8 Marzo 2016

8 Marzo 2016

Non numeri ma persone

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 5,1-16)
Ricorreva una festa dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. A Gerusalemme, presso la porta delle Pecore, vi è una piscina, chiamata in ebraico Betzatà, con cinque portici, sotto i quali giaceva un grande numero di infermi, ciechi, zoppi e paralitici.
Si trovava lì un uomo che da trentotto anni era malato. Gesù, vedendolo giacere e sapendo che da molto tempo era così, gli disse: «Vuoi guarire?». Gli rispose il malato: «Signore, non ho nessuno che mi immerga nella piscina quando l’acqua si agita. Mentre infatti sto per andarvi, un altro scende prima di me». Gesù gli disse: «Àlzati, prendi la tua barella e cammina». E all’istante quell’uomo guarì: prese la sua barella e cominciò a camminare.
Quel giorno però era un sabato. Dissero dunque i Giudei all’uomo che era stato guarito: «È sabato e non ti è lecito portare la tua barella». Ma egli rispose loro: «Colui che mi ha guarito mi ha detto: “Prendi la tua barella e cammina”». Gli domandarono allora: «Chi è l’uomo che ti ha detto: “Prendi e cammina”?». Ma colui che era stato guarito non sapeva chi fosse; Gesù infatti si era allontanato perché vi era folla in quel luogo.
Poco dopo Gesù lo trovò nel tempio e gli disse: «Ecco: sei guarito! Non peccare più, perché non ti accada qualcosa di peggio». Quell’uomo se ne andò e riferì ai Giudei che era stato Gesù a guarirlo. Per questo i Giudei perseguitavano Gesù, perché faceva tali cose di sabato.

Il commento

La scena evangelica si svolge a Gerusalemme in una piscina, “chiamata in ebraico Betzatà, con cinque portici, sotto i quali giaceva un grande numero di infermi, ciechi, zoppi e paralitici” (5, 2-3). Un’immagine eloquente dell’umanità malata. Una moltitudine di infermi vive in attesa di una imprevista e improbabile guarigione. Gesù non guarda alla massa, la sua attenzione si sofferma su uno di essi: “Si trovava lì un uomo che da trentotto anni era malato” (5,5). Il numero degli anni indica una situazione prolungata nel tempo, un’attesa che troppe volte è andata delusa. E forse una speranza ormai svanita. Questo malato è l’immagine dell’umanità che vive senza speranza e porta il peso della malattia senza sperimentare la gioia della condivisione. È un uomo malato e solo, un uomo che non sa a chi affidarsi, che non ha nessuno che sia pronto ad aiutarlo. L’evangelista annota: “Gesù, vedendolo giacere e sapendo che da molto tempo era così…” (5,6). Gesù lo vede! Ha scritto André Frossard: “Credo che il Dio cristiano sappia contare fino a uno: non si interessa delle masse, non  va ai congressi, né tanto meno ai comizi. Si interessa solo delle persone singole, concrete. Lavora dietro le quinte, in silenzio, a tu per tu”. Gesù non ha bisogno di chiedere, egli conosce quello che ogni uomo porta dentro e sa che da molto tempo quell’uomo si trova in quella condizione, gli si fa vicino. Non è l’uomo che cerca e invoca. È Gesù che si accosta a lui. Il Signore va in cerca dei più dimenticati, di quelli che sono più soli. Ed è pronto a portare pace nei cuori smarriti e delusi. Ai giovani convenuti a Roma per la GMG, Giovanni Paolo II ha detto: “Non pensate mai di essere ai suoi occhi degli sconosciuti, come numeri di una folla anonima. Ognuno di voi è prezioso per Cristo, è conosciuto personalmente, è amato teneramente, anche quando non se ne rende conto” (15 agosto 2000). Oggi chiediamo la grazia di percepire lo sguardo amorevole di Gesù che sazia ogni nostra attesa. Ma con la stessa fede impegniamoci con passione sapendo che l’opera di Dio passa attraverso l’esistenza concreta di ciascuno di noi.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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