Famiglia povera… povera famiglia!
di Peppe Iannicelli
Gli scenari della crisi economica globale generano foschi presagi sui prossimi mesi e sui prossimi anni. La contrazione dei consumi ed il conseguente calo della produzione dimostrano tutta la precarietà di un sistema sociale ed economico fondato sulla logica del profitto e del possesso in Italia e nel mondo Occidentale. La crisi dei prodotti finanziari, l’impennata del prezzo delle materie prime, i licenziamenti a catena spingono sempre più famiglie nell’abisso della povertà.
È una condizione inedita per la società post-moderna. L’idea stessa di progresso sociale viene pesantemente confutata dalla pesantezza della situazione. Fino alla generazione precedente, tutti e ciascuno erano convinti che le loro condizioni di vita sarebbero state migliori di quelle dei loro padri. La previsione è oggi rovesciata: i figli si convincono sempre di più che la loro vita sarà peggiore di quella dei genitori per l’accesso al mercato del lavoro, la tutela dei propri diritti, l’assistenza sanitaria e la previdenza, le pensioni. Ed in questo contesto di allarme sociale generalizzato, proprio la famiglia è maggiormente a rischio. I coniugi che coraggiosamente decidono di metter al mondo dei figli entrano in un’area di precariato esistenziale davvero complessa.
La legislazione italiana ed anche le recenti manovre economiche del governo non riconoscono assolutamente la centralità della famiglia nel sistema economico e sociale del paese. Le spese familiari non trovano adeguato riconoscimento fiscale pur contribuendo in maniera rilevante all’economia nazionale se solo si pensa al sistema formativo, al mercato degli abiti e dei prodotti agroalimentari. Mancano seri incentivi per l’acquisto della casa d’abitazione ed i costi delle locazioni sono impossibili per chi vive di un normale stipendio. Sono carenti i servizi essenziali, a cominciare dagli asili nido, per sostenere la mamma lavoratrice. Le aliquote IRPEF sono inique poiché alleggeriscono il carico fiscale dei single o dei coniugi senza figli ed appesantiscono gli oneri per coloro che hanno prole. Insomma c’è bisogno di un ripensamento generale della nostra organizzazione economica e sociale se davvero vogliamo uscire dalla crisi. C’è bisogno di metter la famiglia al centro della società per svilupparne sia il potenziale affettivo-educativo che quello economico. Se crolla la famiglia, se la famiglia diventa povera…. crolla la società e s’impoverisce la nostra stessa speranza di un futuro migliore.
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Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).
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