Eluana Englaro 850 Km per Eluana Autore articolo Di Punto Famiglia Data dell'articolo 5 Marzo 2009 Nessun commento su 850 Km per Eluana di Luca Memoli Sono partiti da Striano, un piccolo comune del vesuviano, per arrivare ad Udine, da Eluana Englaro. Quello dei giovani dell’Associazione Progetto Famiglia è stato un lungo viaggio iniziato il sabato precedente alla morte di Eluana, 850 km per essere, come affermano, “vicini a una persona che è stata ingiustamente condannata a morte”. Sono partiti da Striano, un piccolo comune del vesuviano, per arrivare ad Udine, da Eluana Englaro. Quello dei giovani dell’Associazione Progetto Famiglia è stato un lungo viaggio iniziato il sabato precedente alla morte di Eluana, 850 km per essere, come affermano, “vicini a una persona che è stata ingiustamente condannata a morte”. Il lungo viaggio inizia con la preghiera. Salvatore da anni impegnato con l’Associazione guida il gruppo. È lui ad illustrare le tappe della martoriata storia di Eluana, in particolare si sofferma sulle ultime tristi vicende che hanno permesso il trasferimento della donna alla clinica “La Quiete”. La radio li informa sullo stato di salute di Eluana: “Le condizioni della Englaro sono stabili”. Sui volti dei giovani si legge una rasserenante speranza. Alle 18:00, arrivati a Udine, si presentano al parroco che li accoglie calorosamente. Gennaro, munito di chitarra, anima la messa assieme agli altri giovani. Al termine della celebrazione Salvatore annuncia alla comunità parrocchiale che come gruppo si sarebbero mossi dal sagrato della Chiesa verso la clinica. Accese le candele, ai giovani venuti da lontano, si aggregano gli amici del posto. La silenziosa marcia ha inizio. Dinanzi alla clinica il popolo della vita è lì ad accoglierli. Fra di loro c’è un manifestante che, informato dell’impresa dei giovani di Progetto Famiglia, resta commosso e meravigliato tanto da donare 100 euro per il viaggio che l’Associazione ha sostenuto. Non sembrano stanchi, sotto la pioggia rispettosamente esprimono la loro vicinanza: “Purtroppo – affermano – quello che possiamo fare è poco, ma non vogliamo tacere, non vogliamo essere indifferenti”. Tanti sono i messaggi, le candele e le bottiglie d’acqua che sono state lasciate in questi giorni davanti al cancello della clinica, ma la cosa che più stupisce è vedere un gruppo di giovani che di sabato preferisce, a dispetto dei luoghi comuni, essere qui piuttosto che in una discoteca o in un pub. “Lottiamo non solo per Eluana – aggiunge uno di loro – ma anche per tutti quelli che come lei vogliono vivere anche essendo nella sofferenza”. Arrivano da lontano ma non sono affatto spaesati. Dopo la piccola fiaccolata, partita dal sagrato della chiesa di Santa Maria delle Grazie, si uniscono con altri gruppi, sembra che si conoscano da sempre, ma non è così. Nord e sud, laici e cattolici, anziani e giovani, l’Italia che difende la vita è qui. Vittime anche di qualche insulto, i giovani dell’Associazione Progetto Famiglia, non alzano mai i toni della loro manifestazione. Una voce serpeggia fra loro: “Ragazzi, non rispondiamo alle provocazioni!”. È tardi, prima di andare via si avvicinano a quell’angolo dove tante persone hanno lasciato una candela per Eluana. Di fronte a questo piccolo altare metropolitano si alza la preghiera del Pater. “Siamo figli di un solo Padre, per questo riteniamo Eluana una nostra sorella”. Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia Cari lettori di Punto Famiglia, stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11). CONTINUA A LEGGERE ANNUNCIO Lascia un commento Annulla rispostaIl tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *Commento Nome * Email * Sito web Per commentare bisogna accettare l'informativa sulla privacy. Ho letto e accettato la Privacy Policy * Ti potrebbe interessare: Dignità della vita anche nella malattia: perché non parlarne con i ragazzi attraverso dei film? 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