Separati fedeli
Fedeli dopo la separazione: si può
di Ida Giangrande
Fedele anche dopo una separazione: può sembrare una condizione inaccettabile nell’era delle relazioni liquide e intercambiabili, eppure la fedeltà a ogni costo è una situazione di molte persone. L’Associazione Separati fedeli, da tempo impegnata nella cura pastorale delle famiglie ferite, organizza il 32° Incontro nazionale per ‘Separati Fedeli’.
“Il Sacramento del Matrimonio, una grazia che non finisce”, recita così l’immagine di copertina della pagina facebook dell’Associazione Separati fedeli, un incipit che lascia poco spazio ad altre interpretazioni: il matrimonio è per sempre. In particolare la fedeltà nonostante tutto, è la regola d’amore che l’Associazione Separati Fedeli, propugna e diffonde dal giorno della sua costituzione nel 1990. Un cammino per gli sposi che intendono restare fedeli nonostante la fine del loro matrimonio e che risponde all’esigenza della Chiesa di delineare una cura pastorale ben precisa per quanti vivono questa situazione. Alla scopo di accompagnare, formare e fortificare, l’associazione usa organizzare un incontro nazionale due o tre volte all’anno, in cui proporre confronti e dibattiti con esperti della pastorale per le famiglie e in particolare per le famiglie ferite e supportare il difficile cammino della fedeltà fino alla fine. Il prossimo incontro è previsto per il 5 e il 6 novembre presso il centro Canossiano di Roma in zona Villa Panphilj. Il programma dell’incontro è in avanzata fase di definizione, ma ha comunque confermato la sua partecipazione S.E. Card. Ennio Antonelli, già arcivescovo di Firenze e presidente del ‘Pontificium Consilium pro familia’, che aveva seguito i precedenti incontri. Diamo uno sguardo da vicino all’associazione conoscendo da vicino il suo fondatore Ernesto Emanuele. Imprenditore milanese, sposato per 15 anni e sperato da 26, padre di tre figli e impegnato nella cura delle famiglie ferite e dei separati fedeli da diverso tempo. “L’esperienza di ‘Separati fedeli’ – racconta durante un’intervista nel solco della preparazione al grande Sinodo per la famiglia– nasce dalla consapevolezza, sempre più avvertita e forte, che i separati all’interno della comunità cattolica sono soggetti e non oggetti della pastorale ad essi dedicata. Le persone separate devono infatti essere aiutate e guidate da persone che hanno vissuto la stessa esperienza e sofferto le medesime difficoltà: non è più possibile pensare di dare loro un sostegno efficace destinando la gestione di questo servizio alle coppie regolari, le coppie cosiddette d.o.c. Perché purtroppo, quello che come associazione abbiamo fino ad oggi registrato, è che ogni diocesi in quest’ambito particolare accoglie i separati in maniera diversa, non coordinandosi con le altre, affidando la cura dei separati a coppie sposate”. Molte le battaglie condotte e alcune altrettanto importanti vittorie realizzate come la legge sull’affido condiviso. “Come associazione – dichiara ancora Emanuele – Buona parte del nostro lavoro consiste oltre che ad accogliere i separati, nel dialogare con istituzioni e realtà come la Cei, il Pontificio Consiglio per la Famiglia, e le diocesi, in modo tale da far circolare ovunque una sensibilità nuova rispetto al mondo dei separati, una sensibilità, purtroppo, finora estranea ai più. Noi infatti rappresentiamo idealmente oltre i 4 milioni di italiani che dal 1975 a oggi si sono separati; e di questi quasi 500mila nella sola diocesi di Milano”. Chiunque volesse avere maggiori informazioni riguardo all’incontro per separati fedeli può scrivere a: g.orlandini@tecnimont.it. Oppure chiamare al seguente numero di telefono: 333-3011802 .
Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia
Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).
Lascia un commento