di don Silvio Longobardi
Dal Vangelo secondo Luca (Lc 5,27-32)
In quel tempo, Gesù vide un pubblicano di nome Levi, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi!». Ed egli, lasciando tutto, si alzò e lo seguì.
Poi Levi gli preparò un grande banchetto nella sua casa. C’era una folla numerosa di pubblicani e d’altra gente, che erano con loro a tavola. I farisei e i loro scribi mormoravano e dicevano ai suoi discepoli: «Come mai mangiate e bevete insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Gesù rispose loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori perché si convertano».
Il commento
“Ed egli, lasciando tutto, si alzò e lo seguì” (5,28). La parola di Gesù risuona con autorità, come un raggio di luce che improvvisamente tutto illumina. È una parola potente ma tutto resta affidato alla libertà dell’uomo. Levi appare agli occhi degli altri come un uomo lontano da Dio. E invece accoglie l’invito di Gesù con un’immediatezza e una determinazione che non possono non sorprendere. Il racconto potrebbe apparire fin troppo schematico e poco realistico ma lungo i secoli troviamo testimonianze abbastanza simili, come quella dello scrittore André Frossard (1915-1995), cresciuto in una famiglia atea e lui stesso lontanissimo dalla pratica religiosa: un giorno entra in una chiesa per incontrare un amico e riceve una luce imprevista che cambia radicalmente il suo sguardo. A distanza di anni da quell’evento, in un libro in cui racconta la sua conversione, commenta: “Quando sono entrato ero ateo, pienamente convinto; quando sono uscito ero cristiano e cattolico”. In mezzo una luce che improvvisamente lo avvolge. Da quel giorno, e fino alla fine dei suoi giorni, egli resterà fedele a questa luce. Ma non tutte le storie di conversione sono di questa pasta. Sant’Agostino, ad esempio, ha penato molto prima di giungere alla fede. Lui stesso confessa che, pur vedendo il bene, non aveva alcuna voglia di cambiare. Sulla soglia della giovinezza, faceva questa preghiera: “Dammi, ti dissi, la castità e la continenza, ma non ora”. Aveva timore di essere veramente esaudito e di dover abbandonare i piaceri ai quali era evidentemente molto legato (Confessioni, 8, 7, 17). Dio sa attendere e non si stanca di chiamare, a volte fino all’ultimo minuto, perché egli vuole la salvezza di tutti. Ma questo non deve farci crogiolare perché non possiamo mettere Dio alla prova. Al contrario, dobbiamo dire: se non ora quando? Perché attendere e far attendere? Scrive l’apostolo: “Ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza!” (2Cor 6,2). Oggi chiediamo la grazia di rispondere con più decisione agli appelli che Dio nasconde nella nostra vita.
Briciole di Vangelo
di don Silvio Longobardi
s.longobardi@puntofamiglia.net
“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.
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stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).
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