12 febbraio 2016

12 Febbraio 2016

La veste di nozze

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 9,14-15)
In quel tempo, si avvicinarono a Gesù i discepoli di Giovanni e gli dissero: «Perché noi e i farisei digiuniamo molte volte, mentre i tuoi discepoli non digiunano?».
E Gesù disse loro: «Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro? Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno».

Il commento

Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto finché lo sposo è con loro?” (9,15). In queste parole troviamo un annuncio luminoso: la storia che Gesù viene a inaugurare ha il profumo nuziale, è una storia avvolta nella gioia delle nozze. È Dio lo Sposo che ha fatto con Israele un patto che ha il sapore e la forza nuziale, un’alleanza alla quale Dio rimane fedele, anche quando Israele non lo è. Presentandosi come lo Sposo, Gesù proclama che viene a compiere questo progetto che da secoli i profeti hanno annunciato. Ma questo vangelo chiama in causa anche i discepoli, anzi qui si parla soprattutto di noi. Gesù chiama i discepoli  “i figli delle nozze” [oi uioì toû nymphōnos]. Sono dunque chiamati a condividere strettamente la sua missione. Lui è lo Sposo, loro sono i figli delle nozze, sono quelli che partecipano alla festa nuziale. La sua presenza è solo un annuncio e non ancora realizzazione piena delle nozze, che saranno sigillate con il Sangue della croce, ma è sufficiente per avvolgere l’esistenza umana nel clima della festa. Non c’è dunque più spazio per il digiuno. La gioia toglie i segni del lutto. Troppo spesso il cristianesimo viene dipinto come una religione della croce, dimenticando che è anzitutto – e soprattutto – l’annuncio di quell’amore fedele di Dio che riempie di gioia la vita perché è capace di vincere anche la morte. Vivere la Quaresima significato camminare verso la Pasqua, ci prepariamo a rinnovare il patto di alleanza. Quando fu rimandata la data della sua professione religiosa, Teresa di Lisieux soffrì molto perché aveva un ardente desiderio di donarsi a Dio con tutta se stessa. In quel momento capì che quel rinvio aveva un valore provvidenziale e fece una preghiera: “O mio Dio! io non ti chiedo di pronunciare i santi voti, aspetterò quanto vorrai, soltanto non voglio che per colpa mia la mia unione con te sia rimandata, quindi ce la metterò tutta per farmi una bella veste arricchita di gemme” (Ms A, 74r). Oggi chiediamo la grazia di vivere nella gioia questo tempo e di preparare giorno per giorno una veste nuova in modo da poter vivere la Pasqua come una festa nuziale.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia

Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

CONTINUA A LEGGERE



ANNUNCIO


Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Per commentare bisogna accettare l'informativa sulla privacy.