Mentre il Senato discute…
“La morte di Eluana ci ha cambiati tutti”, ha detto il ministro Sacconi che ha messo in gioco tutta la sua autorità per fermare il procedimento giudiziario. Dubitiamo fortemente di questa improvvisa conversione. Ad un’attenta rilettura dei fatti il Parlamento esce da questa vicenda con le ossa rotte. La prima sentenza della Cassazione, emessa nell’ottobre 2007, approfittando di un vuoto legislativo ha cambiato le regole del gioco, sostituendosi così al potere legislativo. C’era tutto il tempo per approvare una nuova legge e riprendere così il proprio ruolo istituzionale. Niente è stato fatto. Non si è mosso il Governo Prodi, allora in carica, per comprensibili divergenze all’interno della coalizione. Non ha fatto nulla nemmeno il Governo Berlusconi o meglio è intervenuto in pieno recupero, quando ormai non c’era più tempo. Un sussulto di coscienza o un gesto politicamente calcolato? Le opinioni ovviamente divergono a secondo della collocazione politica. Mentre si discute in Parlamento del ddl Calabrò, abbiamo sentito l’opinione di tre esponenti del mondo politico di diversi schieramenti: Eugenia Roccella, Marco Calgaro e Luisa Santolini.
PDL / EUGENIA ROCCELLA
“L’OPPOSIZIONE È MOLTO CONFUSA”
Onorevole Roccella, come procedono i lavori per l’approvazione del disegno di legge sul testamento biologico?
In questo momento stiamo cercando di rispettare la tempistica che è stata concordata la notte in cui è morte Eluana Englaro. In quella stessa notte stavamo cercando di far passare velocissimamente un disegno di legge che vietasse la sospensione dell’idratazione e dell’alimentazione a tutte le persone in stato vegetativo, ma questo percorso legislativo è stato interrotto in una maniera amara, dolorosa e brutale. A quel punto c’è stato un accordo con l’opposizione. Ci siamo impegnati ad esaminare i disegni di legge in un tempo relativamente breve e per riuscire ad andare in aula il 5 Marzo. Ma il Presidente del senato Schifani, auspicando che non ci sia un ostruzionismo, ha accolto la richiesta dell’opposizione di avere un dibattito più ampio e ha rimandato la discussione in aula di una settimana, dieci giorni.
Lei come la pensa su questo punto?
Secondo me l’atteggiamento dell’opposizione è di tipo ostruzionistico. Vedremo questa opportunità del presidente Schifani come verrà accolta.
In modo preciso l’opposizione chiede un dibattito più ampio su quali punti?
L’opposizione è molto confusa. Ci sono posizioni molto diverse all’interno, c’è chi vuole dialogare e chi invece è radicalmente contrario al disegno di legge Calabrò . Si vedrà una volta che arriveremo al concreto alla votazione.
Ma anche nel Pdl ci sono fazioni che ritengono la legge Calabrò troppo morbida e spingono per una legge più pro vita ….
Io credo che andando a vedere nel merito di questi emendamenti, questi articoli che suscitano perplessità, secondo me scopriremo esattamente il contrario. In realtà nessuno ha messo in discussione la firma a questa legge, non c’è una lacerazione ma solo un dibattito.
Questo disegno di legge come si pone rispetto ai casi come quello di Welby ed Eluana?
La libertà di cura è garantita dall’articolo 32 della Costituzione, nessun emendamento potrebbe mai impedire un caso tipo Welby. Quando si è in grado di intendere e di volere si può decidere di sospendere o meno le cure. Il problema è il caso Englaro perché lì sicuramente la legge Calabrò avrebbe impedito questa fine. Impedirebbe a qualunque persona in stato vegetativo, che gli venisse sospesa l’idratazione e l’alimentazione.
La vicenda di Eluana potrà essere considerata un precedente su cui appellarsi?
Può essere considerato un precedente finché non c’è una legge. Infatti ci sono già dei casi che fanno riferimento alla sentenza Englaro.
Quindi non si può perdere tempo, quando prevede che la legge possa essere approvata?
Noi abbiamo tutte le intenzioni di promuoverla ma dobbiamo solo verificare se da parte del PD c’è ostruzionismo o meno. In quel caso la maggioranza troverà un modo per far approvare comunque la legge.
UDC / LUISA SANTOLINI
“I PATTI ERANO DIVERSI”
Per quale motivo dopo la sentenza della Corte d’Appello di Milano del mese di luglio, che ha condotto Eluana Englaro alla morte, secondo lei il Governo non è riuscito ad approvare una legge che impedisse questo dramma?
Perchè si è perso tempo sperando di trovare un accordo tra gli esponenti del mondo cattolico e anche una parte di quelli laici attenti a questi temi. Ma la cosa non è stata così semplice. La conferma di questo sono le discussioni che ci sono in questo momento anche all’interno del PDL. Questo vuol dire che sia il PD che il PDL è spaccato in due o tre tronconi. Abbiamo cercato in tutti i modi di ridurre queste spaccature. Forse abbiamo sbagliato ma non immaginavamo che ci fosse un così rapido precipitarsi delle cose.
Per Marzo si aspetta una legge, invece i tempi sembrano allungarsi. C’è il rischio che prima di una legge sul testamento biologico ci sia un altro caso Eluana?
