Politiche per la famiglia: la strada è ancora lunga

di Giuseppe Galasso

Sempre più notizie negative per la famiglia arrivano dal governo. In questi giorni si sta discutendo della Finanziaria per il 2010. Essa è andata, nel tempo, assumendo una rilevanza sempre maggiore. Non è più solo il “bilancio preventivo” dello Stato, ma raccoglie e fissa tutte quelle normative che non riescono ad essere approvate attraverso la legislazione ordinaria. È quindi importantissimo seguire l’iter di questa legge e se possibile influire su di essa per evitare che alla famiglia venga tolto quel poco che ancora ha.

Non ci sono al momento, provvedimenti a favore della famiglia. Anzi come denuncia il Forum delle Associazioni familiari: “Anche il bonus famiglia che pure era una misura iniqua e incapace di raggiungere gli obiettivi prefissati, verrà cancellato e non sostituito da provvedimenti analoghi. Il che significa che i 2,4 miliardi di euro che avevamo chiesto di spostare dal bonus famiglia 2009 a sgravi fiscali strutturali per le famiglie, sono stati destinati ad altri scopi e interessi. Forse più cogenti, sicuramente più forti della voce delle famiglie”. Il corretto riconoscimento dei carichi familiari costituisce il pilastro di una corretta politica familiare. È necessario invertire la rotta, valorizzando la soggettività sociale della famiglia e rinunciando alla visione paternalistica di uno Stato che tassa il reddito della famiglia come se non ci fossero carichi familiari, per poi ridistribuire quanto incassato con criteri essenzialmente assistenziali. Da anni il Forum è entrato tra le parti sociali (sindacati e associazioni di categoria) con cui i governi interloquiscono per arrivare ad un testo il più possibile condiviso di questa legge. Per il Forum si può arrivare ad un sistema fiscale più equo con gradualità. Il sistema proposto al governo si chiamaBasic income family e consiste nel sostituire le attuali detrazioni per figli a carico con più corpose deduzioni dal reddito, in maniera da sottrarre alla base imponibile di ogni famiglia almeno il “costo minimo” necessario per crescere un figlio o sostenere un familiare a carico. Il Forum delle associazioni familiari ha fatto anche una simulazione, calcolando anche i relativi costi per le casse dello Stato. L’ipotesi proposta al governo prevede la sostituzione delle detrazioni con una deduzione di 3.200 euro per ogni figlio a carico ad un’aliquota fissa del 27% (l’aliquota media, per evitare disparità troppo ampie fra contribuenti). Verrebbe invece mantenuta la detrazione aggiuntiva di 300 euro prevista per le famiglie con 4 e più figli. È possibile, però, anche agire inserendo un fattore di decremento della deduzione in relazione al reddito, prevedendone la progressività (calante al crescere del reddito oltre un certo livello, ad esempio 40mila euro). In questa seconda ipotesi, gli oneri per lo Stato calerebbero di oltre il 15% a 2,8 miliardi di euro. Per evitare che i redditi più bassi (i cosiddetti “incapienti”) non beneficino degli sconti è previsto anche il meccanismo del credito d’imposta e della tassazione negativa: la possibilità cioè di portare in detrazione la somma non goduta nella successiva dichiarazione oppure incassarla interamente o in parte. «Con questo intervento si assicurerebbero maggiori aiuti alle famiglie con figli, dando così respiro a 10 milioni di nuclei – spiega nelle pagine di Avvenire, Bolzonaro, presidente dell’Associazione Famiglie italiane che fa parte del Forum, – e soprattutto si getterebbero le basi per arrivare in 4-5 anni a una tassazione più equa della famiglia, in linea con quella in vigore in altri Paesi europei».




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