Davanti al presepe

Un’esperienza di una coppia di genitori che si prepara al Natale inseme ai figli.

Non c’è tradizione più bella se non quella del presepe preparato insieme ai figli. Come vuole la tradizione, ogni anno l’ultima domenica di novembre cominciamo a scartocciare i pastori per fare il presepe. É un appuntamento per l’intera famiglia, ognuno fa qualcosa. É un’occasione preziosa per introdurre i bambini nel mistero del Natale. Ogni pastore offre a noi genitori l’occasione per spiegare ai bambini il significato di ogni statuina e verificare anno dopo anno le loro conoscenze: il ruolo della santa famiglia e quindi il valore del padre e della madre, la visita dei pastori che accorrono, gli angeli, ….

Alcuni anni fa quando la nostra primogenita aveva due anni e cominciava a riconoscere i personaggi abbiamo fatto la scelta di costruire il presepe a pezzi, per dare maggior valore ai diversi personaggi e simboli. Il primo anno abbiamo acquistato una grossa mangiatoia e un bellissimo bambino Gesù. In fondo, ci dicemmo, il centro di tutto il presepe, è il piccolo Gesù, punto focale della vita di uomini, donne e bambini. Ricordo che teneramente cercammo di far comprendere alla piccola come amare Gesù. Affidammo a lei il compito di prendersi cura di quel bambino con lo stesso amore che mamma e papà avevano per lei. Ricordo la sua premura nel mettere una piccola copertina sulla mangiatoia perché Gesù non avesse freddo la notte o nel dondolare la mangiatoia per farlo addormentare. L’anno successivo abbiamo completato la natività. Ricordo che cercammo di far comprendere ai piccoli, intanto diventati due, il ruolo dei genitori di Gesù; l’ atteggiamento adorante ci servì per insegnare ai bambini che Gesù è il Figlio di Dio, è insieme uomo e Dio, e Maria e Giuseppe lo hanno creduto sin dal primo istante. Essi si sono fidati con tutto il cuore. E per sempre sono vicini al loro figlio, come devono fare tutti i genitori. Poi abbiamo aggiunto gli angeli – il compito qui fu semplice perché anche dentro le nostre case ci sono angeli, gli angeli annunciano la gloria di Dio e allora gli “angeli” sono tutti quelli che ci parlano di Gesù, o in nome di Dio. E possono essere papà e mamma, i nonni, lo zio, i fratelli e sorella, il parroco, la suora insegnante, il catechista. Poi aggiungemmo la stella cometa, che ha guidato i pastori, quindi gli zampognari e infine i pastori. Ogni volta abbiamo affidato dei compiti ai bambini privilegiando il messaggio di cui è portatore il personaggio o il simbolo del presepe aggiunto in quell’anno. Adesso nostra figlia ha quasi sei anni e mezzo, il secondogenito quattro e mezzo e quest’anno è arrivato il tempo di aggiungere i Re magi.

Con la gioia nel cuore anche i bambini sperimentano che accostarsi al presepe è come raccogliersi in sé stessi, trovare il centro di affetti familiari, l’umiltà, il desiderio di restare uniti. Ogni famiglia cristiana è un presepe vivente. La costruzione del presepe ha un grande valore pedagogico in quanto invita a considerare l’umiltà in cui Dio è nato e la riflessione sulla Santa Famiglia aiuta a considerare altri aspetti: i momenti di gioia e di dolore, la vocazione dei figli, il ruolo della società,…anzitutto la salvezza che solo da Dio può venire. Le domande e le curiosità dei bambini sono tante a volte anche imbarazzanti. Quando completiamo la realizzazione del presepe, c’è sempre uno dei bambini che vorrebbe già porre la statuetta di Gesù bambino nella mangiatoia, gliela facciamo scartocciare ma poi la riponiamo dietro la Bibbia che abbiamo esposta in casa sul leggio, posto affianco al presepe. Anche questa è stata una scelta. Il bambino che viene al mondo è la Parola stessa di Dio, vivente in Dio dall’eternità. Ecco perché è nostra abitudine porre, accanto al presepe, la Bibbia ornata preziosamente.

Davanti al presepe ogni giorno, prima della buonanotte, ci ritroviamo tutti insieme per vivere un momento di liturgia familiare. Iniziamo con un piccolo canto o una musica al flauto suonata dai bambini. Poi la mamma legge uno dei vangeli della nascita di Gesù, ci si ferma in genere per qualche minuto di silenzio e un commento, poi uno dei bambini si alterna per recitare questa semplice preghiera “Signore Dio, nostro Padre, benedici la nostra famiglia, prepara il nostro cuore ad accogliere il Bambino Gesù e concedici di diventare come lui”, infine il papà benedice e la breve liturgia si conclude con il ritornello del canto “Vieni Signore Gesù”. É il nostro modo per far risuonare questa buona notizia: se Dio si è fatto uno di noi, diventando bambino, allora noi, tutti e ciascuno, siamo chiamati a diventare Dio.




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