di don Silvio Longobardi
Dal Vangelo secondo Luca (3, 10-18)
In quel tempo, le folle interrogavano Giovanni, dicendo: «Che cosa dobbiamo fare?». Rispondeva loro: «Chi ha due tuniche, ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare, faccia altrettanto».
Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare e gli chiesero: «Maestro, che cosa dobbiamo fare?». Ed egli disse loro: «Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato».
Lo interrogavano anche alcuni soldati: «E noi, che cosa dobbiamo fare?». Rispose loro: «Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi delle vostre paghe».
Poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala per pulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel suo granaio; ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile».
Con molte altre esortazioni Giovanni evangelizzava il popolo.
Il commento
Anche questa terza domenica è illuminata dalla testimonianza di Giovanni Battista. Luca riporta solo alcuni frammenti della sua predicazione, ma sono sufficienti a delineare il suo stile profetico. Mi soffermo sulle parole che precedono il brano proposto dalla liturgia perché descrivono la cornice in cui inserire anche le altre indicazioni. Il Battista invita la gente a compiere “frutti degni della conversione” (3,8). La conversione non può rimanere una generica intenzione ma deve manifestarsi attraverso scelte concrete. Giovanni chiede di non accontentarsi di una vita banale, pri-va di slancio. Alcuni pensano che la mediocrità si trovi a metà strada tra il poco e il molto. In medio stat virtus, dicevano i latini. Non sempre è così. Anzi, tante volte la mediocrità diventa la tomba della vita, soffoca lo slancio e la passione delle origini. Giovanni usa parole di fuoco, invita a rinun-ciare ad ogni forma di calcolo perché si avvicina il tempo del giudizio. Le parole di Giovanni scuo-tono e mettono in crisi. Bisogna decidersi, senza indugio perché si compie il giudizio definitivo: “la scure è posta alla radice degli alberi; perciò ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco” (3,9). Come possiamo rimanere indifferenti dinanzi a questa parola? Gesù presenta il volto paterno e misericordioso di Dio, ma anche Lui ha parlato più volte del giudizio finale ed ha lasciato intravedere la tragica possibilità che alcuni siano per sempre esclusi dalla salvezza.
Donaci, Signore, di accogliere con umiltà il tuo invito e di percepire con trepidazione la tua venuta e il tuo giudizio. Fa’ che la certezza della tua misericordia non sia per noi un alibi per rimanere nella mediocrità e per rimandare quelle scelte che da tempo ci chiedi. Infondi in noi un sano timore di quella condizione in cui la creatura è definitivamente e irrimediabilmente separata da Te.
Contemplando la Vergine dell’eccomi, oggi chiediamo la grazia di individuare le scelte che più e meglio esprimono la conversione del cuore e di metterci subito all’opera.
Briciole di Vangelo
di don Silvio Longobardi
s.longobardi@puntofamiglia.net
“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.
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