Due genitori santi: che fortuna!

a cura di Luca Memoli

Da dove viene la mia vocazione? Sposandosi nel 1928 i miei genitori, Rosetta e Giovanni avevano chiesto al Signore due grazie: di avere molti figli e che almeno uno di loro diventasse prete. Questo l’ho saputo celebrando nel 1953 la prima Messa al paese natale, Tronzano (Vercelli). Allora ho capito perchè fin da ragazzino dicevo che da grande avrei fatto il prete! 56 anni dopo posso dire: “E’ bello fare il prete e il missionario!”. Ringrazio Rosetta e Giovanni di avermi offerto a Dio e poi perché hanno preparato, col loro amore, il nido accogliente per me e i miei due fratelli (Rosetta è morta di parto a 31 anni con due gemelli!), dove potessimo crescere confortati dal loro amore ed educati alla fede dai loro esempi. Ho mai avuto dubbi sulla fede? Rispondo che fin da bambino ho succhiato la fede cattolica assieme al latte dal seno di mia madre, una fede che è entrata in me in modo del tutto naturale, diventando parte integrante del mio “io”, della mia identità personale. Allo stesso modo ho imparato la lingua italiana, che non potrei in alcun modo perdere.

Ho avuto la fortuna di avere due genitori santi, la cui causa di beatificazione, approvata al “processo diocesano”, è già alla Congregazione dei Santi a Roma. Una vita del tutto ordinaria, vissuta in modo straordinario per le loro virtù, la fedeltà alla Chiesa, la preghiera in comune e la generosità verso i poveri. Rosetta e Giovanni sono un modello di Vangelo vissuto molto attuale e prego perché siano conosciuti e imitati.

Padre Piero Gheddo




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