forti. Loro non parlano con nessuno di quello che non va. Tutto ciò che non va lo scrivono sui loro polsi con una lametta. É una scrittura particolare che si dice possano capire solo loro. Una scrittura che si presenta come un insieme di linee rosse a primo impatto. Solo osservando anche gli occhi della ragazza, riuscirete a decifrare quella stravagante scrittura: delusione, rabbia, tristezza, stanchezza, false illusioni, abbandono, e chi più ne ha ne metta”.
Scuoto la testa, mentre mi tappo le labbra con una mano e senza accorgermene, il mio cuore di madre lacrima. Cosa posso rispondere? Potrei mai dare una spiegazione esaustiva a tutto quello che i miei giovani vivono? Le parole di Annarita denunciano una crisi sociale e umana. Svelano le ambiguità, le contraddizioni e le debolezze di un’epoca. Stiamo vivendo un tempo difficile! E i ragazzi sono forse la categoria più esposta. Schiacciati da un universo disumanizzante, disorientati dall’assenza di valori, sopraffatti dalla povertà relazionale, bersaglio di informazioni contraddittorie. Io ho sempre creduto molto nei giovani e invece di dare una risposta, voglio fare una richiesta. La faccio ad Annarita, ad Angelica, a tutti quelli che mi hanno scritto e a quanti leggeranno: tornate sui vostri passi e aiutatemi. Ho bisogno del vostro aiuto per annunciare ai ragazzi come voi la bellezza della vostra età, la freschezza del primo amore, la libertà di concepire sogni ancora un po’ bambini per vederli volare in cielo come tanti aquiloni. La vostra età è una bellissima e feconda terra di mezzo. Siete la freschezza dell’umanità. Non avete bisogno di scrivere parole di sangue sulla vostra pelle. Siete voi le parole di cui il mondo ha bisogno! Parole nuove, parole vive, voi siete il più imponente componimento poetico di tutti i tempi: la vita che si rinnova.
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11 risposte su “Fumano, si tagliano: perché? Come posso aiutarli?”
Professoressa é un articolo bellissimo che capisce appieno queste ragazze di oggi che fanno del male a se stesse pur di sentirsi vive.
Al giorno d’oggi l’unico modo per opporsi al dolore é crogiolarsi in esso fumando, alcolizzandosi e altri sistemi che non comprendo.
La sua risposta e le lettere delle giovani generazioni di oggi rispecchiano appieno i sentimenti di una ragazza autolesionista che non recepisce più una vita che ormai crede non gli appartenga più.
Tra noi adolescenti è comune la pratica dell’autolesionismo,incisione sulla pelle che provoca sanguinamento e lascia un segno indelebile sotto forma di cicatrici permanenti. Nella maggior parte dei casi,ció è dato dall’impossibilità di poter far voce alla propria sofferenza magari con un amico o una persona fidata. Chiedendo ad alcuni ragazzi della mia età,mi sono sentita rispondere che questa pratica li calma in un certo senso. Solitamente ciò accade durante la nostra pubertà, a volte a causa dei cambiamenti,altre ancora per determinati problemi. È quasi come un bisogno di autopunirsi,ad esempio nelle ragazze,che magari si sentono poco amabili o purtroppo non si amano e pertanto indirizzano questa negatività sul loro corpo. Personalmente mi fa male,sapere di queste cose. Come ragazza mi sento molto vicina. Non so cosa si provi,ma mi fa male sentire di ciò. Purtroppo spesso nessuno immagina una cosa del genere,è ciò fa male. Vorrei poter fare qualcosa,ma cosa? Sento che in una situazione del genere,io non potrei avere una forza del genere. Mi sento molto vicina a quest’articolo che coinvolge noi adolescenti. Sono argomenti seri,quotidiani che coinvolgono anche miei amici. Personalmente credo che si dovrebbe rendere partecipi anche i grandi a ciò,per farli capire,per comprenderci.
L’adolescenza,purtroppo, è un periodo difficile,pieno di ostacoli. Che ognuno affronta a modo suo: c’è chi riccorre alla droga,chi ricorre all’autolesionismo.. Ma tutto quello di cui avremmo bisogno,noi adolescenti,per non cadere in un tunnel senza via di uscita, che ci porterà alla distruzione, è qualcuno che ci ami per ciò che siamo, che ci prenda per mano in questo percorso, fatto di intense sfumature sia di colori vivaci e sia di colori bui, e non la lasci mai. Di qualcuno che ci sia sempre e comunque, che ci sussurri che tutto il buio finirà presto, che non ci abbandoni mai,e che percorra il tenebroso tunnel con noi. Vorrei dire a tutti i miei coetanei di non lasciarsi abbattere da niente e da nessuno,di restare forti sempre e comunque,di impiegare tutte le loro forze per superare e abbattere tutti gli ostacoli. E,cosa più importante,amatevi,sempre e comunque. Prima di qualunque altro. Fate si che la vostra felicità venga prima di qualsiasi altra cosa. E non lasciatevi trasportare da tutto quello che vuole abbattervi.E se non si presenterà qualcuno sulla vostra strada con cui uscire dal tunnel,non fermatevi ad aspettarlo,bensi percorrete il percoso da soli,per quanto sia tenebroso e difficile..ma potrete farcela comunque,sono certa che troverete un modo per farcela. E se non lo trovate,inventatelo! Siete dei guerrieri,vincete la vostra guerra!
