di don Silvio Longobardi
Dal Vangelo secondo Matteo (11, 28-30)
In quel tempo, Gesù disse:
«Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
Il commento
“Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi” (11,28). Gesù invita a stare presso di Lui. È una nuova chiamata, l’iniziale “venite dietro di me” [deûte opíso mou] 4,19), diventa: “venite presso di me” [deûte prós me]. Il primo passo è quello di seguire come discepoli, il secondo è quello di entrare nella casa dell’amicizia. La sequela si traduce nell’intimità e nella condivisione. Gesù non si presenta solo come un Maestro che indica con sicurezza la strada, non comunica parole che rendono la vita più pesante, al contrario egli apre le porte a coloro che sono “stanchi e oppressi”, guarda con compassione a quelli che sono caricati di pesi che faticano a portare. Egli conosce il nostro cuore e sa quanto siamo fragili e quante volte la fatica diventa un peso che impedisce il cammino. Quante persone si ritirano lungo il cammino della vita, quante rinunciano alla battaglia. Gesù ci conosce. Per questo annuncia che vuole condividere la nostra fatica. Il suo invito ricorda che non possiamo farcela da soli, non abbiamo la forza di portare il peso della vita. Andiamo da Lui, anzi corriamo da Lui. “E io vi darò ristoro” (11,28): Gesù non solo condivide la nostra fatica ma promette di darci quel riposo di cui abbiamo bisogno. L’incontro con Lui è sempre riposante. Quante volte la preghiera – soprattutto quella silenziosa che viviamo davanti al Tabernacolo – si rivela una sosta salutare perché non solo dona pace ma ci consente anche di ritrovare nuove energie per riprendere il cammino e le battaglie della vita. Gesù rialza la testa, il riposo orante ci aiuta a guardare in alto e a guardare oltre. Chiara Lubich pregava così: “Signore, dammi tutti i soli…”. Oggi chiediamo la grazia di essere aiuto e sostegno per quei fratelli che vediamo affaticati, stanchi e delusi, per quelli che si sentono soli e abbandonati.
Briciole di Vangelo
di don Silvio Longobardi
s.longobardi@puntofamiglia.net
“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.
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Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).
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