Migrazioni

Quale deve essere l’atteggiamento di un cristiano rispetto al fratello che viene da lontano?

di Ida Giangrande

“Ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito” (Mt 25,35-36), su queste parole di Gesù si sofferma la riflessione di papa Francesco durante l’Udienza generale di ieri, dedicata quasi interamente al tema delicato e attuale delle migrazioni.

I flussi migratori ora come ora, sembrano voler ridisegnare il volto dell’Europa e del mondo. Spinti dalla crisi economica, dai conflitti armati e dai cambiamenti climatici moltissime persone sono costrette ad abbandonare la propria casa, la propria terra per cercare fortuna in un paese lontano, sconosciuto e spesso anche inospitale. Questa cornice non è certo una situazione che appartiene solo alla nostra epoca come sottolinea il Papa durante la catechesi dell’Udienza generale: “La Bibbia ci offre tanti esempi concreti di migrazione. Basti pensare ad Abramo. La chiamata di Dio lo spinge a lasciare il suo Paese per andare in un altro: «Vattene dalla tua terra, dalla tua parentela e dalla casa di tuo padre, verso la terra che io ti indicherò» (Gen 12,1). E così è stato anche per il popolo di Israele, che dall’Egitto, dove era schiavo, andò marciando per quarant’anni nel deserto fino a quando giunse alla terra promessa da Dio. La stessa Santa Famiglia – Maria, Giuseppe e il piccolo Gesù – fu costretta ad emigrare per sfuggire alla minaccia di Erode: «Giuseppe si alzò, nella notte, prese il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode» (Mt 2,14-15). La storia dell’umanità è storia di migrazioni: ad ogni latitudine, non c’è popolo che non abbia conosciuto il fenomeno migratorio”. Quale deve essere l’atteggiamento di un cristiano rispetto al fratello che viene da lontano? Questa la domanda che sembra sottendere l’intera catechesi del Papa: “Oggi, il contesto di crisi economica favorisce purtroppo l’emergere di atteggiamenti di chiusura e di non accoglienza. In alcune parti del mondo sorgono muri e barriere. Sembra a volte che l’opera silenziosa di molti uomini e donne che, in diversi modi, si prodigano per aiutare e assistere i profughi e i migranti sia oscurata dal rumore di altri che danno voce a un istintivo egoismo. Ma la chiusura non è una soluzione, anzi, finisce per favorire i traffici criminali. L’unica via di soluzione è quella della solidarietà. Solidarietà con il migrante, solidarietà con il forestiero …È un impegno che coinvolge tutti, nessuno escluso. Le diocesi, le parrocchie, gli istituti di vita consacrata, le associazioni e i movimenti, come i singoli cristiani, tutti siamo chiamati ad accogliere i fratelli e le sorelle che fuggono dalla guerra, dalla fame, dalla violenza e da condizioni di vita disumane. Tutti insieme siamo una grande forza di sostegno per quanti hanno perso patria, famiglia, lavoro e dignità”. Vestire chi è nudo dunque, ma la nudità spesso non è solo quella del corpo e Francesco lo sottolinea con forza, illuminando gli orizzonti della desolazione umana perché possano diventare campi di irrigazione per coloro che lavorano nella vigna di Dio. “Vestire che è nudo: che cosa vuol dire se non restituire dignità a chi l’ha perduta? Certamente dando dei vestiti a chi ne è privo; ma pensiamo anche alle donne vittime della tratta gettate sulle strade, o agli altri, troppi modi di usare il corpo umano come merce, persino dei minori. E così pure non avere un lavoro, una casa, un salario giusto è una forma di nudità, o essere discriminati per la razza, o per la fede, sono tutte forme di ‘nudità’, di fronte alle quali come cristiani siamo chiamati ad essere attenti, vigilanti e pronti ad agire”. Nell’esortazione finale tutto il buon cuore di un padre che incoraggia i propri figli a scegliere la via giusta anche quando è difficile: “Non cadiamo nella trappola di rinchiuderci in noi stessi, indifferenti alle necessità dei fratelli e preoccupati solo dei nostri interessi. È proprio nella misura in cui ci apriamo agli altri che la vita diventa feconda, le società riacquistano la pace e le persone recuperano la loro piena dignità”.

Per leggere la catechesi di papa Francesco clicca sul link che segue: http://w2.vatican.va/content/francesco/it/events/event.dir.html/content/vaticanevents/it/2016/10/26/udienzagenerale.html

 




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