Figli
“Vuoi più bene a mamma o papà?”
di Luca Memoli
Inaspettatamente i nostri figli mentre giocano, o prima di dormire o durante una gita fuori porta dicono una frase che è un insegnamento, un monito per i genitori. Questa nuova rubrica: “A lezione dai miei figli” è curata da un papà, Luca Memoli che ha due bambini piccoli Mario e Michele, di 5 e 4 anni.
Una gita fuori porta, tanto sole e il desiderio di passare qualche ora spensierata con i nostri figli: il consueto set di un fine settimana passato in famiglia, uno dei tanti momenti che attendiamo e prepariamo con cura. Ricordo che quel giorno un’euforia particolare aleggiava nell’abitacolo della nostra station wagon: fra gli estenuanti richiami della consorte sul mio stile di guida e l’irrefrenabile chiacchiericcio dei piccoli, spunta la mia inspiegabile domanda fuori luogo: “Mario, vuoi più bene a mamma o papà?”
Lo so, certe stupidaggini è meglio non dirle. Soprattutto se dall’altra parte ci sono dei bambini. Il fatto è che mi diverte tantissimo vestire i panni del papà immaturo e indispettire mia moglie con questo tipo di uscite.
La risposta di Mario non è tardata ad arrivare e, come altre volte, mi ha stupito. Non nascondo che mi sarei aspettato un lapidario e sbrigativo “Voglio bene più a papà” accompagnato da un simpatico sorrisetto. Ma il fatto che io ceda facilmente alle discutibili e caramellose avances dei miei pargoli non ha impedito al primogenito (5 anni) di trafiggermi con un’insolita lezione, rispondendo senza esitare: “Vi voglio bene insieme”.
Avrebbe potuto regalarci un pacifico “Voglio bene a mamma e a papà” ma è stato inequivocabile: ha detto proprio insieme. Poche parole e un messaggio preciso, condito da un incontenibile lirismo naif. I bimbi non conoscono il nostro intricato linguaggio, trasmettono in chiaro ciò che portano nel loro cuore. E alcuni concetti dovrebbero essere semplici da recepire, anche per noi adulti. I nostri figli dicono che ci vogliono bene insieme, anche (e soprattutto) quando si chiudono in un incomprensibile e indecifrabile silenzio.
Quel giorno, guardando negli occhi mia moglie, la risposta non fu così facile da digerire. Non si tratta certo di fingersi innamorati o di organizzare di tanto in tanto patetiche messe in scena. Il piccolo invitava i suoi genitori a una comunione autentica che rallegrasse il suo cuore.
Piccoli miei, se siamo giunti a queste conclusioni è anche grazie alla vostra efficace e inaspettata lezione. Grazie a Dio, il nostro amore non ha bisogno di copioni da recitare e, quando vedrete mamma e papà abbracciarsi, sappiate che mentre stiamo bene insieme, saremo certi che il vostro cuore sta bene insieme al nostro.
Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia
Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).
Lascia un commento