La gioventù è una fase complessa, piena di difficoltà, gioie e momenti ed emozioni unici, che mai si ripresenteranno nell’arco della vita. È importante dare valore alla fase giovanile, sostenere i giovani ed aiutarli a vivere al meglio ogni attimo di questo meraviglioso periodo. Primo compito fra tutti è certamente quello di evitare in tutti i modi che la vivacità e la speranza che caratterizzano ogni giovane siano influenzate dalla negatività che droghe, violenze su se stessi, alcool e sesso portano con sé. Per quanto si affrontino momenti di difficoltà, paura o tensione, occorre lottare per evitare di cadere in ognuno di questi baratri, farsi forza per andare avanti, approfittare della forza che solo noi giovani abbiamo, così da vivere meglio e più consapevoli di prima. Le crisi non possono vincerci: “Tornate sui vostri passi e aiutatemi. Ho bisogno del vostro aiuto per annunciare ai ragazzi come voi la bellezza della vostra età, la freschezza del primo amore, la libertà di concepire sogni ancora un po’ bambini per vederli volare in cielo come tanti aquiloni. La vostra età è una bellissima e feconda terra di mezzo. Siete la freschezza dell’umanità. Non avete bisogno di scrivere parole di sangue sulla vostra pelle. Siete voi le parole di cui il mondo ha bisogno! Parole nuove, parole vive, voi siete il più imponente componimento poetico di tutti i tempi: la vita che si rinnova”. Queste sono parole bellissime, sincere e davvero rincuoranti, perché ci fanno capire quanto siamo noi a fare la differenza e a decidere il nostro destino, non i muri che dobbiamo abbattere ogni giorno.
Qualche anno fa avevo un’amica autolesionista, anche se io ero lì per lei, ricordo parole come: “Non ho nessuno, cosa posso fare? La mia sola e unica amica é una lametta”, quelle parole mi ferivano nel profondo. Questo é un’autolesionista: sentirsi soli, abbandonati, nonostante tutti solo lì per te, per loro. Ogni volta le chiedevo: “Perché lo fai?” “Mi sento viva” mi rispondeva, rabbrivido per come la sua mente fosse contaminata dagli standard della societá, di quello che gli altri si aspettano per te: a 5 cinque ti dicono di diventare ciò che vuoi, a 15 vogliono che tu sia proprio come loro. E poi ci sono persone peggiori: quelli che si tagliano per moda, si credono “grandi”, “speciali” quando non hanno mai sofferto veramente nella vita. Sono quel tipo di persone che postano foto dei loro tagli sul mondo dell’internet.
L’adolescenza é una fase molto importante nella vita dei ragazzi.Infatti é l’età in cui si fanno le prime esperienze di vita e si comprende a pieno il significato della vita.Peró non é per tutti così proprio perché in questa fase alcuni ragazzi preferiscono provare cose nuove come alcol,droga,fumo…
La maggior parte di essi oggi ricorrono a tutto cióper dimenticare esperienze brutte che sono capitate nella propria vita mentre altri lo fanno per gioco e per sentirsi grandi.I ragazzi oggi dovrebbero capire che la vita é una cosa preziosa e si deve fare il massimo per non distruggerla peró se oggi va di moda tutto questo (alcol droga…)i ragazzi iniziano in parte a distruggere la propria vita. Il messaggio che lascio quindi é che oggi tutti dovrebbero aprire gli occhi e capire realmente cosa sta accadendo in questo mondo .
Nel periodo adolescenziale la vita può sembrare difficile, ingiusta, cattiva.
Il sesso, la droga, l’alcool sono “esperienze”, per modo di dire, che ogni giovane fa.
Non ho mai accettato l’autolesionismo, al massimo chiudersi in se stessa questo si, anche io mi isolo per stare lontano dal mondo quando qualcosa non mi va, ma in ogni suo piccolo difetto o pregio la vita va sempre vissuta al meglio, superando tutto.
Voglio dire a tutte queste ragazze di circondarsi di persone o cose che procurano felicità, e non rovinarsi.
Amate sempre tutto ciò che avete.
Per quanto riguarda l’atto dell’ autolesionismo credo che sia solo un fattore psicologico e anche molto ‘crudele’ per il rispetto della propria vita. È un gesto da non sottovalutare, gli adulti dovrebbero aiutare I ragazzi anche con delle cure mediche, o semplicemente aiutarli aprendo un dialogo con loro e cercando di aiutarli psicologicamente perchè io credo che l’aiuto morale sia l’aiuto e la cura più efficace.
secondo me non serve a nulla tagliarsi perché la sofferenzarane il dolore ci sta , si deve uscire sempre come è non si puó sentire che in estate si mettono i maglioni le agazze che si tagliano .
L’Adolescenza é una fase di crescita nella nostra vita molto importante per noi giovani. É una fase dove si fanno le prime esperienze della nostra vita.. Le più importanti.. E tra queste ci sono anche sesso, droga, fumo, autolesionismo e tante altre cose che però rovinano la nostra vita. Questo accade però quando la maggior parte dei ragazzi adolescenti soffre e per dimenticare le esperienze negative vissute cercano conforto nel fumo, e altre volte addirittura si autolesionano. Io penso che però questo fatti sono assurdi, e se si sta male basta parlarne e sfogarsi con persone fidati così almeno non rischiano di non ferirsi autonomamente.
Questi argomenti sono all’ordine del giorno io da adolescente ne sento parlare continuamente. Il mio parere sull’argomento é che questo fenomeno si diffonde tra gli adolescenti un po’ perché va di “moda” e poi perché molte persone si sentono sole e poco ascoltate; quindi cercano sollievo in questo gesto. Il mondo di oggi dovrebbe semplicemente essere più umile capire ed ascoltare chi ne ha bisogno.