Educare alla fede

“Mamma, dove è Gesù: sulla croce o nel tabernacolo?”

di Giovanna Pauciulo

Educare all’amore per Gesù significa educare ad una presenza. Quella di Gesù nel Pane Eucaristico.

Ad uno dei miei incontri settimanali in parrocchia con i genitori dei bambini che si preparano a ricevere la Prima Eucaristia. Una mamma, Liliana mi ha detto: “volevo dirti che ho messo in pratica quello che ci siamo detti nell’incontro scorso e la sera con mio figlio Giovanni ci diamo un tempo per pregare insieme e poi finisce sempre che mi fa qualche domanda sulla fede, ieri sera mi ha chiesto “mamma ma Gesù è quello che sta sulla croce in chiesa o è quello nel tabernacolo?”. Gli ho detto che sono tutti dei simboli chi ci ricordano e ci indicano Gesù, ho detto bene?

Che dire a Liliana e a tutti i genitori che la pensano così? Intanto che è molto bello che questo figlio si ponga queste domande, vuol dire che desidera, che cerca. Ma questo è stato possibile perché Liliana ha saputo creare le condizioni. Nell’intimità della casa, della pace serale si è concessa questo tempo con il figlio Giovanni di nove anni. Se creiamo le condizioni soprattutto i figli nella fanciullezza dai 3-4 anni in poi ci stupiranno con le loro ingenue ma profonde domande per penetrare il mistero, nel quale sono avvolti e che però non riescono ancora a decifrare. Ma Liliana non ha risposto bene, perché il crocifisso è il simbolo che ci ricorda il sacrificio di Cristo e perciò stesso ci indica la via scelta dal Signore per donarci la salvezza e farci sperimentare  la resurrezione, ma il tabernacolo non è solo una struttura evocativa perché nel tabernacolo è presente Gesù. E Gesù Eucaristia non è un simbolo è presenza viva di Gesù.

La chiesa è viva proprio perché c’è la presenza di Gesù Eucaristia, altrimenti sarebbe un museo. L’ostia consacrata non ha più niente della naturalità della farina e dell’acqua, gli elementi della terra che sono stati necessari per preparare la particola. Nel momento della Consacrazione sull’altare, essa è diventata  realmente corpo di Gesù. Ma questo Giovanni e tanti altri, anche adulti, fanno fatica a crederlo. E così si fermano ad un simbolismo che però non ha il potere di incidere nella vita, non è capace di educare all’amore.

Mi piace soprattutto quando incontro i bambini che si preparano alla Prima Eucaristia fare l’esempio della consanguineità per aiutarli a focalizzare l’attenzione su quello che accade quando si riceve Gesù Eucaristia. Consanguinei significa avere lo stesso patrimonio genetico, avere lo stesso DNA ecco perché se il battesimo ci ha resi fratelli con Gesù (perché ci ha resi figli di Dio nell’unico unico figlio Gesù);  l’Eucaristia ci rende ogni volta che la riceviamo sempre di più  corpo di Gesù, perché Gesù si unisce al corpo di chi lo riceve e ogni cellula del corpo diventa abitata da Gesù. Ecco perché mentre gli altri sacramenti  come il Battesimo, la Confermazione si ricevono una volta e per sempre  il giorno della prima comunione è solo l’inizio di una lunga serie di momenti in cui ci disponiamo ad accogliere Gesù e a divenire ogni volta un po’ più Gesù.

C’è un bellissimo canto eucaristico dei Gen Verde che dice “Nel tuo silenzio accolgo il mistero venuto a vivere dentro di me. Sei tu che vieni, o forse è più vero che tu mi accogli in te, Gesù”.

Cari genitori educare i nostri figli all’amore per l’Eucaristia significa vivere la nostra fede con lo stesso stupore della Vergine Maria che a Nazaret dopo aver chiesto  all’angelo “come è possibile”  pronunciò il suo e il Verbo prese dimora in Lei. Lo stesso miracolo accade ogni volta che riceviamo l’Eucaristia, ogni volta che ci accostiamo all’altare con la certezza che  siamo fatti da Dio che è in quel momento che riceviamo la vita, che siamo generati e salvati, è in quel momento che l’io scompare per ritrovarsi nell’io di Dio ed essere più simili a Lui.

La testimonianza del nostro amore per l’eucarestia e la fede con la quale ci accostiamo all’altare è la prima via educativa. È così che la nostra fede diventa testimonianza ed educazione. Accostiamoci di più all’Eucaristia sapendo che nulla è paragonabile al dono di ricevere il corpo di Cristo e unirci a Lui.




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