Questa è una corsa contro il tempo. Io personalmente sono molto delusa del fatto che Schifani abbia rimandato la seduta. Questo è indice che c’è una profonda divisione da parte dei due schieramenti sui temi eticamente sensibili. Mentre su questioni meno importanti come le intercettazioni telefoniche e la riforma della giustizia sia il PDL che il PD sono compatti al loro interno. Quando si parla del fine vita invece sia il PDL che il PD si spaccano. Questi due partiti non sono in grado di garantire una visione del mondo e dell’uomo, convinta e condivisa. Inoltre, siccome Berlusconi non ha nessuna intenzione di andare in Parlamento a spaccarsi, non ha intenzione di vedere i suoi che votano in maniera diversa sul tema del fine vita, vuole perdere tempo. Questo io lo trovo molto grave perchè i patti erano diversi.
Il disegno di legge Calabrò rispecchia a pieno il valore della vita?
In linea di massima direi di sì. Il disegno di legge chiarisce che l’alimentazione e l’idratazione non si possono negare, nessuno può rifiutarle. Inoltre le dichiarazione anticipate devono essere rinnovate e l’ultima parola spetta al medico. Nello stesso tempo però ci sono alcune ambiguità e c’è il pericolo che arrivi un’altra sentenza. I giudici, molti dei quali sono di estrazione radicale, si approfittano in qualche modo della loro posizione, forzano le leggi e quindi è possibile che facciano un’altra sentenza tipo la Englaro. Il pericolo esiste.
La Costituzione sancisce il dovere di ogni persona di poter rifiutare le cure, questo giustifica casi come quelli di Piergiorgio Welby?
Rifiutare le cure vuol dire che fin dall’inizio io decido che nessuno deve mettere le mani sul mio corpo, su questo siamo tutti d’accordo, fa parte della cultura del rispetto della persona umana. Il problema è che quando ti sei fatto mettere il sondino o ad esempio il pacemaker non te lo puoi più far staccare. Diverso è che io rifiuto le cure fin dall’inizio.
La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.
Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana. (Art. 32. Costituzione Italiana).
PD / MARCO CALGARO
“NON BASTANO LE LEGGI”
Come mai l’opposizione ha chiesto tempo per discutere sul disegno di legge Calabrò, quando fino a qualche mese fa sembravano tutti d’accordo che si facesse una legge subito? Non è rischioso far passare troppo tempo?
Io penso che a chiedere più tempo siano in parecchi, mi pare una posizione condivisa.
Se questo serve a fare una buona legge che ben venga aspettare un po’. Quindici giorni in più non mi sembrano pericolosi ma potrebbero essere virtuosi senza il rischio di mettere nel cassetto una legge e dare la possibilità ad un altro magistrato di formulare una sentenza incivile come quella della Englaro.
Lei pensa che il motivo sia questo?
Io lo voglio sperare. Guardi, condivido le linee essenziali della proposta di legge della maggioranza ma come professionista colgo qualche limite. Ritengo che sia giusto che l’alimentazione e l’idratazione non debbono essere inserite nelle Dichiarazioni Anticipate di Trattamento, ma ritengo altrettanto saggio, in alcune situazioni di fine vita, lasciare nell’interazione virtuosa tra il medico e il paziente, se è cosciente, o con i familiari e i fiduciari se non è cosciente, le decisioni di modalità e di dosaggio di somministrazione degli alimenti e dei liquidi. Naturalmente io non faccio rientrare nelle situazioni di fine vita lo stato vegetativo persistente.
Le posizioni sono così distanti, e le questioni così complesse, che a mio avviso, trovare un accordo in quindici giorni sarà un pò difficile….
Io sono un credente, sono però convinto che sia una rappresentazione errata della realtà che ci fa vedere nel centro destra la convinzione su certi argomenti e nel centro sinistra l’antitesi, per così dire. Su questi temi la nostra società ha una posizione che è trasversalmente spaccata. Io penso che prevalga una posizione tutta incentrata sulla libertà individuale e sull’autonomia. Questo è il nostro problema e per contrastarlo bisogna fare una lotta culturale, perchè non bastano le leggi per vincere queste derive.
I radicali hanno già annunciato che se viene approvata una legge sul fine vita, raccoglieranno le firme per un referendum abrogativo? Cosa ne pensa a proposito?
In questo panorama le posizioni che più mi urtano sono quelle dei radicali e quelli che radicali sono, anche se non lo dicono, come il senatore Marino e il senatore Veronesi. Io trovo squallido in situazioni nelle quali la scienza, la cultura, la filosofia, la teologia si interrogano, avere posizioni certe e ultimative come quelle di questi signori.
Non pensa che schieramenti politici che si uniscono devono farlo soprattutto condividendo le stesse posizioni in riferimento ai temi eticamente sensibili?
Condivido a pieno quello che lei dice. Credo che la Chiesa, la società e la politica debbono fare una riflessione complessa che porta a ri-ragionare il caso che chi ha una stessa percezione dell’antropologia dell’uomo si metta insieme. Penso, però, che non sarebbe giusto fare un partito di cattolici. Quando i cattolici sono stati rilevanti per la società non hanno fatto dei partiti ghetto, piuttosto mettevano insieme stesse sensibilità su medesimi temi. Questa sfida si può vincere, a patto di superare una certa debolezza su questi temi che viene proprio dai vescovi, dai sacerdoti e dalle comunità ecclesiali.
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