Accogliere e rispettare l’opera creatrice di Dio

di Michela di Gennaro

“Semi di vita” vuole essere uno spazio dedicato alla fecondità dell’amore di coppia. Ringraziamo fin d’ora quanti volessero dedicarci un po’ del loro tempo prezioso. Chi scrive si dedica alla promozione della procreazione responsabile nell’Associazione “La Bottega dell’Orefice” così chiamata per ricordare l’opera letteraria di Karol Wojtyla nella quale, in maniera efficace e commovente, viene raccontata la bellezza e la profondità della vocazione dei coniugi. È proprio la vocazione, cioè la chiamata, il punto di partenza.

A cosa sono chiamati i coniugi? Il giorno del matrimonio, sull’altare, gli sposi si accolgono e si promettono fedeltà, rispetto, amore e accoglienza ed educazione dei figli.  É una promessa che chiama gli sposi a un legame destinato a durare “per sempre” prendendosi cura del patto d’amore superando le tante incomprensioni e difficoltà e donando qualcosa all’altro, anche solo una piccola rinuncia, un sorriso, una parola fiduciosa e rassicurante, una carezza. Oggi, purtroppo, passa l’idea della possibilità di un legame “non per sempre”, e di un  amore che risponde solo alla passione e all’emotività. Invece l’amore vero, maturo, pur nutrendosi di sentimenti, non può essere slegato dalla responsabilità pro-creativa. Oggi si chiedono consigli su come fare l’amore e non avere figli. Il figlio è il terzo incomodo di cui si può decidere quando averlo. Certamente i coniugi responsabilmente, ma non egoisticamente, hanno la possibilità di pianificare il numero dei figli, ma è anche vero che con altrettanta responsabilità hanno il compito di rispettare e accogliere sempre il dono della vita, riconoscendosi pro-creatori.

Ma allora come è possibile pianificare la nascita di un figlio e contemporaneamente accogliere, rispettare e ammirare, sempre, con stupore  l’opera creatrice del Signore? Questa è la domanda che si porrebbe ogni coppia  qualora ascoltasse il proprio cuore. Questa è la domanda vera che la coppia pone, anche quando viene sottaciuta. La risposta è nella biologia che scandisce nella donna, con un ritmo meraviglioso, tempi naturali di infertilità e tempi in cui l’atto d’amore tra i due coniugi può essere un atto pro-creativo. Rispettare  questi tempi significa rispettare e amare pienamente il proprio coniuge. Rispettare questi tempi significa rispettare, amare e accogliere la vita. La coppia, rispettando questi tempi, realizza in ogni momento la promessa pronunciata davanti al Signore e santifica con ogni gesto d’amore il proprio progetto di vita insieme nella consapevolezza che, anche se infertile, tenderà le braccia verso ogni figlio che il Signore dona al mondo intero.




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