LA PROLUSIONE DEL CARD. BAGNASCO

Bagnasco: “La famiglia è ancora il perno della rete sociale”

“I bambini non sono cose da produrre. Tanto più che certi cosiddetti diritti risultano essere solo per i ricchi alle spalle dei più poveri, specialmente delle donne e dei loro corpi”: dure le parole del cardinale Bagnasco all’apertura dei lavori della CEI.

«La deriva individualista, radicale e liberista, non intende fermarsi: mentre riaffermiamo con tantissima gente che avere dei figli è un desiderio bello e legittimo, così è diritto dei bambini non diventare oggetto di diritto per nessuno, poiché non sono cose da produrre. Tanto più che certi cosiddetti diritti risultano essere solo per i ricchi alle spalle dei più poveri, specialmente delle donne e dei loro corpi. Così, fa parte di un umanesimo umano il fatto che l’amore non giustifica tutto, che i bambini hanno diritto a un padre e una madre, come anche recentemente il Tribunale dell’Aia ha affermato». Sono alcune delle parole pronunciate dal card. Angelo Bagnasco nella Prolusione ai lavori della CEI di ieri. Inoltre il cardinale ha chiesto che «si semplifichino e si accelerino le procedure di adozione, perché possano avere risposta le migliaia di richieste a fronte di alcune centinaia di bambini dichiarati «adottabili».  

Bagnasco ha fatto anche un riferimento puntuale al fine vita: «Fa parte dell’umanesimo pure la constatazione che la vita nessuno se la può dare e quindi togliere; che mai, in nessuna sua fase, può essere manipolata e distrutta; che sempre deve essere rispettata e mai può essere soppressa anche quando l’intenzione appare buona; che l’accanimento terapeutico è una cosa, mentre l’eutanasia e il suicidio assistito sono tutt’altro».  

Sulle unioni civili, il presidente della CEI ha poi sottolineato che: «Si vuole ridefinire i fondamenti non solo del vivere insieme, ma anche del vivere con se stessi, del pensarsi come persone, come libertà e amore, come famiglia e società, come vita e morte nel loro naturale intreccio». Un clima «aggressivo nei confronti di chi la pensa diversamente», che «esalta a gran voce democrazia e libertà, ma a condizione che nessuno esca dalle righe stabilite, come se esistesse un diritto di cittadinanza condizionata». Il cardinale ha ricordato che, di fronte alla crisi, la famiglia «ancora una volta dà prova di essere il perno della rete sociale», il «più grande capitale di impresa e di solidarietà, un tesoro da non indebolire e disperdere con omologazioni infondate, trattando nello stesso modo realtà diverse. Da una parte si rivendicano le differenze sul piano culturale e, dall’altra, le si negano sul piano normativo, creando di fatto delle situazioni paramatrimoniali».

Un’attenta analisi anche sull’inverno demografica che attanaglia il nostro paese. Ha ricordato i dati ISTAT del 2015: «Sono i dati peggiori dall’Unità d’Italia: lo scorso anno, a fronte di 653.000 decessi, le nascite sono state 488.000, mentre 100.000 italiani hanno lasciato il Paese. È il sintomo di una crisi più profonda di quella economica. La famiglia, grembo della vita, e l’occupazione, sono le cose concrete a cui il popolo guarda con preoccupazione crescente. Ed è su queste emergenze che la gente vuole vedere la politica impegnata giorno e notte per misure urgenti e concrete. Sono questi i veri passi con cui presentarsi in Europa a testa alta!».




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