Soggetti e compiti della pastorale familiare
di Giovanna e Giuseppe Galasso Responsabili Ufficio Famiglia della Diocesi di Nocera Inferiore-Sarno
La prima responsabilità appartiene al Vescovo e, di conseguenza alla Chiesa locale nel suo insieme. La diocesi deve farsi carico di un progetto pastorale che abbia a cuore la famiglia, anzi che metta la comunità domestica al centro dei suoi interessi. La famiglia è dunque oggettivamente un elemento insostituibile della struttura ecclesiale, non per niente viene chiamata “chiesa domestica”. Il progetto pastorale della diocesi investe tutti gli uffici e gli organismi pastorali diocesani, in esso sono contenute le indicazioni, aggiornate di volta in volta, in ragione dei mutamenti socio-culturali, circa il servizio da rendere alla famiglia. Il processo formativo non può essere limitato solo ai processi che mette in atto l’Ufficio Famiglia della diocesi, ma interessa anche la Caritas, l’Ufficio Liturgico, l’Istituto di Scienze Religiose, ecc. Ciascun organismo pastorale ha il dovere di tradurre la scelta pastorale per la famiglia in scelte e iniziative adeguate. Subito dopo emerge la responsabilità della parrocchia. È qui che il Vangelo s’incarna, è qui che la gente riceve il latte spirituale, è qui che la fede si nutre di relazioni umane significative. Ma vi è ancora un altro soggetto pastorale, il più importante: la famiglia stessa. Gli sposi in virtù della grazia sacramentale del matrimonio sono abilitati ad annunciare il vangelo dell’amore con le parole e le opere.
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stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).
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