24 Dicembre 2015

Fede e incredulità

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Luca (1, 67-79) 
In quel tempo, Zaccarìa, padre di Giovanni, fu colmato di Spirito Santo e profetò dicendo:
«Benedetto il Signore, Dio d’Israele,
perché ha visitato e redento il suo popolo,
e ha suscitato per noi un Salvatore potente
nella casa di Davide, suo servo,
come aveva detto
per bocca dei suoi santi profeti d’un tempo:
salvezza dai nostri nemici,
e dalle mani di quanti ci odiano.
Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri
e si è ricordato della sua santa alleanza,
del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre,
di concederci, liberati dalle mani dei nemici,
di servirlo senza timore, in santità e giustizia
al suo cospetto, per tutti i nostri giorni.
E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell’Altissimo
perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade,
per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza
nella remissione dei suoi peccati.
Grazie alla tenerezza e misericordia del nostro Dio,
ci visiterà un sole che sorge dall’alto,
per risplendere su quelli che stanno nelle tenebre
e nell’ombra di morte,
e dirigere i nostri passi
sulla via della pace».

 

Il commento

Zaccaria, suo padre, fu colmato di Spirito Santo e profetò dicendo” (1, 67). Il brano evangelico è quello che ogni giorno cantiamo nella preghiera delle Lodi, la porta della fede, la luce che rischiara ogni mattina.  L’inno è posto sulle labbra di Zaccaria: proprio lui che aveva dubitato ora canta a piena voce la fedeltà di Dio. I suoi occhi hanno visto l’opera che Dio ha compiuto nella sua vita, il piccolo bambino non solo risponde al legittimo desiderio di una coppia di sposi ma appare come il segno visibile della salvezza che Dio è pronto a donare a tutti. La parola che egli annuncia viene dall’alto, è dono dello Spirito. Elisabetta aveva ricevuto lo Spirito alla visita di Maria, ora è Zaccaria che viene “colmato [eplēsthē] di Spirito Santo” (1,67), come una brocca riempita d’acqua. L’evangelista usa il verbo pimplēmi, lo stesso che troviamo nel racconto di Pentecoste: “ed essi furono tutti pieni [eplēsthēsan] di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue” (At 2,4). La sua parola perciò diventa una profezia, la luce divina gli permette di leggere gli eventi della storia con gli occhi della fede. Nella storia di Zaccaria s’intrecciano fede e incredulità. Accade così anche nella nostra vita. La sua iniziale incredulità è il segno della fatica e delle resistenze che ogni uomo porta con sé. Zaccaria è icona di un’umanità raggiunta improvvisamente da un annuncio che sconvolge la sua vita e lo coinvolge in una storia nuova. Ma quando i dubbi e le paure lasciano il posto alla fede, allora egli s’incammina senza esitazione nei sentieri della luce. Nel cuore di ogni credente ci sono pozzi di fede, a volte nascosti; ma anche zone, più o meno ampie, che restano avvolte dall’ombra dell’incredulità. La storia della salvezza passa sempre attraverso uomini e donne che accolgono la Parola e diventano testimoni della luce, come scrive san Paolo: “Animati tuttavia da quello stesso spirito di fede di cui sta scritto: Ho creduto, perciò ho parlato , anche noi crediamo e perciò parliamo” (2Cor 413). Chiediamo la grazia di vincere le paure e di partecipare attivamente all’opera della salvezza che Dio non si stanca di realizzare nella storia dell’umanità.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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