16 febbraio 2016

16 Febbraio 2016

Tutto in due sillabe

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 6,7-15)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate.
Voi dunque pregate così:
Padre nostro che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno,
sia fatta la tua volontà,
come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
e rimetti a noi i nostri debiti
come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e non abbandonarci alla tentazione,
ma liberaci dal male.
Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe».

Il commento

Il cammino di conversione, che propone la Quaresima, abbraccia tutta la vita e tutti gli aspetti della vita. Ieri, il Vangelo ricordava che saremo giudicati sulla carità; oggi, invita a camminare nei sentieri della preghiera. Carità e preghiera sono le due braccia della fede. D’altra parte, come vivere la carità senza la fede? Tante volte dobbiamo registrare che il desiderio di amare, per quanto sincero, si spegne dinanzi alle prime difficoltà. Solo la preghiera può dare il coraggio di perseverare nel bene. “Voi dunque pregate così” (6,9): queste parole non sono solo una formula orante – peraltro l’unica che Gesù ha insegnato! – ma racchiudono il senso della preghiera cristiana. Nella prima parola troviamo già tutto quel che serve, tutto in due sillabe: “Padre…” (6,9). Gesù rivela che il rapporto tra Dio e l’uomo non si fonda sulla sottomissione ma sulla figliolanza, non sulla distanza ma sulla vicinanza. Ci invita a prendere coscienza che siamo figli! Colui che ci ha generato a sua immagine (Gen 1,26) continuamente si prende cura di noi. Pregare significato entrare in relazione con un Tu personale: la coscienza della paternità divina dà origine ad una preghiera intima e confidenziale. Narrando la sua esperienza di preghiera, Teresa di Lisieux scrive candidamente: “A volte quando il mio spirito è in un’aridità così grande che mi è impossibile ricavarne un pensiero per unirmi al Buon Dio, recito molto lentamente un «Padre Nostro» e poi il saluto angelico; allora queste preghiere mi affascinano, nutrono la mia anima ben più che se le avessi recitate precipitosamente un centinaio di volte…” (Ms C 25v). Pregando insieme quel Dio che è Padre di tutti impariamo a camminare nei sentieri della comunione fraterna. La preghiera di Gesù diventa così l’oggettivo fondamento della comunità ecclesiale. E anche della famiglia, piccola Chiesa. Oggi chiediamo la grazia di non vivere ripiegati su noi stessi, misurando gioie e sofferenze, impegni e difficoltà, ma di fare della vita un esodo, un cammino che progressivamente ci conduce all’incontro con Dio.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

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