5 Ottobre 2016

5 Ottobre 2016

La sintesi di tutto il Vangelo

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 11,1-4)
Gesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli».
Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite:
Padre,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno;
dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano,
e perdona a noi i nostri peccati,
anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore,
e non abbandonarci alla tentazione».

Il commento

I discepoli hanno visto tante volte Gesù in preghiera. Sono rimasti colpiti dal suo modo di parlare di Dio. Per questo un giorno, dopo averlo visto in preghiera, gli domandarono: “Signore, insegnaci a pregare” (Lc 11,1). La preghiera è un segreto che solo il Signore può insegnare. A ben vedere i discepoli non si sono limitati a chiedere una formula orante, manifestano il desiderio di entrare nel mistero della preghiera. Questo desiderio genera e sostiene la fede. Non si tratta semplicemente di dire alcune preghiere, ma di vivere con lo sguardo rivolto a Dio. Gesù accoglie la richiesta e insegna il Pater, invita i discepoli a pregare con la coscienza di essere figli eternamente amati. Non è solo una formula da recitare ma racchiude il significato della preghiera, indica la via della preghiera. Il Padre nostro descrive la cornice ideale nella quale vivere tutta l’esperienza di preghiera. Per questo Tertulliano, un autore dei primi secoli, vede in queste parole la “sintesi di tutto il Vangelo” (La preghiera, 1). Pregando, Gesù ha mostrato la necessità della preghiera, ma ha voluto anche insegnare una preghiera, quella del Padre nostro. Non è l’unica formula orante nei Vangeli ma è l’unica che Gesù ha consegnato ai discepoli. Nel Catechismo della Chiesa Cattolica leggiamo: “Da una parte, con le parole di questa preghiera, il Figlio Unigenito ci dà le parole che il Padre ha dato a lui: è il Maestro della nostra preghiera. Dall’altra, Verbo incarnato, egli conosce nel suo cuore di uomo i bisogni dei suoi fratelli e delle sue sorelle di umanità, e ce li manifesta: è il Modello della nostra preghiera” (n. 2765). Quando dunque recitiamo il Padre nostro, preghiamo con le sue parole e in piena unità con Lui; ma, al tempo stesso, a Lui, come nostro intercessore, affidiamo la preghiera che rivolgiamo al Padre.

Padre santo, la preghiera non è un comodo rifugio ma il grembo che ci genera, l’incontro che svela la nostra identità. Quando ripetiamo le parole di Gesù, ridesta la consapevolezza che siamo figli tuoi e metti nel cuore il coraggio di vivere come fratelli. Amen



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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