Avvento
Mai avrei creduto di guardare negli occhi, toccare e stringere a me Dio!
di Fra Vincenzo Ippolito
Avvento in famiglia, terzo appuntamento: dopo aver visitato Zaccaria ed Elisabetta, arriviamo oggi a Giuseppe, padre per eccellenza, lavoratore infaticabile, modello indiscusso di una fede docile e obbediente.
III Settimana.
“E tu lo chiamerai Gesù”.
Il brano: Mt 1,18-25
Il personaggio: Giuseppe
Quando sentono il mio nome, alcuni si ricordano di Giuseppe, il figlio di Giacobbe che in Egitto interpretava sogni. Nessuno pensa allo sposo di Maria e alla casa di Nazaret dove si è compiuto il mistero più grande della storia. Che Dio fosse accanto al suo popolo, l’ho imparato da fanciullo, il sabato, ascoltando i rabbini, quando la mia fantasia disegnava le parola loro sul foglio bianco della mia mente. Mai avrei creduto però che questo Dio lo avrei toccato, guardato negli occhi, stretto a me e che mi avrebbe vissuto accanto, vegliando le mie ultime notti e traghettando il mio cuore verso l’eternità. Quando Maria me ne parlò, fui preso dallo stupore: “Lei, madre del Dio d’Israele ed io, suo custode e padre secondo la legge!”. Mi era chiesto di colmare con la fede di Abramo l’abisso tra la profezia ed il compimento. Sentivo forte in me il desiderio di unire il mio al suo “Sì”, come anche il segreto tormento nel riconoscere un figlio che avrebbe avuto di mio solo il nome. Quella notte, quando la mente, ormai esausta, concesse al sonno di vincere, divenni anch’io sognatore come l’antico Giuseppe. Un angelo, parlandomi, mutò il timore in coraggio, la mia povertà in consegna, il desiderio di essere padre e sposo, nella custodia tenera e premurosa del Figlio di Dio e di sua Madre. Guardandoli ora nella povertà di Betlemme, mi sento per quelle creature segno di un Dio che le ama attraverso il mio cuore, le serve con le mie mani, le preserva con la mia cura. Non so se la mia vita è divenuta un sogno oppure se continuo a sognare ad occhi aperti. Mi piace il silenzio che mi circonda: nessuno potrà mai godere in terra più di me la compagnia dei Tesori di Dio!
I testimoni: Francesco e Giacinta Marto
All’età di circa sei anni Francesco e Giacinta incominciarono a portare al pascolo il piccolo gregge del padre; nell’accudire le pecore si incontravano normalmente con il gregge dello zio, che era condotto al pascolo dalla loro cugina Lucia, di poco più grande di loro. I tre bambini trascorrevano quasi tutto il giorno fuori di casa, seguendo le pecore. Fu proprio mentre accudivano al loro piccolo gregge di pecore che, nell’autunno del 1916, i tre piccoli ebbero uno straordinario incontro con l’Angelo dell’Eucaristia. Da quel giorno cominciò ad accrescersi in Francesco e Giacinta il desiderio di ricevere Gesù presente nell’Eucaristia. Il 13 maggio 1917, mentre i tre pascolavano il gregge nella località Cova da Iria, assistettero a un’apparizione della Madonna, che domandò loro di ritornare in quel luogo il 13 di ogni mese, fìno ad ottobre. In questa occasione la Madonna chiese ai bambini preghiere e sacrifici per i peccatori, soprattutto attraverso la partecipazione alla Santa Messa e la recita del Santo Rosario.
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