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Suor Caterina – Comunicare e accendere i cuori

Suor Maria Caterina Gatti

Suor Maria Caterina Gatti fa parte della grande Famiglia del Cuore Immacolato di Maria che racchiude religiosi e laici che, accogliendo le parole pronunciate dalla Vergine Maria a Fatima, rispondono nella Chiesa alla chiamata di ogni battezzato. Suor Caterina si occupa di tenere le fila della comunicazione all’interno del movimento. Una responsabilità che vive mettendo in gioco se stessa come persona.

Dovendo definire la mia vocazione religiosa, direi che non si è trattato di una “scelta”, ma piuttosto di una risposta a Qualcuno che mi ha scelta. Ho ascoltato la voce di Dio, che mi parlava, che mi chiamava, anche se in un modo incredibilmente discreto, silenzioso. Credo di poter dire che la mia vocazione – ed è così per tutte le vocazioni religiose o sacerdotali – nasce dalla comunicazione: Dio parla, la persona ascolta la voce di Dio e risponde accogliendo la Sua chiamata.

Dopo 12 anni di vita religiosa posso affermare che la comunicazione non si trova solo all’origine della mia vocazione, ma ne è come parte integrante. La persona è infatti un “essere in relazione”, ma chi ha donato la propria vita a Dio e alla Chiesa è chiamato in particolare ad essere esperto di comunione e quindi esperto nelle relazioni interpersonali. Dove c’è relazione, deve esserci necessariamente comunicazione; ecco perché ritengo che la comunicazione sia parte integrante della mia vita. Papa Francesco dice che “solo chi comunica mettendo in gioco se stesso può rappresentare un punto di riferimento. Il coinvolgimento personale è la radice stessa dell’affidabilità di un comunicatore” (Messaggio per la XLVIII Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali).

Nella mia piccola esperienza di vita religiosa, nella quale mi trovo costantemente a stretto contatto con famiglie, giovani, adolescenti, bambini, con persone di qualsiasi età ed estrazione sociale, ho notato come davvero conta molto il coinvolgimento personale, l’essere persone autentiche e non “costruite”, persone che sanno togliere dal volto (per poi non indossarle mai più) quelle maschere che nascondono – a noi per primi – la verità di noi stessi, facendoci vivere di apparenze. Ho potuto anche constatare, in questi anni, che per comunicare davvero occorre donarsi: non semplicemente donare qualcosa, ma donare se stessi, pur con tutti i propri limiti e fragilità. L’organizzazione di eventi particolari quali convegni o incontri formativi mi permette di entrare in contatto con moltissime persone, con le quali comunico non solo fornendo informazioni, ma anche cercando sempre di dire una buona parola, di farmi prossima a loro “portando calore, accendendo il cuore”. È questo che ci esorta a fare Papa Francesco, ma credo che sia questo anche l’esempio che Gesù ci ha dato nel suo incontro con i discepoli di Emmaus: “Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino?” (cfr Lc 24,32).




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