DDL Cirinnà

Sono tua madre, non posso restare a guardare

Family Day

di Giovanna Abbagnara

Sono stata al Family Day. Ho ascoltato, visto, condiviso e spezzato la mia presenza insieme a centinaia, migliaia di genitori, figli, scout, fidanzati, preti e religiosi. Ma io ero lì soprattutto per lui: mio figlio.

Caro figlio mio,

ti scrivo questa lettera perché tu possa ricordare quando sarai grande e forse avrai anche tu una famiglia e dei figli, cosa ha spinto tua madre in una fredda mattina del 30 gennaio 2016 a svegliarsi nella notte, insieme ad una manciata di amici, corona del rosario alla mano, passeggini e biberon al seguito a recarsi a Roma al Circo Massimo per partecipare al Family Day.

L’ho fatto per te. Non per difendere un’idea che qualcuno considera bigotta e retrograda, non per oppormi o fare resistenza ad un gruppo di amici che a tutti i costi vuol fare della modernità il vessillo dei nuovi diritti civili. L’ho fatto per dare peso e concretezza alle parole che cerco di consegnarti come madre. Nessuna istituzione o legge, ideologia o pensiero dominante, potrà mai chiedermi di rinunciare a questo compito. Tu sei affidato al mio amore materno e all’amore paterno del tuo papà e un giorno Dio ci chiederà conto di tutto questo e peserà sulla bilancia le parole che ti abbiamo consegnato, i gesti, gli esempi e l’amore che ti abbiamo testimoniato. Saranno il tuo bagaglio, la bussola che ti permetterà di orientarti tra la confusione di un mondo che vuole annullare ogni diversità tra maschio e femmina e svuotare l’amore di parole come responsabilità, impegno, sacrificio, definitività.  

Un giorno, tornando da scuola, qualche anno fa, mi hai consegnato il tuo smarrimento davanti ad una frase che l’insegnante di italiano, ti aveva detto: “Svegliati ragazzo, non vedi che i tempi sono cambiati!”. In un tema in classe, avevi avuto l’ardire di scrivere, che eri contrario all’adozione da parte di una coppia di omosessuali perché “io per crescere ho bisogno di una mamma e un papà”. Una frase semplice, di una verità disarmante che oggi è vietato ripetere senza essere accusati di omofobia o intolleranza. Una verità che non risuona nella nostra casa con slogan ad effetto, favole come Il Piccolo uovo o lezioni subdole sulla parità di sesso. È la bellezza del nostro essere famiglia. Quella sottile differenza che ti fa correre tra le mie braccia di madre per essere consolato da una litigata con un amico così come ti fa rivolgere in modo naturale al tuo papà quando devi essere accompagnato ad una gara di karate. Quante litigate tra noi! Quanti punti di vista diversi! Eppure sappiamo che attraverso questa lotta cresce il nostro essere famiglia e la tua coscienza di uomo.

Figlio mio, sabato ero a Roma. Nessun prete o leader religioso, mi ha chiesto di essere presente ma solo il mio amore di madre. So che non saranno solo queste manifestazioni a cambiare il corso della storia, so che quello che chiamano progresso non si fermerà davanti ai tanti genitori convenuti insieme a me nell’arena dove i Romani facevano i loro scambi commerciali. Io non baratterò il sogno di Dio sulla nostra famiglia in nome dei desideri di qualche adulto che si rifiuta di crescere e batte i piedi a terra come un bambino capriccioso. Sono tua madre, siamo la tua famiglia, senza se e senza ma.




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1 risposta su “Sono tua madre, non posso restare a guardare”

La tua lettera mi ha commosso e so che solo l’amore per il nostro Dio può scaturire i sentimenti che tu hai espresso…. Sono pienamente d’accordo con te.

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