Italia? Presente!

di Giovanna Pauciulo

Dal 14 al 18 gennaio 2009 il Messico ha ospitato il VI Incontro Mondiale delle Famiglie. Anche la nostra Redazione era presente.In aeroporto in attesa del rientro in Italia abbiamo raccolto le prime impressioni di Mons. Spinillo, Vescovo di Teggiano Policastro e di Mons. Russotto, Vescovo di Caltanissetta.

Con quali attese è venuto a questo incontro mondiale delle famiglie?

Mons. Spinillo –  Sono venuto qui a Città Del Messico per  ascoltare,  per comprendere, per guardare, per cercare insieme ad altre persone le linee su cui orientarci, muoverci nel tempo in cui viviamo e in quello che verrà. Io penso che siamo per la prima volta in una fase storica in cui abbiamo coscienza del cambiamento e allo stesso tempo sappiamo di poter fare delle scelte.

Mons. Russotto – Sono venuto con alcuni sacerdoti e anche una coppia di sposi per cercare di capire quali orientamenti si offrivano alla pastorale familiare ma anche per fare un esperienza proprio cattolica della chiesa e quindi respirare un’aria universale e aiutare anche a far capire ai miei sacerdoti che la chiesa non finisce in Sicilia o in Italia ma ha un respiro universale. Poi per incontrare anche, quella che è la realtà della famiglia nei diversi paesi.

Quale bilancio, di questa esperienza messicana si sente di fare?

Mons. Spinillo – Riguardo alle aspettative sull’evento è chiaro che non è possibile impostare immediatamente i risultati,  però questi eventi hanno sicuramente il valore di mettere sotto gli occhi del mondo una tematica che richiede attenzione, riflessione e che potrebbe essere nascosta da una naturale forma di assuefazione che coinvolge  il mondo e gli esseri umani, dove si rischia poi di accettare come logico e normale, ciò che invece qualche volta si potrebbe cambiare, sviluppare in altre dimensioni.  Quindi questi eventi danno valori forti, danno la  possibilità di richiamare l’attenzione verso una sensibilità e di continuare verso un cammino.

Mons. Russotto – Per quanto riguarda l’esperienza di questo evento, io distinguo il congresso, dall’evento vero e proprio. Ecco il congresso penso sia stato preparato esclusivamente con i movimenti e non con le diocesi. Questo è un limite, perché non sono state coinvolte direttamente le chiese locali, come invece dovrebbe e deve essere. Non si può fare un congresso mondiale affidandosi ai movimenti, bisogna coinvolgere le chiese locali! Sono le chiese locali che vengono, con le loro problematiche e anche le loro attese, i loro punti di arrivo e possono riportare meglio nelle diocesi quanto qui si dice. Le celebrazioni di sabato e domenica sono state davvero belle, perché abbiamo respirato aria di chiesa. Avremmo voluto che la famiglia fosse di più, maggiormente protagonista dell’evento in sé, invece anche da questo punto di vista è stata la destinataria, ma, abbiamo ancora un cammino da fare, siamo sulla buona strada.




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