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L’arresto cardiaco
di Giuseppe D’Ambrosio
Gentile dottore, in che modo è possibile riconoscere un arresto cardiaco? Come possiamo intervenire?
L’arresto cardiaco è la cessazione della funzione di pompa del cuore. In Italia abbiamo ogni anno circa 60.000 arresti cardiaci – 1 ogni mille abitanti – e di questi circa il 60% sono arresti cardiaci che avvengono in presenza di testimoni (arresto cardiaco testimoniato). Le cause dell’arresto cardiaco possono essere diverse: nell’85% dei casi è provocato da una malattia cardiaca (cardiopatia ischemica, cardiomiopatia ipertrofica, cardiopatie displastiche, malattia dei canali ionici, cardiopatie congenite, ecc.); negli altri casi la causa dell’arresto può essere respiratoria, asfittica, da tossici, ecc. Quindi nella maggior parte dei casi, la causa dell’arresto cardiaco è una malattia del cuore. Il paziente in arresto cardiaco è un paziente non cosciente, non respira e non ha segni di circolo. Si tratta, dunque, di un paziente clinicamente morto e l’unico modo per cercare di evitare la morte biologica è iniziare, il prima possibile, la rianimazione cardiopolmonare (BLS – Basic Life Support). Il BLS è una procedura che possono effettuare anche i comuni cittadini (laici), serve a guadagnare tempo assicurando una gittata cardiaca minima per preservare i tessuti nobili (cervello), in attesa che arrivi l’ambulanza del 118 col defibrillatore. In condizioni ottimali il 118 impiega non meno di 14 minuti per giungere nel luogo in cui si è verificato l’evento. I danni cerebrali iniziano a realizzarsi dopo 4 minuti dall’inizio dell’arresto cardiaco e diventano irreversibili dopo 10 minuti. Questo ci fa comprendere che nella cosiddetta catena della sopravvivenza i laici giocano un ruolo fondamentale per il mantenimento della vita, pertanto le manovre rianimatore BLS dovrebbero essere insegnate a scuola e dovrebbero far parte del patto sociale e dal 2015 sarà obbligatorio avere il defibrillatore nei luoghi pubblici dove le persone si dedicano all’attività motoria e sportiva, bisognerà continuare a lavorare affinché i DAE (defibrillatore semiautomatico) siano presenti in tutti i luoghi pubblici perché il loro corretto uso salva vite umane. Ddl 20/7/2013
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