Speciale Giornata per la Vita

Commissionati due gemelli, uno è down: lo lasciano alla “mamma in affitto”

utero in affitto

di don Silvio Longobardi

Se qualcuno usa violenza ad un bimbo affetto da disabilità, la legge civile riconosce un’aggravante. Nel caso del bambino ancora avvolto nel grembo, la presenza di una malattia diventa invece una scusante.

L’aborto è sempre un crimine. Ma vi sono situazioni in cui il crimine appare più odioso. E sono esattamente quelle che a cui guardano con favore anche quelli che sono contrari all’aborto. Mi riferisco ai bambini malati. Se qualcuno usa violenza ad un bimbo affetto da disabilità, la legge civile riconosce un’aggravante. Nel caso del bambino ancora avvolto nel grembo, la presenza di una malattia diventa invece una scusante.

Lo scorso anno ha fatto notizia l’affermazione di un famoso biologo inglese, Richard Dawkins, che riteneva immorale mettere al mondo un figlio down! Un giudizio impietoso e cinico. Ma in fondo dice ad alta voce quello che molti pensano. E d’altra parte il genocidio dei bambini down è in atto da tempo attraverso la diagnosi pre-natale e il successivo intervento abortivo. Eppure la frase di Dawkins disturba perché va oltre la pur immorale pratica abortiva perché presenta l’aborto non più come una via d’uscita, extrema ratio in situazioni che l’uomo non è in grado di dominare. Non più come un diritto che va difeso e garantito al pari degli altri diritti che custodiscono la dignità della persona. Qui si va oltre e si proclama l’aborto come un dovere civile, un compito sociale ineludibile. Nella città del futuro non c’è posto per i down, non c’è posto per la fragilità. Ripulire la società degli scarti è un impegno di tutti. È la nuova parola d’ordine. Le reazioni stizzite dell’oggi non fanno testo. C’è da giurare che questi teorici della pulizia genetica avranno sponsor e seguaci.

Lo scorso anno il Coordown, coordinamento italiano delle associazioni che si occupano delle persone con sindrome di down, ha lanciato una campagna internazionale sul diritto alla vita e alla felicità delle persone che hanno questa forma di disabilità. Si tratta di un video, che tutti possono trovare sul canale Youtube, in cui persone down di tutta Europa rassicurano una futura mamma e le spiegano che anche suo figlio potrà vivere una vita felice, come la loro.

Questo video, che ha commosso milioni di persone, è stato censurato nella laicissima Francia, sì proprio in quel Paese dove tutti possono dire tutto, dove è possibile pubblicare vignette che offendono i sentimenti religiosi, e non, di milioni di persone, in Francia non è possibile vedere questo video sui canali televisivi. La censura è stata fatta dal Consiglio superiore per l’audiovisivo (Csa), con questa motivazione: “Benché diffuso a titolo gratuito, non può essere guardato come un messaggio d’interesse generale. Indirizzandosi a una futura madre, sembra avere una finalità ambigua e può non suscitare un’adesione spontanea e consensuale”. La finalità ambigua è una sola: il video parla ad una mamma che attende un figlio ed è tentata di abortire. Ormai, l’aborto è diventato il grande e intoccabile tabu della laicità moderna. Ma perché una società deve proteggere solo le mamme che hanno deciso di abortire e non quelle che hanno deciso di accogliere la vita? Perché queste ultime devono essere discriminate e costrette a portare da sole il peso della vita?

Un’altra storia che la dice lunga sulla mentalità eugenetica che ormai ha messo salde radici nella società occidentale. Una coppia australiana paga una giovane donna thailandese per diventare “mamma in affitto”. La donna partorisce due gemelli, uno dei quali affetto dalla sindrome di Down. La coppia, che aveva pagato 12.000 euro per la gravidanza surrogata, ha deciso di riportare con sé in Australia solo la bambina sana, lasciando in Thailandia il gemello portatore di handicap. La coppia australiana, rimasta anonima, aveva chiesto alla donna di abortire al quarto mese dopo aver scoperto che uno dei due nascituri era portatore di Trisomia 21. Ma la donna. buddista, si era però rifiutata per motivi religiosi e aveva partorito.




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1 risposta su “Commissionati due gemelli, uno è down: lo lasciano alla “mamma in affitto””

perchè questa storia non è stata portata all’attenzione dei media?
secondo le leggi australiane i due genitori biologici avrebbero potuto abbandonare un figlio disabile?

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