La vita ha molti volti
di Anna Pisacane
Il volto di Eluana Englaro ci è familiare grazie alle tante foto che la ritraggono nella sua giovinezza, prima dell’incidente stradale che l’ha ridotta in stato vegetativo permanente per diciasette anni. Il volto di una ragazza bella e spensierata, con una grande gioia di vivere. Sembra però che per lei il tempo si sia fermato ai quei giorni. Come se non esistesse l’ Eluana diventata ormai donna.
Come mai il volto di Eluana da adulta non è stato mai mostrato? Eppure siamo abituati a vedere immagini di volti sofferenti, siamo abituati ogni giorno a guardare in faccia l’indifferenza, l’odio, la guerra, la morte.
Pudore, rispetto, privacy o anche questa una mossa strategica? Il volto di Eluana avrebbe condizionato il pensiero degli italiani non poveri di sensibilità? Certo, temi come questi non si possono basare sull’emotività, ma avremmo avuto la possibilità di cogliere il mistero, il messaggio che un volto segnato dalla sofferenza può trasmettere. Il volto parla, c’interpella, risveglia la nostra coscienza, ci chiama a responsabilità.
<>Dopo appena dieci giorni dalla morte di Eluana, dopo che il nostro Paese si è spaccato a metà tra chi ha pianto e chi ha gioito, l’attenzione dei media è stata catalizzata dal Festival della canzone Italiana di Sanremo. Di Eluana, la televisione, i giornali, la gente sembra essersi dimenticata. Ma durante la quarta serata del Festival si è aperto uno scenario che solo ai più distratti non ha fatto rievocare la vicenda della famiglia Englaro. Era ormai sera inoltrata quando Paolo Bonolis, apre uno squarcio su una realtà presente nella nostra società: la solitudine delle famiglie che hanno figli con forti disabilità. Il volto di quei bambini, di quei genitori, visti attraverso un video, sono stati molto più eloquenti della parole di un presentatore famoso per la sua capacità comunicativa e coinvolgente. Quei volti hanno emozionato milioni di persone che si sono subito collegati al sito dell’associazione che sta accanto a queste famiglie e hanno dato il loro contributo. Ecco uno dei messaggi lasciati la notte stessa sul sito: “Salve, sono padre di due bambini, ascoltando le parole di Bonolis raccontando la storia della bambina e visto il filmato ho pianto per mezz’ora…”.
Sono contrastanti le testimonianze di chi ha avuto la possibilità di incontrare Eluana negli anni in cui è vissuta nella clinica di Lecco quando ad assisterla erano le suore misericordine. Margherita Coletta, vedova di una vittima di Nassiria che ha perso un figlio affetto da leucemia, ha incontrato Eluana alcuni mesi prima della sua morte e ha dichiarato al TG 2: “È bella come nelle foto solo con i capelli più corti e il viso più rotondo. La sua pelle è liscia senza una piaga. Ha anche sorriso ad una battuta che ho fatto”. Il prof. Ignazio Marino, senatore del PD, dichiara durante il programma televisivo Porta a Porta, trasmesso il giorno dopo il trasferimento di Eluana ad Udine: “Voi pensate che Eluana sia come la vedete nelle foto, il suo corpo è devastato, il suo volto piagato”.
La diversità di espressione corrisponde a una diversità di pensiero. Qual è la Verità? Molto dipende con quali occhi la si guardi. C’è chi ha occhi di rispetto, di amore, che sanno vedere oltre, e chi, invece, si ferma alla fredda e insensibile apparenza. Ma nelle contrastanti dichiarazioni c’è solo un modo diverso di vedere o c’è un preciso messaggio, la volontà di far passare un’idea? Non avremo questo dubbio se avessimo potuto guardare con i nostri occhi: “Il volto è presenza viva, è espressione…. Il volto parla. La manifestazione del volto è già discorso” (Emmanuel Lévinas, Totalità e infinito, ed. Jaka Book, Milano 1977, p. 64).
Ma come mai il giorno prima della sua morte, papà Englaro ha voluto che la giornalista Marinella Chirico vedesse Eluana per poter poi testimoniare l’esperienza sconcertante: “Eluana Englaro era irriconoscibile rispetto alle foto che tutti conoscono e vederla nel letto della casa di riposo, La Quiete di Udine, è stato devastante”. Guarda caso questa testimonianza è diventata il cavallo di battaglia di chi ha voluto far passare la morte di Eluana come una liberazione, come la fine di una atroce agonia. E il dubbio ancora rimane leggendo la dichiarazione delle suore misericordine, dopo aver ascoltato la testimonianza della giornalista: “ma cosa hanno fatto alla povera Eluana, una settimana fa era bellissima”.
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